L’incredibile storia di Cosimo Turizio in Formula 1 a 74 anni!

Una volta i giornalisti andavano a caccia di notizie. Cercavano storie, retroscena, personaggi da raccontare. Oggi tutto è affidato alla “comunicazione ufficiale”: gli uffici stampa decidono che cosa comunicare e che cosa no. E spesso, se non c’è ritorno pubblicitario, le notizie neanche vengono diffuse. Così, può capitare che Monza ospiti uno straordinario evento dedicato alle auto storiche da competizione, come la 62ma Coppa Intereuropa, e la cosa si svolga quasi in clandestinità. Nessun giornale ha dedicato un rigo, che sia uno, alla manifestazione, che pure ha richiamato duecento vetture d’epoca da tutto il mondo, tra le quali ben 36 monoposto di Formula 1. Scarse le notizie on line, soltanto diversi giorni dopo la conclusione dell’evento s’è trovato qualcosa su un sito. Ma notizie vaghe, neanche una classifica, una cronaca… Il massimo che ho trovato è questo testo succinto: “L’Autodromo di Monza è stato scenario nel fine settimana del 19-21 giugno di uno straordinario tuffo nel passato del motorsport. Di scena, la Coppa Intereuropa Storica che ha richiamato più di 200 vetture da tutto il mondo. Tra le varie categorie in azione, il Masters Historic Formula One, con Lotus, Williams, Tyrrel, McLaren, March e le più belle monoposto di Formula Uno degli anni 70/80; il Masters Historic Sports Car, con le straordinarie Sport-Prototipo degli anni 70 (McLaren, Matra, Lola, Chevron); il Lurani Formula Junior Trophy, con le auto che caratterizzarono la Formula Junior degli anni 60; il Trofeo Historic Formula 2, con le rarissime Formula 2 degli anni 70 e le spettacolari Gruppo C; e Tutto Alfa, riservato alle vetture del mitico marchio italiano”.

Stop: classifiche, cronache, interviste? Niente di niente!

E allora, per me che resto un inguaribile appassionato, non è rimasto altro da fare che cercare qualche amico che fosse andato lì, a Monza, a vedere di persona. E farmi raccontare.

Ebbene, ho scoperto una storia che ha dell’incredibile. Nella gara di Formula 1 c’era al via un pilota di 74 anni! Sì, avete letto bene: settantaquattro. E’ Cosimo Turizio, napoletano classe 1941, concessionario di professione (Jaguar, Land Rover, Volvo) e pilota per passione, in attività dagli anni 60, quasi sempre per i colori della Scuderia Vesuvio. Ha corso in pista e su strada, con le auto più disparate, dalle Turismo alla Formula 2, passando per le Sport Prototipo (memorabile il titolo italiano Turismo Classe 1300 conquistato con una Fiat 128 Coupé Trivellato ai danni dell’Alfa GTA, nel 1972). Esclusa una pausa di qualche anno per dedicarsi alle regate veliche, in pratica non ha mai smesso di correre. E da quando ha acquistato, in Inghilterra, la Hesketh F1 ex Keegan (quella con i colori della sponsorizzazione Penthouse), si diletta a sfidare l’età e una muta di terribili avversari mediamente più giovani di lui di trent’anni almeno. Nel GP storico di Montecarlo del 2012 sfiorò il podio: era secondo, in rimonta, ma un “lungo” a Santa Devota lo costrinse al ritiro. Fregato dal bagnato e dalla voglia di strafare.

E a Monza? Sentite qua. “Mi sono iscritto senza troppa convinzione. Ma sono tornato a casa ricaricato a mille! Mi ero sottoposto a un intervento chirurgico una ventina di giorni prima della corsa e mi sentivo un po’ condizionato. Mio figlio continuava a ripetermi: ma sei sicuro di andare? Te la senti? Te la senti davvero? Per fortuna non ho mollato. E, una volta in pista, mi sono divertito da matti, anche se la mia Hesketh non poteva, oggettivamente, competere per la vittoria”.

