Pirelli, accordo in F1 fino al 2027

Pirelli a gonfie vele. L’azienda della Bicocca (fondata da Giovanni Battista Pirelli nel 1872) ha vinto la concorrenza con la Bridgestone e in Formula 1 sarà il fornitore ufficiale di pneumatici dal 2025 al 2027 con un contratto così rinnovato per altre tre stagioni, con un’ulteriore opzione per il 2028.

Alla conferenza stampa è intervenuto Stefano Domenicali, il capo della F1, sottolineando che Pirelli ha dimostrato flessibilità. Pirelli, va ricordato, che è presente in F1 dal 2011. “Dobbiamo dimostrare di essere sempre i migliori in ogni weekend in pista – ha evidenziato Marco Tronchetti Provera, vice presidente esecutivo – Siamo presenti in 350 campionati ma la F1 è un laboratorio doc e a noi interessa risolvere ogni imprevisto e fare felici i piloti”.

Va poi ricordato che l’azienda ha affrontato a testa alta sfide impegnative, a cominciare, dallo scorso anno, al passaggio alle maxicoperture da 18 pollici come sottolineato da Mario Isola, direttore motorsport. Una Pirelli che dispone di sofisticati laboratori di ricerca, di macchine e simulatori per ogni tipo di test.
Esperimenti sono in corso per realizzare gomme con parafanghi smontabili, pneumatici con specifiche mescole da bagnato, gomme che dal 2026 dovranno calzare a pennello su monoposto con motori elettrici.

Nella evoluzione delle principali caratteristiche delle gomme, Pirelli vanta più di un secolo di successi in varie competizioni come F1, Rally ed anche in campo motociclistico come la Superbike. I primi successi risalgono al 1907, a cominciare dal raid Pechino-Parigi. Poi un crescendo rossiniano con l’evoluzione degli pneumatici con caratteristiche che hanno riguardato forme e materiali.

Va evidenziato che agli inizi degli Anni Cinquanta fu realizzato il radiale Cinturato (si iniziò con l’Alfa Romeo 159: la cintura radiale fu realizzata in fibra tessile e dopo venne utilizzato un materiale metallico più resistente), trent’anni dopo arrivò la gomma ribassata, quindi nel 2000 l’impiego della sala mescole automatizzata. Gomme che hanno garantito sicurezza sulle strade urbane. Poi arrivarono i tubeless che consentivano un minore attrito al rotolamento e che garantivano più sicurezza in caso di foratura.

Riguardo alle controindicazioni c’era da considerare il rischio di esplosione dovuto all’assottigliamento della superficie dell’impronta a terra o dei laterali.

La larghezza delle gomme fu così aumentata di dimensione sino a 39 cm di larghezza. Nel 1971 si ebbe una rivoluzione delle forniture degli pneumatici da pista grazie agli slick, quindi le mescole che misero in archivio le gomme naturali a vantaggio dei composti sintetici che assicuravano un coefficiente di aderenza più elevato. Va ricordata la Lotus b56 azionata da un motore a turbina di 600 cv di derivazione aeronautica.

Nel 1979 la Ferrari T4 si aggiudicò il titolo mondiale F1  con i radiali, negli Anni 80 arrivò la bimescola con un deterioramento limitato in gara. Dal 1989 al 1991 Pirelli propose il P7 permettendo di vincere alla Benetton e ben tre volte a Piquet di laurearsi campione del mondo. Oggi con le vetture sempre più sofisticate Pirelli ha realizzato gomme più evolute assicurando grip adeguati.

Non va dimenticata la gamma P Zero che calza a pennello sulle supersportive come Ferrari, Lamborghini, Maserati e McLaren. E nemmeno quella slick con battistrada privo di scanalature (Supersoft, rossa per circuiti lenti, Soft, gialla utilizzata in gara, Medium, bianca per le piste velocissime, Hard, arancione con mescola dure ed ancora Ultrasoft).

Va ricordato che Pirelli attualmente è la quinta azienda che produce pneumatici al mondo ed ha due fabbriche in Italia a Bollate e Settimo Torinese.

Il Gruppo è quotato in Borsa sia in Italia che a New York. Una holding che opera attraverso due segmenti, Consumer (gomme per autoveicoli, Suv, veicoli commerciali leggeri e moto) e Industrial (autobus, autocarri pesanti, macchine agricole e steelcord).  Giornata positiva per Pirelli & C, ieri in Borsa, con un rialzo del 0,07% a 4,445.

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