Se ne vanno anche “Automotoretrò” e “Automotoracing” ?

La “Capitale dell’Automobile”, così è da sempre chiamata Torino. E non solo per la presenza della più grande Azienda automobilistica italiana (…quando c’era la Fiat), ma anche per i tanti eventi legati al mondo delle quattroruote da sempre organizzati a Torino.

Eppoi ? Eppoi dobbiamo ringraziare i vari politici che hanno governato la Città, che ad uno ad uno si sono lasciati scappare le manifestazioni motoristiche, nonostante queste abbiano avuto sempre grande successo

Il quotidiano cittadino La Stampa ora ci informa che l’”esodo” non è ancora terminato.

Infatti, riporta che:

“Dopo la ferita ancora aperta del Salone dell’auto che nel 2020 ha traslocato in Lombardia, ora Torino rischia di perdere anche un altro evento dedicato al settore, capace di attirare in città circa centomila persone tra espositori, appassionati e professionisti. Automotoretrò e Automotoracing potrebbero traslocare da Torino e i problemi sono tutti legati alle richieste arrivate dalla società francese Gl Events che gestisce Lingotto Fiere, sede dove da anni si tiene la manifestazione.

La settimana scorsa erano anche già state annunciate le date scelte per la quarantesima edizione, la prima effettiva dopo la pandemia, che doveva tenersi dal 9 al 12 febbraio 2023. Indicazione scritta con certezza sul sito ma che ora ritorna in forse, non tanto il periodo quanto il luogo. A Torino le alternative sono praticamente nulle, quindi si sta guardando con interesse ad altre città. E così “la capitale dell’auto” rischia di perdere ancora terreno.

«Problemi con il Lingotto ci sono da decenni ma abbiamo sempre cercato di superarli. I canoni richiesti sono sempre stati alti, al limite delle nostre possibilità ma ora la richiesta è insostenibile. Dopo due anni di Covid che ha inciso pesantemente sulle casse della manifestazione, c’è arrivato un preventivo di 300 mila euro in più sulla locazione, oltre alle spese che verranno calcolate a manifestazione conclusa», spiega Alberto Gianoglio che, con il padre Giuseppe, organizza l’evento. Praticamente un raddoppio che porta i costi a sfiorare il milione di euro. «Nel 2020 l’affitto era stato di 350 mila euro a cui si sono sommati circa 200 mila euro di spese. Per il 2023 la previsione – spiega Gianoglio – è di pagare 650 mila euro per gli spazi a cui si devono sommare le spese che potrebbero arrivare a 350 mila euro considerati i costi attuali dell’energia. Così non siamo nelle condizioni di proseguire». Un aumento del canone per i giorni della manifestazione, quindi, su cui non influiscono nemmeno le bollette.

L’interlocuzione nei mesi scorsi era stata guidata da Lamberto Mancini, che è stato amministratore delegato di Gl Events fino a ottobre. Poi il manager ha lasciato e solo da poco è stato sostituito da amministratore ungherese scelto da Gl Events, che guida per il gruppo anche la fiera di Budapest. Un avvicendamento non ancora ufficializzato nemmeno sul sito del Lingotto dove è ancora segnalato Mancini come figura di riferimento. In passato era stata creata anche una joint venture tra Gl Events e Bea Srl (la società dei Gianoglio) ma poi gli organizzatori hanno deciso di sciogliere l’accordo e di proseguire come privati, continuando comunque ad affittare gli spazi. «Era stata una scelta per limitare i costi ma non aveva funzionato. Un rapporto che si è incrinato ancora durante l’edizione del 2020 quando Gl Events ha mantenuto i soldi degli incassi per 11 mesi versandoli solo quando abbiamo iniziato ad agire per vie legali», evidenzia Gianoglio. E aggiunge: «Il nuovo amministratore delegato ha voluto conoscerci e ci ha chiesto quali fossero le nostre problematiche. Peccato che dieci giorni dopo ci abbia inviato questo preventivo».

L’organizzatore attacca anche il poco sostegno ricevuto fin qui. «Quando ci sono problemi con il gruppo francese – dice – si parla solo del Salone del Libro, di Artissima o del Salone del Gusto (che per il 2022 ha traslocato al Parco Dora abbandonando il Lingotto, ndr) grazie all’appoggio politico. Automotoretrò e Autoracing, pur essendo le uniche manifestazioni che riempiono interamente sia il Lingotto Fiere, sia l’Oval, sia le aree esterne, non vengono mai considerate abbastanza. Eppure sono 40 anni che portiamo centomila persone da tutta Europa, creando un indotto forte».

Automotoretrò, nata nel 1982, è la più antica fiera di automobili d’epoca che prosegue con continuità da quarant’anni. La scelta di farla a febbraio è legata alla decisione di anticipare ed essere il primo evento annuale del settore, cosa che spinge molti acquirenti a partecipare. «Dopo aver annunciato le date non siamo più così sicuri. Abbiamo dei rallentamenti nell’organizzazione, questa situazione ci sta causando problemi grandissimi. Lo spostamento dei giorni non è previsto ma a questo punto mi sembra che Torino non solo non si meriti più Automotoretrò ma anche altre manifestazioni. Se la città non ci aiuta, è doveroso andare dove riceviamo sostegno».” (tratto in parte lastampa.it)

2 commenti
  1. Autologia
    Autologia dice:

    In merito all’articolo “Automotoretrò in fuga” pubblicato domenica 27 novembre su La Stampa, la società organizzatrice di Automotoretrò e Automotoracing BEA Srl informa espositori e pubblico che, anche grazie alla collaborazione con le istituzioni, è al lavoro per trovare una soluzione che permetta di non annullare o spostare l’evento in programma dal 9 al 12 febbraio 2023.

  2. Renato Ronco
    Renato Ronco dice:

    Incredibile. Ma possibile che una città che all’automobile deve molto non sia capace di reagire ad una tale situazione? Spero che la cittadinanza si faccia sentire. Un evento come Automotoretro’ merita di essere sostenuto, non vessato.

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