Tanto per ricordare com’era una volta
L’Ospite di Autologia:
Già ai tempi di James Allison, il direttore tecnico che stava lavorando in Ferrari, aveva rivelato che con lui ci sono altre mille persone che lavorano con questo intento alla Gestione sportiva Ferrari.
Queste parole, si era forse nel 2015, mi riportano indietro al 1977, in Argentina, per il mio secondo gran premio ufficiale da inviato del Corriere della Sera (il primo fu a Zeltweg, in Austria, nel 1972 quando ancora ero alla sezione calcio).
Dunque, in quel gennaio caldissimo di Buenos Aires, ero al box Ferrari razzolando notizie e parlavo con Antonio Bellentani, allora capo meccanico di Carlos Reutemann. Nel box c’erano tre monoposto, una ciascuno per Niki e Carlos più un muletto, cioè la vettura di riserva.
Chiesi a Bellentani: “Quanti meccanici ci sono per ciascuna macchina?”.
Risposta: “Tre per quelle da gara e uno per il muletto”.
Non mi parve vero di inserire una piccola polemica nei miei servizi per il Corriere. Ma perché mai, scrissi, il “muletto” non deve avere tre meccanici come le altre due monoposto?
Il giorno dopo l’uscita dell’articolo, di mattina presto, il telefono squillò. All’altro capo Enzo Ferrari: “Caro Morosini, se desidera tre meccanici anche per il muletto può certamente averli: a patto che se li paghi lei”.
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