Dallara realizza il sogno: la Stradale

È l’auto che l’ingegnere Gian Paolo ha sempre avuto in mente. Essenziale e spartana, ma trasformabile da barchetta a coupé. Costa oltre 200mila euro. E i Vip fanno a gara

Si chiama Dallara Stradale e rappresenta molto più di una supercar. È l’eredità tecnologica di un genio nel mondo dell’automobilismo sportivo, Gian Paolo Dallara, ingegnere, per alcuni anni in Formula 1 alla corte di Enzo Ferrari. «In tanti anni di lavoro, la mia azienda è stata fondata nel 1972, ho progettato moltissime sportive per i miei clienti — spiega Dallara —, dalla Bugatti Veyron all’Alfa Romeo 4C, per fare gli esempi più recenti, ma ho sempre avuto un sogno: realizzare la vettura sportiva dei miei desideri. Finalmente ci sono riuscito, ma non è stato semplice. E sottoscrivo il proverbio del ciabattino che va in giro con le suole bucate perché non ha tempo di risuolare le sue scarpe: solo al settimo tentativo sono arrivato in fondo al progetto della Stradale».

Festa di compleanno

Il sogno è diventato realtà il 16 novembre 2017, giorno dell’81° compleanno di Gian Paolo Dallara, con la consegna delle prime quattro vetture in una festa in piazza alla quale hanno partecipato Vip, appassionati di belle automobili, e i cittadini di Varano de’ Melegari, la «vallata senza disoccupati» anche grazie all’azienda che costruisce telai e scocche per F1, Formula E, Formula 2, Gp3, IndyCar e tanto altro. La numero 1, una barchetta color «Giallo Dallara», è stata consegnata a chi l’ha pensata e desiderata per tanto tempo, l’ingegner Gian Paolo. La numero due, «Blu Francia», è andata ad Andrea Pontremoli, ad e socio dell’ingegnere. Il giallo e il blu sono i colori della Dallara. E i colori di Parma.

 Solo seicento esemplari

La Dallara Stradale sarà costruita in 600 esemplari in cinque anni. Grosso modo una decina al mese. La produzione 2017-’18, un centinaio di pezzi, è già stata tutta assegnata. Una trentina i clienti che l’hanno ordinata molto tempo fa al buio, senza conoscere il prezzo finale, e con l’anticipo di 50mila euro, perché la stretta di mano dell’ingegnere è una garanzia che non si discute. Tra i clienti della Dallara Stradale ci sono nomi di peso dell’industria e dell’automobilismo sportivo. Da Paolo e Luca Barilla a Brunello Cucinelli, da Jean Alesi a Marco Marzotto. C’è anche Sergio Marchionne, che ne ha voluto una gialla, come quella di Dallara.

Da barchetta a roadster coperta

La Stradale nasce barchetta, cioè senza parabrezza né tetto. Così l’ha sempre immaginata il suo creatore: «Essenziale, spartana, un inno alla sportività in ogni dettaglio – spiega Dallara -. In un secondo tempo ho dovuto cedere alle insistenze di Andrea Pontremoli, che ha il compito di far quadrare i conti». Nella configurazione barchetta l’auto viene proposta al prezzo di 155 mila euro più Iva, vale a dire 189mila euro. Ma dato che non tutti i clienti saranno giovani e atletici come Dallara, l’azienda ha realizzato anche un T-frame, il parabrezza e le porte ad ali di gabbiano: «Tutto ciò che serve, insomma, per trasformare la barchetta in una roadster coperta». L’aggiunta comporta un ricarico di 31mila euro più Iva: quasi 38mila euro. Risultato: circa 230mila euro.

Fibra di carbonio e alluminio

La scheda tecnica della Dallara Stradale è all’altezza, oltre che del prezzo, delle ambizioni del suo creatore. Il motore è un 2,3 litri a quattro cilindri turbo da 400 cavalli. Il peso della configurazione «base», cioè a barchetta, è di soli 820 chili: risultato dovuto alla fibra di carbonio con frames in alluminio. Velocità massima di 280 orari. Da 0 a 100 in 3,2 secondi. Per chi pensa di usare la vettura in pista è stata progettata un’ala posteriore. A disposizione anche le sospensioni regolabili, che consentono di abbassare la vettura garantendo sia l’assetto pista sia un elevato standard di comfort on the road. Che è precisamente quello che si proponeva Dallara, quando fantasticava della sua auto ideale, che l’avrebbe portato da Varano de’ Melegari al mare senza passare per l’autostrada, e scegliendo invece le statali tutte curve, tipo la Cisa. Insomma ci siamo capiti: prestazioni + piacere di guida + comfort. Uguale, godimento puro. (motori.corriere.it)

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