Il volante, lo stacco e me lo porto via

Il rivoluzionario volante Jaguar quello che si stacca e si porta via avrebbe avuto un ruolo importante nella trasmissione-quiz Telematch. Quella che in tv, tanti anni addietro, incuriosiva i telespettatori.

E’ stato uno dei primi programmi televisivi a premi della Rai, regia di Piero Turchetti. Andò in onda per 78 puntate trasmesse di domenica alle 21,15. La prima datava 6 gennaio 1957, l’ultima il 13 luglio 1958. Tre addirittura i conduttori, due in studio Enzo Tortora e Silvio Noto, entrambi scomparsi, e il terzo come inviato, Renato Tagliani.

Uno dei momenti di maggiore interesse era il gioco dell'<oggetto misterioso>. Tagliani, in una delle piazze italiane, proponeva, di volta in volta, un particolare di un oggetto del quale occorreva indovinare il nome. Da una costola di Telematch sarebbe poi nata la trasmissione Campanile Sera.

Ed il futurista volante Sayer montato a bordo del concept elettrico Jaguar <Future Type>, in mostra, sino al 10 settembre scorso, al Tech Fest di Londra, avrebbe avuto tutti i crismi per non essere individuato, per mettere in difficoltà i concorrenti .

Le auto del futuro si guideranno come gli aerei di oggi, utilizzando una cloche nell’aspetto molto simile a quelli dei moderni aeromobili. Solo che questo <aggeggio>, una volta parcheggiata l’auto nel box, si staccherà dal veicolo e si porterà a casa.

Perchè mai? Per evitare che venga rubato come l’autoradio? Niente affatto. Questo volante dispone di una intelligenza artificiale, ad attivazione vocale, in grado, quindi, di svolgere altre mansioni, per niente legati alla guida. Così l’oggetto misterioso, il volante avrà altri compiti. Uno fra questi quello di segnalare l’adesion del suo proprietario all’on-demand service club, che tra i vari servizi offre la possibilità di condividere l’auto con altri utenti della comunità.

Un volante che indossa i panni di un assistente dell’automobilista. Provvederà lui a memorizzare appuntamenti, riunioni di lavoro, viaggi, a fissare sveglie, a vigilare sull’andamento del traffico, a prenotare un tavolo al ristorante, ad avvertire che le scorte nel frigorifero di casa si stanno esaurendo. Sayer, il nome di questo magico aggeggio, deve il suo nome a Malcom Sayer, uno dei più illustri designer della storia Jaguar, che ha lavorato per il marchio britannico tra il 1951 ed il 1970.

Il cuore pulsante di questo oggetto misterioso è l’Human Machine interface progettato dal brand inglese nell’ambito della visione della mobilità del 2040, in cui il concetto di auto di proprietà sarà superato dalla shared mobility.

 

Un volante compagno di vita inseparabile, senza pulsanti, tutto rigorosamente digitale. Evoca i volanti della F1 o la cloche di un aereo di linea, realizzato in metallo con finitura satinata e con il Giaguaro in bella mostra.

 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *