Sette domande al Commissario Belpensiero

Succede sulla costa che entri in una libreria dove conosci il proprietario e inciampi in uno scrittore di frontiera: Franco Fiorucci (nella foto). 

Scopri che scrive gialli, che è stato un giornalista automotive in una vita precedente, e che il suo eroe è il commissario Belpensiero. 

E ti dici perché non lo intervistiamo? 

Cosi oggi “Sette domande a…” incontra  il commissario Belpensiero, che si muove sulla frontiera e i cui casi si svolgono di qua’ e di là del confine. 

1-La sua prima auto, un ricordo commissario.

Risposta banalissima, ma direi inevitabile per gli automobilisti della mia generazione: la Fiat 600, cioè il modello con cui l’Italia accese il motore. Ricordo nei ricordi, la 600 dell’amico che me la prestò per andare a sostenere come privatista l’esame di guida per il conseguimento della patente: allora usava. E poi la prima auto in famiglia: un esemplare di 600 vecchiotto, a quattro porte, bicolore, “fuori serie”, della carrozzeria Scioneri di Savigliano. Dalle gomme rigorosamente con la banda bianca…

2-La sua strada del cuore

Il Ponente ligure offre molte situazioni in cui la guida si sposa con il piacere degli occhi. La strada che da Porto Maurizio sale a Vasia, quella che da Capo Nero si arrampica verso Coldirodi, la via dei Colli di Bordighera e tante altre. Ma una si impone su tutte: l’Aurelia da Ventimiglia alla frontiera di Ponte San Luigi, con lo splendido scorcio della Mortola che lascia il posto a un vero tuffo al cuore arrivando al curvone della Croce con l’ubriacante panorama sulla Côte…

3-Ci sono dei personaggi del mondo dell’auto che vuole ricordare?

Io amo la Storia, tutta la Storia e quella dell’automobile non fa eccezione.

In particolare per il mondo delle quattro ruote il fascino maggiore è per i tanti personaggi che popolano quelle vicende a motore.

Non soltanto i piloti, ma certo con i piloti a dominare. Su tutti c’è il profilo di Juan Manuel Fangio, la cui vicenda è tale da non avere concorrenti. E poi i personaggi automobilistici che hanno mescolato storie diverse. Uno su tutti: “Williams”, vincitore del primo Gran Premio di Monaco e che sorprende come la sua vita non sia ancora diventata un film.

Visse tutto: bella vita, corse, vittorie, la lotta come sabotatore dei servizi segreti inglesi in Francia durante la guerra. Manco a dirlo quando fu paracadutato dietro le linee nemiche dove atterrò?

Proprio dove nel 1929 aveva vinto il Gran Premio di Francia: a Le Mans, guarda un po’!

Come non innamorarsi di personaggi del genere. Per quel che riguarda l’industria automobilistica una figura emozionante è quella di Ferdinand Piech, nipote del grande Porsche e deus ex machina delle attività sportive Porsche alla fine dei mitici Anni 60, poi artefice della rifondazione dell’Audi e quindi capo del gruppo Volkswagen.

Tra i pur tanti “monumenti” della storia dell’auto, mi pare difficile non riservargli il gradino più alto del podio.

4-Ha un’auto dei sogni commissario Belpensiero? E il suo stile di guida come lo descriverebbe?

Da ferrarista, lì per lì mi viene da scegliere tra i capolavori di Maranello, con la 275GTB in testa. Ma forse è banale, e non nego che un’emozione esagerata la provai durante una trasferta in Germania per un convegno delle polizie europee, quando mi portarono a vedere il museo “Rosso&Bianco” di Aschaffenburg dove scoprii la Talbot Lago 150SS carrozzata dal genio di Giuseppe Figoni, piacentino trapiantato a Parigi. Quanto alla guida, non lo nego: sono un impiastro e ne tengo conto andando molto tranquillo.

5-Fantasy dinner: chi invita a cena di piloti di F1 o rally di ieri o di oggi o di personaggi legati al mondo dell’auto?

Tra gli appassionati di auto (ma non solo) chi ha il coraggio di affermare che non vorrebbe poter vivere un incontro con Enzo Ferrari, semplicemente l’incommensurabile.

6-Quell’indagine in cui l’auto è stata importante, se non determinante…

Sembra un caso, ma mi sa tanto che non lo è: nelle mie inchieste l’automobile in qualche modo c’è sempre. Come quella volta nella mia prima inchiesta rivierasca in cui un anziano poliziotto francese ricordò le imprese di François Lecot, che nel 1936 fece tutti i giorni per 52 settimane il percorso Parigi-Lione-Costa Azzurra per dimostrare le grandi qualità della Citroën Traction. Il ricordo ci permise di intuire che l’assassino, in viaggio d’affari nel nord della Francia, era potuto arrivare sulla Costa e commettere il suo delitto e ritornare al nord.

7-E dietro la curva?

Un rettilineo: su cui attendere con trepidazione la curva successiva. Come è la vita.

 

Ps.Le avventure del commissario Belpensiero sono edite da etabeta e reperibili su internet.

1 commento
  1. Renato Ronco
    Renato Ronco dice:

    Il Commissario Belpensiero è intrigante come è intrigante il suo creatore, Franco Fiorucci. Non penseresti mai che questa persona dall’aspetto così pacifico sta frugando nella vita dei personaggi così complessi. E non vedi l’ora che Belpensiero ci riveli la verità finale. Non per nulla Fiorucci è un fan di Simenon.😜

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *