Rally o pista: qual è il pilota migliore ?

Pilota da rally o pilota da pista? Sono entrambe massime espressioni di diversi modi di intendere le competizioni automobilistiche. Sono semplicemente due sport simili. Come per le moto su strada e l’enduro, le bici su strada e le mountain bike, i centometri e la maratona. Chi vince è il campione. E comunque è questione di gusti. Come nella musica, nella letteratura, nell’arte. C’è chi sceglie la classica chi il rock, chi la prosa chi la poesia, chi la pittura chi la scultura.

Ma per gli appassionati di motori e di quattro ruote in particolare, questo è stato il tema di tante discussioni. Non è una questione di velocità, di traiettorie, di resistenza, di coraggio. Per il pilota da rally il rischio “diverso” è l’imprevedibilità del percorso e delle condizioni atmosferiche, per quello della pista è la bagarre con gli avversari. Il pilota in pista deve affrontare le stesse curve 100 volte, il pilota nel rally affronta 100 curve una volta sola. Cosa è più difficile? Qual è il pilota più completo?

Per aprire una discussione ci si può allora aiutare con un po’ di riferimenti storici.

Negli anni 50′ e 60′ forse c’era meno la specializzazione e così ritroviamo parecchi piloti gentleman e non, che correvano indifferentemente in pista ,nelle gare in salita e nei rally.

Valenzano, Frescobaldi, Patria, Taramazzo e poi ancora dopo Cella, Giunti e Pianta.

Nel 68′ Giancarlo Baghetti, noto agli appassionati per la sua vittoria all’esordio in F1,con la Ferrari al GP di Francia del 1961,tentò l’impresa della Londra-Sidney, con una Lancia Fulvia HF, ma non fu fortunato, ci riprovò nel 77′ con una Fiat 131 diesel e si classificò 23°.

E’ negli anni 70′ che, sia per gli impegni più importanti nei vari campionati, e magari per ordini di scuderia o proprio perché per correre e vincere ci vuole più preparazione e professionalità, si assiste quasi a una netta separazione. Salvo qualche episodio che vale la pena citare. Il pilota francese Gerard Larrousse dopo aver vinto il Tour de Corse nel 69’ed essersi classificato due volte secondo al Rally di Monte Carlo, sempre con una Porsche 911, ha in iniziato una brillante carriera in pista e nelle gare su strada. Prima di debuttare anche in F1 con la Brabham, ha vinto due volte la 24h di Le Mans e una Targa Florio in coppia con il rallysta Amilcare Ballestrieri. Sempre alla Targa Florio c’è da ricordare anche l’importante vittoria del Drago Munari in coppia con Merzario nel 1972.

Tra gli anni 70′ e gli anni 80′ c’è soprattutto un pilota che stupisce per le sue doti di adattabilità nelle varie categorie e sempre con ottimi risultati. Il belga Jacky Ickx, ex pilota Ferrari, vinse 8 GP di F1, 6 volte la 24h di Le Mans e ottenne, quasi a fine carriera nel 83′, un’incredibile vittoria alla Parigi-Dakar, dimostrando di adattarsi anche molto bene alle insidiose piste africane e alle dune del Sahara. Un altro ferrarista ci prova sugli sterrati, nel 1980, è il sud-americano Carlos Reutemann che viene inserito dalla Fiat nella squadra ufficiale con le 131 Abarth, nella prova del campionato del mondo rally a casa sua in Argentina. Non fu una semplice passerella per un obbiettivo di marketing, Carlos ottenne un ottimo 3° posto e ci prese gusto perché volle ripetere l’esperienza nel 1985 con una Peugeot 205T16 piazzandosi sempre il 3° posto.

Tra gli italiani in attività dobbiamo ricordare le trasposizioni in particolare di due piloti Alex Caffi e Dindo Capello. Caffi, dopo aver raggiunto l’apice della carriera e della popolarità in F1 con la Scuderia Italia, si è dedicato con buoni risultati alle gare endurance, ma spesso e volentieri lo si trova alla partenza di qualche rally dove a fine gara è sempre lì a giocarsi la vittoria. Per Dindo Capello, ex pilota ufficiale Audi e vincitore di tre 24h di Le Mans, i rally non sono un semplice passatempo, memorabili le sue sfide al Rally di Monza con Valentino Rossi, un altro che prova una forte attrazione per quel tipo di gara fuori dagli autodromi.

