Un sogno affidato al vento

La storia dell’automobile è fatta di sogni e di appassionati che hanno avuto il coraggio di realizzare quello che avevano sognato tante volte, e non solo a occhi chiusi. Senza i sogni di Enzo Ferrari, Vincenzo Lancia, Nicola Romeo, Battista Farina e tanti altri il mondo sarebbe diverso, sicuramente più povero e meno bello.

Oggi sognare nel mondo dell’automobile è sempre più difficile: investimenti enormi per realizzare un’auto partendo da zero, tecnologie avanzatissime, normative da rispettare sempre più severe e infine le difficoltà nel raggiungere quei pochi clienti sparsi nel mondo capaci di desiderare e di acquistare un’auto da sogno. Settant’anni fa sono stati i divi del cinema, i ricchi industriali italiani e qualche magnate americano a rendere grandi e famosi marchi come Pininfarina, Ghia, Vignale, Zagato e le altre grandi firme dell’automobile, ma oggi tutto è tremendamente più difficile.

Nonostante questo c’è ancora chi sogna di realizzare una supercar unica, capace di conquistare gli sceicchi del golfo Persico, gli imprenditori asiatici e i ricchi americani. Due giovani “sognatori”, Paolo Mancini e il designer Giorgio Pirolo, i fondatori del marchio Frangivento, hanno svelato il loro ultimo sogno, prima sulla pista di Imola e poi sulle strade del Festival di San Remo, la Frangivento GT65, grintosa coupè da 650 cv, che segue le prime due realizzazioni del marchio torinese, la Asfanè e la Sorpasso.

Questa volta però assieme a loro si è aggiunto un nome famoso del motorismo mondiale, Loris Capirossi, che ha contribuito a definire le linee e le caratteristiche tecniche della GT65, che non per nulla nel nome riprende quel “65” che ha accompagnato il pilota romagnolo nelle sue gare iridate.

La nuova coupé è un’evoluzione dalle linee più pulite, ma sempre grintosissime, della precedente one-off Sorpasso: fibra di carbonio per la carrozzeria e parte degli interni, motore V10 aspirato da 650 cv, 330 km/h di velocità massima, scatto fulminante (0-100 km/h in 3”) e un assetto da vera sportiva messo a punto dallo stesso Capirossi, sono gli elementi chiave di questo progetto, per il quale è prevista una produzione di soli tre esemplari a prezzi ipotizzabili nell’ordine dei 500.000 euro. La meccanica, sviluppata dai tecnici della Frangivento, con trazione integrale, telaio in fibra di carbonio ed elementi in alluminio e motore V10 di 5.2 litri, ha un’origine nobile, deriva infatti dalla Lamborghini Huracan e dall’Audi R8. Il risultato è una sportiva capace di ammaliare, come le fuoriserie che negli anni Cinquanta uscivano dagli stabilimenti della Pininfarina o della Ghia, che emoziona non soltanto nell’estetica ma anche nelle prestazioni su strada e in pista.

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