Sette domande a Giovanni Perosino

Ho conosciuto Giovanni Perosino mille anni fa, dall’altra parte del tavolo di lavoro: era il mio Cliente
Elegante, deciso, propositivo. 

Una carriera di successo come Responsabile Marketing e Comunicazione alla Fiat,  all’Audi,  alla Lamborghini ed oggi alla Ita Airways, la compagnia aerea di bandiera. 

Un raro-rarissimo manager italiano che ha fatto carriera in Germania, e che carriera !  Chapeau !  

Questo il profilo ufficiale, ma c’è un altro pensiero laterale, non contraddittorio con il primo,  che  mi frulla per la testa:  se penso a Giovanni Perosino penso a un ossimoro 

Gli opposti della personalità che diventano realtà. 

Spavalderia e timidezza  ,” joie de vivre”  e impegno professionale , certezze e dubbi, intelligenza e sfinimento per gli interlocutori, sfrontatezza, ma rispetto  delle liturgie quando serve , concentrazione e distrazione al tempo stesso …mi piacerebbe continuare, ma preferisco fermarmi qui.    

Inaspettato sempre.   

L’unico al mondo – e lo dico con stima – che sa trasferire la gioia e l’energia di affrontare la vita professionale  come si affrontano le onde di un mare in burrasca, quando hai vent’anni, come farebbe un ragazzo della costa. 

Capace di surfare le onde come un protagonista di  “Big Wednesday”  

Un eterno ragazzo: nessuno era più Peter Pan di lui  

Grazie Giovanni per questa  intervista appassionata!  

 

1 – la tua prima auto 

Sono partito con una macchina un po’ da “viziato”, con cui ho iniziato ad adorare la velocità: Peugeot 205 GT 1.6 Pininfarina. Un pezzo di Italia, forse la macchina più “figa” che esisteva a quell’epoca. Bianca, interno nero, con piping rosso… un piccolo demonio!

2- la tua strada del cuore 

Da buon torinese è la panoramica Torino Superga, una straordinaria “pista”. La “panoramica” regala sempre emozioni, la si può percorrere di corsa, in bici… o provare in auto le sue leggendarie curve! A 18 anni con un mio amico riuscimmo a capottare una golf GTI su una di quelle leggendarie curve ed imparai la lezione: da lì in avanti la panoramica ha sempre avuto un ruolo, fino a questa estate quando l’ho percorsa con una Uracan V10 da 620 CV con mio figlio, una poesia…

3 – fantasy dinner : inviti a cena dei piloti di ieri o di oggi , chi vorresti a tavola ?

Guarda, allargo la domanda: piloti, costruttori… avendo avuto l’onore di fare per quasi 3 anni il direttore commerciale di Lamborghini ho un po’ respirato il mito di Ferruccio Lamborghini. Quindi mi sarebbe piaciuto fare una cena con il fondatore. Ferruccio aveva sempre questa voglia di fare challenge sullo status quo, se non c’è una cosa che mi piace , me la faccio io come piace a me.

Ferruccio Lamborghini mi divertirebbe e mi divertirebbe moltissimo il Drake, penso che un personaggio come Enzo Ferrari potrebbe essere una fonte di grande ispirazione imprenditoriale: il mondo delle corse, il mondo della sfida, della caparbietà e dell’ingegno italiano…

Dal passato prenderei questi 2 imprenditori dell’automobile più che un pilota, mentre oggi vorrei invitare Leclerc perché è talento puro, attitudine, spirito sportivo vero!

Lui si chiude in casa a fare il simulatore e la fidanzata fuori casa deve entrare nel simulatore per dirgli che è chiusa fuori e deve aprirgli la porta… la passione che lo coinvolge e lo travolge … mi divertirebbe molto incontrare un “young gun “come Jean.

4 – meglio le auto tedesche o le italiane Pro e contro delle une e delle altre ? 

Guarda io sono italiano, ambasciatore dell’Italia, appassionato: l’Italia è nel mio dna in ogni mia briciola e quindi ho grande rispetto e amore per questo Paese.

Devo però dire che dopo 11 anni con il più grande costruttore automobilistico al mondo, il Gruppo Volkswagen, ritengo oggi che i tedeschi siano, non migliori o peggiori – sono stati più consistenti. Noi siamo stati più bravi all’inizio, poi a un certo punto ci siamo un po’ distratti che è un po’ tipico degli italiani, quindi distraendoci abbiamo smesso di costruire valore. Abbiamo perso l’opportunità di giocare il ruolo dei protagonisti che avevamo in passato nel mondo “Premium” dove oggi i tedeschi primeggiano.

