Le smart cities restano ancora nel libro dei sogni

Il Salone di Parigi, nonostante le assenze di peso (soprattutto quella di Ford) un traguardo lo ha tagliato. È quello di essere stato capace di rappresentare un mix equilibrato tra novità di prodotto e proposte per una mobilità a motore più pulita, sicura e razionale.
Insomma, la ricetta giusta per assicurare un futuro a questo tipo di eventi.
Le notizie, dunque, non mancano. E le opportunità di toccare con mano le soluzioni di oggi e domani proiettate a una maggiore sicurezza di chi guida, è passeggero, cammina o pedala in strada, si possono toccare con mano.
Chi ha disertato è molto impegnato su questi temi, ma strategicamente in questo momento preferisce altre vetrine, quelle dedicate alle tecnologie per la telefonia, la multimedialità e la digitalizzazione, mischiandosi agli altri attori di questi settori.
La vera sfida che il mondo dell’auto deve porsi ora, è di riuscire a portate ai Saloni della mobilità (e sempre meno dell’auto), il pubblico più giovane. Lo stesso che affolla le spettacolari kermesse di Las Vegas e Barcellona.
Ciò che viene presentato a un Salone della mobilità 4.0, come dovranno essere da ora in poi questi eventi (e Parigi ha dato un forte impulso) risulta, a mio parere, più credibile rispetto a un veicolo del futuro esposto in occasioni dove a prevalere sono spettacolarità e mondo virtuale.
La concretezza deve essere sempre una priorità. Le smart cities restano ancora nel libro dei sogni. Le automobili senza pilota ci sono, ma cominciano ad affiorare dubbi sulla loro totale affidabilità, visto che non possono ancora dialogare con le infrastrutture. E le strade di tutti i giorni non sono le piste di sperimentazione. Anche i costruttori se ne sono accorti: l’autonomous drive riguarderà, chissà quando, le future generazioni; meglio puntare su guida assistita e sistemi per la sicurezza preventiva da imporre per legge.
Fino a quando non ci sarà un serio indirizzo politico globale sulla guida senza pilota e le smart cities, se ne parlerà in modo spettacolare solo a Las Vegas. E lo stesso vale per le motorizzazioni elettriche. Nei Paesi, come quelli nordici, dove la politica ci crede, il numero di vetture a batteria è cresciuto; negli altri, come l’Italia, le vendite restano al palo. Ma a differenza dell’auto senza pilota, a quella elettrica manca poco per poter decollare: un serio piano per la diffusione delle stazioni di ricarica e un sostegno economico alle famiglie che scelgono di prendere la scossa.
È su questo che i Saloni della mobilità 4.0 dovranno spingere.

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