Sette domande e sette strade per Raffaele Balducci

Raffaele Balducci è direttore creativo in una importante agenzia pubblicitaria italiana, dove si occupa di automobili, ma prima di tutto è fiorentino e toscano 

Il WhatsApp recitava: “parliamo di strade toscane, di numeri di strade, di ricordi e immagini, indirizzi e quant’altro: alberi, boschi, filari, quadri, incontri, una sosta culinaria, curve, rettilinei, borghi in lontananza … Ogni strada è una storia, una storia personale che diventa una storia collettiva. Storia anche di auto con cui le hai percorse, storie di persone, gomma bucata, acqua, sole, luci a cavallo, albe o tramonti …E le risposte, ci restituiscono il sapore di una terra unica e la spensieratezza degli anni. 

 

1)  SS1 Aurelia  ( strada statale )

Al primo posto viene l’Aurelia. Un po’ perché è la nostra Number One, un po’ perché io sono del versante Tirrenico, ed è stata una costante della mia vita. Sempre diversa ma sempre lei. È La strada del mare. Quella che quando guidi e volgi la testa, vedi il tramonto sul mare.

Il tratto che mi piace di più è quello dove la campagna sfuma nel mare. Da Baratti fino ad Ansedonia. Aurelia. Quella che ha dato il nome ad una delle più belle vetture della storia Lancia, quella de “Il Sorpasso” di Dino Risi, per intenderci. Aurelia. Che è anche il nome di una ragazza che ho conosciuto anni fa. Peccato non aver mai avuto l’opportunità di far sì che le tre cose si incontrassero: A bordo di un’Aurelia, con Aurelia, sull’Aurelia.

2)  SR 222  ( strada regionale “ la Chiantigiana”)  

La Chiantigiana. Da Firenze verso Siena attraverso i profumi del “Chiantishire”. Dovrei parlare di auto, ma mi permetto una licenza motoristica. Nei ricordi c’è la mia vespa Vespa 125 Primavera. Impossibile raccontare l’effetto culla lungo i crinali delle colline fiancheggiati dalle vigne. Una serie di cartoline dall’Italia per il mondo: Greve, Panzano, Castellina, una deviazione a Gaiole e Radda. Insomma, luoghi ben impressi nella memoria e sulle etichette di vini.

3)  SR 68  “ la Volterrana “ 

Qui c’è il puro piacere di guida. Quello un po’ incosciente dei 18 anni. Saliscendi e curve fra le colline con una Mehari del mio compagno di banco al liceo. Noi e altri amici, che ci divertivamo in pieno inverno a raggiungere dopo cena Populonia, partendo da Firenze. L’obbiettivo era arrivare a fare il bagno in piena notte alle Terme del Calidario di Venturina. Il luogo era magico. Scavalcavamo la recinzione e ci godevamo un bagno fra i vapori in tutta libertà, dopo il freddo patito sulla Mehari. Sulle curve della Volterrana, per battere il tempo e tenere il Mehari in assetto, ci sporgevamo “fuori bordo” come al trapezio su una vela con deriva. Una follia che avrebbe meritato dei gran ceffoni.

4) SS 2 “ la Cassia “ 

Un’altra bellissima strada consolare. Ne conosco bene il tratto più vicino a Firenze, quello di Tavarnuzze e San Casciano. Questa volta è la Diane giallo limone dei miei 20 anni che mi porta alla Trattoria del Sor Paolo. Fagioli all’olio e bistecca. Se mai vi trovaste in zona, non disdegnate una deviazione in via degli Scopeti. Incontrerete una Taverna a Sant’Andrea in Percussina. Eccellente pure questa. Un luogo storico legato a Machiavelli. Quando mi sono trasferito a Roma, un giorno, vedendo una pietra miliare fuori porta che indicava il nome “Cassia”, mi sono commosso. Saranno stati i fagioli del Sor Paolo?

5)  SR 65 “la Futa” 

Un set pubblicitario per Alfa Romeo Giulia, in tempi recenti. Bella strada. Senti subito l’eco della Mille Miglia. Nei ricordi lontani eccomi invece su un pulmino Fiat 850. Quello verde dell’Esercito. Mi sbarcarono nell’ultimo comune della provincia di Firenze. Fu per due giorni e due notti la mia linea Gotica. Ero in pieno confine appenninico. Facevo il servizio militare e vinsi la guardia armata al seggio più remoto: Marradi. Solo come un cane, mi sentivo in frontiera come Costner in Balla coi Lupi. Faceva un freddo porco.

6)  Una strada del Forte 

Per questa risposta scendo dall’auto e prendo la bici. Non parlo di una strada in particolare, ma parlo delle strade del Forte dei Marmi. Quelle che tagliano la pineta verso il mare. La fanno da padrone i pini marittimi. Se pedali verso il mare, improvvisamente ti lasci l’ombra alle spalle e ti investe la luce abbagliante del litorale.  C’è uno stacco improvviso, violento. Anche negli odori e nel vento.  In Versilia cerchi sempre con lo sguardo il mare. Ma una cosa che spesso ci si dimentica è quella di guardarsi alle spalle. La vera bellezza del Forte è questa: Le Alpi bianche di marmo a contrasto con il verde dei pini marittimi. Strano parlare di Alpi che si affacciano sul mare. Eppure in Italia abbiamo anche questo.

7)  Un viale di Firenze

A Firenze lo chiamano il Viale dei Colli. Ma non esiste questo nome sulle mappe. Si intende quella rete di viali che da Porta Romana e dal Ponte San Niccolò conducono al piazzale Michelangelo: Viale Michelangelo, Viale Galilei, Viale Machiavelli. Siamo sulle colline che dominano la città. Sembra di essere in campagna. Ma sei ai margini del centro storico. Al “Piazzale”, si apre una vista mozzafiato. Anche questa una cartolina per il mondo. L’auto questa volta è una Fiat 127 Diesel del mio amico Lorenzo. Storie di ragazzi e ragazze.

7bis) Una strada bianca

Mi piace imboccare le strade sterrate. Non sai mai dove ti portano. Poi scopri delle scorciatoie o dei punti di vista sulla città che non conoscevi. Finisci per ricongiungerti ad una strada nota e allora dici: “ma guarda un po’ dove sono!”.  Le colline di Firenze ne sono piene. D’estate devi chiudere i finestrini per la polvere, d’inverno anche per le pozze d’acqua. Una per tutte, Via di Quintole per le Rose. Oggi la troverete asfaltata.  Auto? Una Polo prima serie, color “visone” come dicevamo a fine anni ’80 perché faceva chic.

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