La vera differenza è che i tedeschi non si sono mai distratti , sognavano di essere italiani, la bmw disegnava i piani marketing sognando di essere l’Alfa Romeo… non ho dubbi nel nostro dna potremmo essere i più bravi ma oggi non lo siamo: i tedeschi sono riusciti a sviluppare di più il business, investire risorse. Più alte di quelle che sono state investite da noi, e questo è un settore molto capital intensive. Oggi una vettura tedesca ha un investimento di ricerca e sviluppo che è imparagonabile agli altri; loro vincono perché hanno tempo e soldi, ma non è che gli è stato regalato, se lo sono guadagnati grado dopo grado.

5 – manager auto in Germania: istruzioni per l’uso 

La ricetta è un po’ quella che potrei suggerire a un italiano che lavora in un contesto internazionale. Primo ingrediente è la curiosità e l’umiltà di non pensare, visto che sei italiano, che sei più figo. Sono arrivato quasi a viverla come un minus, noi abbiamo sicuramente una certa fierezza nel nostro carattere ma rischia di diventare quasi una macchietta quando la esasperi.

Guidavo un team di 140 tedeschi, per me l’ asticella non era alta, di più!  La over performance era uno standard… però ho sempre detto loro: ”facciamo il gioco: che ognuno di noi ruba all’altro qualcosa di prezioso. Io sono venuto qua a rubare cose che mancano alla mia cultura, trovo corta la nostra cultura limitata su alcuni aspetti e, se posso consigliarvi, rubate qualcosa anche a me dove vedete vostre lacune“.

Penso seriamente che queste 2 culture così differenti, ma che sono anche vicine, siano il left and right side del cervello razionale ed emozionale, che insieme fanno una macchina perfetta.

Il bilanciamento tra la capacità di organizzazione, di misurazione, di preparazione… con l’italian genious e creativeness.

Quando vedo gli italiani che arrivano in Germania e pensano noi siamo flessibili- agili -fighi, “che palle il processo “, la presa in giro del processo , e all’inizio in qualche modo l’ho fatto anche io questo errore… poi me ne sono molto ricreduto. Il processo non è rigidità, anzi!

Faccio sempre l’esempio dei pompieri: arrivano davanti all’atto più inaspettato, può essere successo qualsiasi cosa in un incendio, di fronte all’ incognita più imprevedibile i pompieri applicano un processo rigidissimo e risolvono in tempi brevissimi eventi molto complessi.

Ecco questo è il mio sogno: il processo dei pompieri applicato al nostro modello di business.

6 – quella volta che … Luca de Meo 

Super “Luke” come chiamo Luca… mio grande mentore…

Quella volta che “Luke” e io avevamo iniziato la nostra avventura con Armando Testa, quando l’agenzia seguiva tutto il budget di Lancia: abbiamo fatto delle bellissime operazioni marketing molto innovative insieme, di stile italiano…

Ringrazio Armando Testa perché fu un bellissimo inizio, con il mio team ci guadagnammo l’onore di aver fatto cose out of the blue, passammo un po’ alla ribalta… avevamo fatto delle cose fatte bene su un marchio che era minore: a un certo punto arrivò Sergio Marchionne e nominò Luca a capo di Fiat… e mi ricordo la telefonata in cui mi disse “abbiamo avuto la chiamata alle armi , adesso si passa alla vita vera Gio’, siamo stati chiamati a gestire il grande BRAND! Ci trovammo così su nomina di Sergio Marchionne a costituire il team per gestire Fiat nella rinascita, nel momento più buio, quando c’era il famoso lancio della Grande Punto che era il momento del “make or break “ di tutta l’intera azienda.

Da lì ripartimmo con la Grande Punto, la Bravo , la 500.

Quella volta che Sergio Marchionne

Marchionne… quante belle memorie… e quanti insegnamenti! Vera scuola di leadership. Ricordo un paio di telefonate: la prima fu quando lanciammo nel 2007 la 500: creammo questo incredibile fenomeno in Italia, portammo tutta l’Italia nelle piazze, facemmo grandi cose e lanciammo 500 con un video manifesto di cui fui molto orgoglioso, il cui testo fu scritto dal suo black-Berry …però diciamo che feci tutta l’operazione, la campagna di lancio la curai io con il supporto di Massimo Gramellini, con le immagini di Nuovo Cinema Paradiso, con la musica di Giovanni Allevi… diciamo che il progetto di comunicazione lo seguii io, il testo fu suo.