Nella gare storiche le monoposto di Formula 1 sono infatti divise in due gruppi: fino al 1977 (come la Hesketh del nostro), e dopo. Le prime sono auto affascinanti, ma meno evolute; le seconde hanno telai e aerodinamiche più sofisticati, in molti casi sfruttano l’effetto suolo, per non parlare del carbonio e della potenza dei motori. Inoltre, al via ci sono gli iscritti al campionato Master e gli “ospiti”. Turizio era tra questi ultimi. Dunque escluso formalmente dalla classifica ufficiale, ma pur sempre in lizza con gli altri, per la gloria.

E allora, come è andata al nostro “vecchietto terribile”?

“Molto meglio del previsto – ha raccontato, senza falsa modestia -. In prova ho fatto registrare il decimo tempo assoluto su 35 iscritti, dietro di me almeno una ventina di auto più moderne della mia. Ma la cosa che più mi ha entusiasmato è che al via c’era un’altra Hesketh e l’ho relegata a tre secondi e mezzo. Mi è finita dietro anche la Shadow dell’inglese Costable, che ha girato in 1’50, contro l’1’46 mio. Una grande soddisfazione, visto che la Shadow è l’auto con la quale ho sfiorato il debutto in Formula 1 nel 1977, quando gli indugi e i temporeggiamenti di uno sponsor incerto mi fecero perdere il treno che forse mi avrebbe cambiato la vita…”

E la corsa? “In gara 1 ero quinto, un piazzamento stupefacente per me, ma mi sono classificato settimo assoluto perché due inglesi mi hanno sorpassato in regime di bandiere gialle. I commissari non li hanno penalizzati, e mi sono dovuto accontentare. Non ho protestato, perché nelle gare storiche c’è una certa tolleranza e si cerca sempre di evitare polemiche. Però ho avuto la soddisfazione di ricevere la visita nel box di Ferdinando Ravarotto (ex meccanico di alcuni piloti di Formula 1 del passato, come Paolo Barilla e Fittipaldi), il quale è venuto a complimentarsi per come mi aveva visto guidare. Ero alla prima variante – mi ha detto – e lì li distruggevi tutti, staccavi almeno trenta metri più vanti”.

E in gara 2?

“In gara 2 credo di essere stato l’unico a non montare un treno di gomme nuove. Non avevo problemi di tenuta e ho risparmiato 1500 euro. Al via sono scattato benissimo e dopo poco ero quarto, subito dietro a macchine degli anni 80. Ma ho avuto un problema con il cambio: in scalata avevo difficoltà a far entrare le marce e in variante mi sono ritrovato in folle, costretto a un lungo che mi ha relegato nelle retrovie. Alla fine mi sono piazzato decimo. Ma per me è stato un weekend esaltante. L’unico problema è che sono tornato a casa pieno di dolori, in quanto l’abitacolo della mia monoposto è davvero tosto, e gestire 550 cavalli in certe condizioni non è facile… Ma se penso alla mia età, e che venti giorni prima ero sotto i ferri del chirurgo, dico che non c’è cura migliore di un weekend a Monza in Formula 1!”.

6 commenti
  1. Antonio paciello
    Antonio paciello dice:

    Correggo l’età. Se del 41 Cosimo vanta 79 anni e non 74 come nell’articolo. Dunque ancora meglio per il mio compaesano. Tanta stima anche se il mio passato sportivo è stato in altra specialità ( rally). Complimenti di cuore.

  2. Roberto Chiodi
    Roberto Chiodi dice:

    Alla prossima riedizione del rally Pechino-Parigi sarà in gara Gerald Crown, australiano di 84 anni. Sarà l’unico ad avere disputato tutte e cinque le riedizioni di questa gara (vincendone le ultime due…). Occhio alle definizioni del tipo “vecchietto terribile”: ci sono anziani che al volante fanno ancora faville. Proprio alla Coppa Inntereuropa mi pare che corresse anche un certo Arturo Merzario…

  3. lucapaz
    lucapaz dice:

    Grazie Troise una bella iniezione di fiducia per noi …anziani. Considerando poi che guidare una F1 degli anni 70′ non è proprio così semplice,complimenti a Turizio.

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