Motobot, il robot che sfida Rossi e apre la strada verso le moto autonome

Non si sono ancora placate le polemiche sull’esito finale del MotoGp edizione 2015, e tra la rivalità per nulla velata tra gli spagnoli Lorenzo (neo campione del mondo) e Marquez (suo indegno complice) e Valentino Rossi ( vittima designata e in questo caso un tantino sprovveduta). Ma per il campione di Tavullia i problemi non sono finiti, anzi vengono proprio dall’interno del suo team e non per colpa di Lorenzo.

In sella alla Yamaha questa volta c’è Motobot, un robot presentato al Tokyo Motor Show e di cui si è fatto un gran parlare anche a Milano, in occasione di Eicma, la più importante esposizione delle 2 Ruote a livello mondiale.

In un videopromo la voce metallica del ‘robopilota’ annuncia di voler battere proprio “The doctor”, mostrando le immagini di Valentino da bambino: “Sto migliorando ogni giorno, ma non sono sicuro di poter battere nemmeno te quando avevi cinque anni”. II fantascientifico centauro conclude lanciando il guanto di sfida al numero 46: “Io sono Motobot, sono stato creato per sorpassarti”.

Lo scopo di questo umanoide in sella alla nuova R1M è ovviamente un altro.
Si tratta di un concept, un robot in grado di guidare una motocicletta e restare in perfetto equilibrio, agendo autonomamente su comandi come frizione, freno, acceleratore, cambio e manubrio.

L’obiettivo principale del team di Ricerca e Sviluppo della casa di Iwata è stato quello di realizzare un robot che sia in grado di guidare una moto di serie in pista, a una velocità superiore ai 200 km/h. Controllare il movimento complesso di una moto a velocità elevata richiede una serie di controlli che funzionino con la massima precisione. La tecnologia e il know-how adottati in questa incredibile sfida saranno applicati alla creazione di sistemi elettronici avanzati per la sicurezza e per il supporto al pilota e costituiscono anche il primo passo per esplorare nuovi segmenti di mercato.

Anche se difficilmente il progetto evolverà nella creazione di una vera e propria unità da portare sull’asfalto di gara, Yamaha non esclude la possibilità di creare una sorta di robot centauro che possa supportare le forze dell’ordine in situazioni di emergenza o potenzialmente pericolose per gli esseri umani.

Si tratta però di un’ipotesi ancora lontana che però ci riporta immediatamente nel mondo delle auto autonome. Quando tra qualche tempo la maggior parte dei veicoli si guiderà da sola e le infrastrutture e la legislazione saranno finalmente allineate a questa nuova realtà anche le due ruote dovranno adeguarsi. Al contrario di quanto sta avvenendo per le automobili, il percorso indicato da Yamaha è quello di non modificare la moto ma di creare un pilota-robot in grado di guidarla e di trasportare altre persone. Certo si perderà un po’ l’emozione di andare in moto ma sarà comunque una soluzione necessaria per completare la trasformazione della futura mobilità.

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