Ecco quando uscì questo bellissimo pezzo di comunicazione, fu molto commentato e fu attribuito a lui, a Marchionne; mi telefonò “dottore voglio scusarmi “ mi disse  “per aver preso un merito non mio… quella campagna lì l’ha fatta lei, volevo solo dirle che le riconosco tutti i credit … “ una telefonata molto piacevole. La seconda invece un po’ più scioccante avvenne nel luglio del 2009, quando lui fece l’operazione Chrysler. Dopo pochi mesi dall’acquisizione la Chrysler non poteva sostenere il doppio costo di CEO del Leadership Team: allora SM diede la doppia funzione, a pari stipendio a tutto il suo leadership team, ecco LA chiamata. Stavo andando ad Arese, all’epoca ero capo marketing Alfa Romeo: a Balocco sulla pista , mi arrivò la telefonata che mi annunciò che lui aveva in mente di portarmi in Chrysler … mi passano il Dottore : “Giovanni andiamo a reinventare la comunicazione in America” mi disse una frase di queste , di grande motivazione “andiamo a rovesciare il tavolo , andiamo a cambiare lo schema di gioco “ e mi annunciò che aveva intenzione di portarmi con lui a Detroit. Fu un annuncio di grande fascino ma anche di grande preoccupazione all’epoca, mi ricordo bene questo momento…

Quella volta che Alfredo Altavilla

Con Alfredo ho sempre avuto un buon rapporto ma non ho memories di lavoro perché all’epoca quando ero in FCA fino al 2010, Alfredo lavorava con il dottor Marchionne a stretto contatto sulla parte acquisizioni, ed io avevo pochi contatti professionali con la sua area. Ho sempre avuto grande empatia e simpatia con lui tanto che quando andai via dal Gruppo andai a salutarlo a ringraziarlo e gli dissi sono italiano e fiero di questa azienda e potrete sempre contare su di me. Fu una delle persone cui diedi questo messaggio quando andai via, anche se non ho storie di lavoro: ho una storia di grande rispetto e di simpatia per un leader che contribuì in maniera sostanziale al successo dell’operazione di Marchionne.

Poi in questi anni ci siamo sentiti, è sempre stato appassionato di automobili, è venuto a trovarci in Lamborghini, è amico di Domenicali… quando era ancora a capo di FCA lo vedevo ai Motorshow… poi a luglio mi ha chiamato e questo è stato un momento di grande emozione, perché quando mi ha chiamato ci ho messo poco a capire cosa voleva e lui ci ha messo 30 secondi a farmelo capire … è stato piuttosto veloce !

7- chiudiamo con la comunicazione: la campagna pubblicitaria che ti ha dato più soddisfazione, anche 2 se vuoi …

Guarda intanto penso che sono innamorato di questo lavoro che faccio da tutta la vita, continuando a considerarlo un privilegio.

Trovo che coinvolga ogni aspetto da quello strategico a quello creativo, emozionale, la voglia di sfidare l’ovvio, trovare le grandi idee, essere innovativi, diversi, sempre, attrarre… continuo ad avere una grandissima passione: questo lavoro mi piace pensarlo in termini più ampi che non a singoli episodi di campagna per cui ricordo con piacere tutta l’operazione che fu fatta dagli inizi con Sergio Marchionne 2005-2006-2007 quei 3 – 4 anni in cui la Fiat che era in bancarotta:  calcolavamo quanti soldi bruciavano al giorno, all’ora e quanto costava stare 2 ore in un meeting per avere il senso dell’urgenza. Abbiamo cercato in tutti i modi di contribuire alla rinascita di quello che era la Fiat, andando a toccare le corde dello stomaco degli italiani, per ridargli orgoglio e meritare di farci scegliere… ricordo quando convincemmo Fiorello a collaborare con noi perché ci sembrava la faccia giusta per una azienda che voleva tornare a essere simpatica, empatica con il pubblico.

Fiorello lavorò con noi e poi riuscimmo a convincere Vasco Rossi e a concederci per la prima volta in pubblicità un testo: “ho guardato dentro un emozione ci ho visto tanto amore” per il lancio della Grande Punto: quando un cantautore italiano ti raccontava con tanta emozionalità quell’idea che tu volevi trasmettere e con quella modalità che andava in vena subito…

Quando Gianna Nannini ci ha parlato di una “meravigliosa creatura “ per la Fiat Bravo… ecco tutte cose, un bouquet di asset, che messi insieme hanno contribuito a riportare un poco fuori dall’ombra la nostra amata Fiat.

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