Più attuali sono i confronti di tre piloti, che dopo aver vinto e dato spettacolo nelle proprie discipline d’origine, hanno scelto altri terreni. Due campioni del mondo: Loeb e Raikkonen e un terzo che non finisce ancora di stupire Kubica

Il finlandese dopo aver conquistato, con la Ferrari, il mondiale di F1 nel 2007, decise di prendersi un periodo sabbatico per avvicinarsi ai rally. Non con un team qualunque perché la Citroen gli offre immediatamente il volante di una DS3 ufficiale. I risultati non sono assolutamente all’altezza della sua fama, anzi piuttosto catastrofici perché i ritiri sono quasi sempre per uscite di strada. E forse proprio sull’esperienza di Raikkonen si possono trovare tanti argomenti per il famoso dibattito, è più forte il pilota da rally o quello da pista .Finalmente nel rally di Germania del 2010 Kimi comunque ottiene la vittoria in una PS e sarà così il primo pilota di F1 a vincere una prova speciale nel mondiale rally. Dopo questa esperienza Raikkonen è tornato in F1 e quest’anno è atteso per la rinascita Ferrari.

Sebastian Loeb è un fenomeno. Ha vinto 9 volte, con la Citroen, il mondiale rally, un record assoluto. Sicuramente appagato, l’anno scorso ha accettato la sfida di correre nel mondiale turismo sempre con una Citroen, ma questa volta a lottare nel campionato dove c’è le bagarre più violenta. Ha vinto nella gara del debutto a Marrakech, dimostrando che la sua superiorità non si esprime soltanto con l’aiuto delle note del navigatore, sugli sterrati o in mezzo ai tornanti.

Infine il polacco Robert Kubica che proprio per la sua passione per i rally, ha dovuto interrompere una brillante carriera in F1. A causa di quel terribile incidente nel rally di Andora, che l’ha menomato fisicamente, tanto da impedirgli di continuare a guidare una F1, ma non la Ford Focus con la quale stupisce ed esalta il pubblico sulle strade del mondiale rally. E forse proprio a proposito dell’attualissima esperienza di Kubica si può continuare a discutere….pista o rally…dove sta il vero campione?

4 commenti
  1. Luca Lotta
    Luca Lotta dice:

    Io guardo i numeri e la maggior parte delle ROC sono state vinte dai piloti di F1 seppur vengano disputate con mezzi di 350 cv al massimo, alcune delle quali molto simili alle WRC. Piloti come Kubica hanno vinto all’esordio un mondiale rally WRC2 mentre lo Schumacher dei Rally, Loeb, non è riuscito neanche ad impensierire il leader di classifica del WTCC (categoria distante anni luce dalla F1) seppur supportato appieno dal team ufficiale più forte del campionato. Speciali vinte da Raikkonen e Robert (senza macchina ufficiale!), mentre specialisti dal rally vengono messi dietro da Dovizioso al Bettega night sprint. Senza considerare che un pilota di F1 nella sua carriera passa dai kart, alla F3, al WEC-sport prototipi (vedi Schumacher)…quindi bisogna adattarsi a vetture sempre differenti.

  2. Renato Ronco
    Renato Ronco dice:

    La questione è sempre aperta. Ma c’è da fare una precisazione: il confronto si apre dagli anni ’70 in poi. Da quando cioè i rally diventano specialità specifica e nasce la dicotomia Rally/Pista. Prima il pilota era pilota e basta. Resta il fatto che troviamo molti piloti pistaioli che si sono cimentati nei Rally e con buoni risultati, mentre è piuttosto marginale la presenza dei rallisti in pista con risultati importanti. Loeb è forse l’unico vero esempio e comunque gli manca il riscontro in Formula 1, perchè il raffronto andrebbe fatto fra rallismo di vertice (il mondiale) e pista di vertice (la Formula 1). Questa è la vera sfida.

  3. Faber
    Faber dice:

    Se posso dire la mia, ritengo più facile che un rallista vada forte in pista che non il contrario.
    Dove per rallista si intenda pilota in gare su asfalto, terra, neve ecc.
    Per definizione quindi, pilota poliedrico, più completo ed abituato/avvezzo all’improvvisazione.
    Un saluto particolare a Luca Pazielli ed al Carlo Cavicchi…!

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *