Le vendite delle auto elettriche in Europa hanno superato quelle dei diesel, ma…

Un’analisi di Jato Dynamics ha evidenziato che a settembre, per la prima volta nella storia, le auto elettrificate hanno superato in Europa le vendite di quelle Diesel, oltrepassando la soglia delle 300 mila unità. Ciò significa che la profonda trasformazione che sta avvenendo nel mondo dell’automobile ha subito un’accelerazione verso i veicoli elettrici, senza precedenti. Non vi è dubbio che ciò dipenda per la maggior parte dalle politiche e dagli incentivi governativi, anche se l’interesse dei consumatori verso questo tipo di motorizzazioni è sicuramente aumentata. Forse , anche merito dei costruttori che stanno spingendo molto in quella direzione.

La strada è certamente segnata, ma al momento ci sembra ancora troppo prematuro pensare a un parco auto fortemente elettrificato, almeno i Italia, quando ci sono ancora parecchie lacune a livello di infrastrutture. Proprio per questo, siamo convinti che nel futuro più prossimo le motorizzazioni tradizionali possono essere ancora molto utili per agevolare la transizione verso l’elettrico.

Come abbiamo evidenziato anche in altre pagine del web ( https://www.lifeispassion.it/2020/10/30/diesel-un-alleato-importante-nella-transizione-verso-lelettrico/) , le motorizzazioni tradizionali sono ancora quelle che consentono la mobilità quotidiana. A confermarlo è stato anche l’esaurimento anticipato degli incentivi previsti dal Governo, proprio nella categoria che le comprendeva. Anche perché le tecnologie di ultima generazione hanno evidenziato notevoli passi avanti nella riduzione delle emissioni e nel rispetto dell’ambiente.

E’ quello che è emerso anche dai test promossi da Mercedes-Benz Italia e Bosch, e condotti da CSI, nelle principali città italiane, organizzati proprio per sensibilizzare l’attenzione di istituzioni e opinione pubblica sull’importante salto tecnologico che negli ultimi anni ha visto protagoniste le motorizzazioni tradizionali. E i primi risultati confermano che i Diesel sono sempre più efficienti e a basso impatto ambientale, ovvero sono molto meno sporchi, brutti e cattivi di quello che è stato loro imputato negli ultimi anni.

I test

Sono stati condotti a Milano e Torino, e ora proseguono sulle strade di Roma, i test condotti da CSI, società del Gruppo IMQ, organismo di verifica di conformità, per valutare le reali emissioni delle motorizzazioni di ultima generazione in condizioni di guida reale. Su questi percorsi tipicamente urbani sono stati impiegate tre diversi tipi di alimentazione: una Classe A 200 d, equipaggiata con un propulsore Diesel 2.0 da 150 CV; una Classe B 160, con motore 1.3 benzina da 109 CV e una Classe C 300 de EQ-POWER, alimentata da 2.0 Diesel Plug-In con una potenza di sistema di 194 + 122 CV.

Come si svolgono

Rispetto ai test in laboratorio (sui rulli), i test RDE (Real Drive Emissions) si svolgono su strade aperte al traffico, dove il veicolo si trova a circolare in condizioni non facilmente prevedibili: code, semafori, rotatorie, stop&go. Insomma, le condizioni migliori per  misurare gli inquinanti emessi durante la guida su strada. Questi test si basano su un dispositivo chiamato PEMS (Portable Emission Measurement System), un analizzatore portatile, compatto e leggero, che permette la misura dei principali inquinanti (Ossidi di Azoto – NOx, Numero particelle di Particolato – PN) emessi dalle automobili.

I risultati

Nel caso di questi RDE Emission Test sono stati misurati gli ossidi di azoto (NOx) e le polveri sottili (PN), primi imputati delle emissioni nelle nostre città. I test portati a termine hanno affrontato tre diverse tipologie di scenario: il primo, a Torino, in condizioni equivalenti a quelle omologative, con oltre 200 parametri e un percorso di circa 90 minuti su strade urbane, extraurbane e autostrade. Il secondo test, a Milano, su percorrenze esclusivamente urbane, ha anche comparato la concentrazione della massa di particolato (PM) in aspirazione con quella allo scarico. Il test nella Capitale ha, per grandi linee, ricalcato modalità e rilevazioni di quello effettuato a Milano.

Emissioni di gran lunga sotto il limite

Tanto per cominciare, è bene sottolineare che tutte le auto coinvolte nel test hanno registrato valori di emissioni nettamente inferiori ai limiti consentiti, sia in laboratorio, ma soprattutto su strada, in condizioni di guida reale. Tra gli elementi più interessanti emersi nel corso dei test, è opportuno segnalare che, i valori medi delle emissioni di ossido di azoto e del numero di particelle allo scarico del motore Diesel Euro 6d preso in oggetto, sono inferiori rispetto a quelli della vettura con alimentazione a benzina a iniezione diretta, pur rimanendo entrambe in una fascia decisamente al di sotto dei limiti. Un riscontro ben diverso rispetto a quanto si registrava con le vecchie motorizzazioni Diesel, sviluppate prima dell’avvento dei test RDE e del PEMS. In questi casi, le vetture testate su strada, facevano registrare valori reali di emissioni degli NOX molto più elevati rispetto a quelli emersi in laboratorio.

La rivincita del Diesel

Inoltre, un altro fattore particolarmente interessante emerso dal test a Milano è che, in presenza di un’alta concentrazione di particolato, come nel caso in cui ci preceda un veicolo particolarmente inquinante, la concentrazione delle polveri allo scarico è risultata fino a 2.000 volte inferiore rispetto a quella dispersa nell’aria dell’ambiente circostante. Ciò non significa che i Diesel di ultima generazione possono essere considerati dei ‘filtri per la pulizia dell’aria’, ma certamente è un ottimo motivo per rivedere in maniera radicale la reputazione di questa tipologia di alimentazione.

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