Quanti e quali sono i veicoli storici in Italia ?

Nessuno sa come sia composto il parco dei veicoli storici in Italia.

O meglio: il dato numerico c’è, ma non vi è quello “qualitativo”.

Quali veicoli hanno per esempio il CRS (Certificato di rilevanza storica)?

E quali hanno l’esclusivo Certificato d’identità, conferito solo alle vetture che superano un esame molto attento da parte dei commissari ASI

Ecco come lo descrive l’ASI: contiene le fotografie, la datazione, gli estremi identificativi, la descrizione dello stato di conservazione o dell’avvenuto restauro, la classificazione nonché l’annotazione delle eventuali difformità dallo stato d’origine riscontrate, secondo le norme del Codice Tecnico Internazionale FIVA vigente e, se necessario, la sintesi della storia di ogni singolo veicolo. Viene concesso in uso al tesserato ASI insieme ad una targa metallica corrispondente al documento)

Nonostante questa precisione nel descrivere questi documenti, l’ASI non diffonde (né sono presenti sul sito) i numeri relativi ai vari modelli ai quali questi documenti sono rilasciati (ovvero, per esempio: quante Fiat Bravo prima serie hanno il CRS? E quante Lancia Appia hanno il Certificato d’Identità?). Sarebbe opportuno conoscere questi dati anche per “tarare” bene l’azione di protezione esercita, cosa impossibile da fare se non si conosce cosa si ha “in pancia”. Cosa che fa il paio con la necessità per esempio di conservare le vetture anteguerra in Italia, che stanno un po’ soffrendo l’interesse dei giovani collezionisti per le youngtimer.

Ecco cosa dice il presidente dell’ASI Alberto Scuro in un comunicato ufficiale dell’ente riguardo le vetture con CRS, diramato lo scorso 1 dicembre 2022: “I veicoli ventennali che godono oggi di questa agevolazione sono lo 0,15% del parco veicolare totale e l’1,14% del parco veicolare ventennale (dati della Motorizzazione al 2 novembre 2021)”.

Non c’è alcun accenno ai numeri dei singoli modelli, che sarebbe utile conoscere per capire cosa si sta conservando e quante di queste vetture sono state esaminate in modo approfondito per avere il certificato d’identità, concesso in uso al tesserato ASI insieme ad una targa metallica corrispondente al documento).

Sarebbe quindi opportuno indicare non solo le cifre relative ai CRS e ai Certificati d’Identità emessi ogni singolo mese (magari con un dettaglio anche delle singole regione) ma anche a quali vetture sono emessi. Tali dati sarebbero utili per fare un bell’ articolo sul parco delle vetture storiche in Italia.

ASI: se ci sei, batti un colpo. Altrimenti si “corre il rischio” di pensare che tali dati siano volutamente non diffusi (con motivazioni come “i sistemi informativi dell’ASI non sono strutturati per estrarre questo dato, cosa ridicola con tutte le tecnologie informatiche che ci sono) per chissà quale motivo: il sospetto è tali documenti vengano utilizzati per avere agevolazioni fiscali/assicurative relative a veicoli che vengono usati quotidianamente (e che chi li richiede non sono quindi collezionisti, ma semplici “furbetti” che vogliono pagare di meno tasse e assicurazioni). A tal proposito è opportuno ricordare che teoricamente ogni club ha possibilità di “scremare” e selezionare i proprio iscritti facendo ispezionare la vettura candidata al CRS dal proprio commissario tecnico: un’abitudine che, nel mio caso, non è stata attuata.

Una possibile scrematura potrebbe essere quella di vincolare l’iscrizione (e la concessione di documenti come il CRS) alla presenza nel nucleo familiare di una vettura moderna, in modo da rendere evidente l’uso collezionistico della vettura che si vuole iscrivere. Altro dato che può essere d’aiuto è quello degli iscritti ASI, che praticamente seguono l’andamento del numero di copie de “La Manovella”: quella di dicembre 2023 è stata distribuito in 180.000 copie (ma anni fa arrivò a 220.000). C’è da chiedersi quindi da cosa dipende questa variabilità.

Anche in questo caso andrebbe fatta chiarezza.

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