Festa del mare a Genova, dove le barche “tirano” più delle automobili

Per un Salone che se ne va, denunciando (come ce ne fosse ancora bisogno) che il business viene prima di tutto in barba a tutti quelli che credono ancora nella passione, ce n’è un altro che, sia pur in un diverso settore, non conosce difficoltà alcuna.

E’ noto che il Salone dell’Auto di Torino sia “scappato” dal Parco del Valentino, il posto più logico per un’ esposizione all’aperto che in questi anni ha richiamato tantissimi visitatori in nome della passione per i motori nella città capitale dell’automobile. A sostituirlo, ma non a Torino, sarà il Milano Monza Open-Air Motor Show ,  una “manifestazione con un format creato per riavvicinare il pubblico all’automobile in tutte le sue motorizzazioni e per permettere alle case automobilistiche di esporre il meglio della propria produzione”- come ha annunciato Andrea Levy, presentando la prima edizione della manifestazione, che si svolgerà dal 18 al 21 giugno 2020, con ingresso a pagamento, e per la quale sono attesi 40 case automobilistiche e 500 mila visitatori. ( https://autologia.net/milano-monza-open-air-motor-show-no-grazie/ )

E’ altrettanto noto che nel mondo dell’automobile ormai sia stato metabolizzato il malessere delle grandi esposizioni dove i costruttori non sono più disposti a investire grossi capitali dal ritorno incerto, come ha evidenziato il recente Salone di Francoforte.

Dicevamo però, che c’è un altro Salone in Italia che non conosce crisi. Si tratta di quello Nautico di Genova, giunto alla sua 59^ edizione, che è stato letteralmente preso d’assalto da una grande folla di operatori del settore e appassionati del mare per scoprire tutte le novità proposte, per un totale di oltre 188.000 presenze, con circa il +8% di crescita rispetto allo scorso anno. La manifestazione, che si è chiusa martedì 24 settembre, ha riunito nel capoluogo ligure ben 986 espositori, provenienti da 28 Paesi, in oltre 200.000 mq tra spazi espositivi a terra e in acqua che hanno ospitato oltre 1000 imbarcazioni. Numeri da record !

Certo, il mare non è come l’asfalto e le strade sono ben diverse, ma in fondo la passione per le barche non è uguale a quella per i motori, soprattutto per i bolidi di cui sono pieni i Saloni (anche l’ultima edizione di Francoforte, ristretta sì ma comunque ricca di novità importanti) ? In fondo, entrambi i settori appartengono ormai ai beni di lusso.

La differenza è che gli scenari sono ben diversi. Da una parte l’auto sta affrontando una fase di transizione verso i motori elettrici che però deve vedersela con un mercato restio ad accoglierli, dall’altra l’industria nautica da diporto in Italia ha registrato in questi anni una ripresa significativa e consolidata, con un incremento di fatturato del 75%, a partire dai minimi del 2013, una performance che nessun altro settore industriale in Italia è stato in grado di generare. E’ anche nel 2018, Il fatturato globale del settore è stato  pari a 4,27 miliardi di euro, con un 10,3% in più rispetto al 2017, una crescita ancora a due cifre per il quarto anno consecutivo!

Eppure anche la nautica si trova a dover affrontare problemi di inquinamento. Prima di tutto quello da plastica con numerose iniziative per la diffusione di una cultura “plastic free” in difesa dei mari e dell’ambiente.

Ma la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico sono da sempre all’ordine del giorno dell’industria nautica. in questi anni sono stati fatti passi da gigante, con una drastica riduzione delle emissioni gassose e sonore dei motori, che subiranno ulteriori implementazioni. Ma anche con forme di carena che, riducendo l’attrito, abbassano i consumi. Senza contare che si sta lavorando anche per ridurre le componenti plastiche nella fase di costruzione delle imbarcazioni e per il “fine vita” delle stesse per il riciclo della vetroresina.

Insomma, a dispetto dei supermotori esposti al Salone e delle imbarcazioni da sogno, il rispetto dell’ambiente è un concetto ben preciso anche nel mondo della nautica, dove peraltro va ricordata la propulsione a “vento”, come la ricca area Sailing Word del Salone di Genova ha ricordato, offrendo ai visitatori un’ampia vetrina dedicata alle imbarcazioni a vela, per chi insegue la libertà senza perdere di vista la qualità, l’innovazione e il design proposto dai produttori internazionali.

Un Salone che ha ampiamente soddisfatto gli espositori, visto il gran numero di contratti che sono stati firmati, ma anche la curiosità di chi, come il sottoscritto, si aggirava per gli stand e per le banchine, ammirando la bellezza e la tecnologia delle imbarcazioni. E così , se non altro per affinità territoriali siamo andati a scoprire l’Azimut 78, la più grande imbarcazione mai costruita nel cantiere Azimut Yachts di Avigliana, lunga 23,6 metri e larga 5,75 metri, le cui caratteristiche distintive sono soprattutto l’organizzazione degli spazi a bordo con la possibilità di separare la zona di prua con timoneria e cucina dalle zone dedicate agli ospiti. Che dire poi della Novamarine Black Siver 220je (nella foto), un vero e proprio concentrato di potenza, raffinata costruzione ed eleganza. Con i suoi 22 metri di lunghezza per 5,90 metri di larghezza è l’ammiraglia delle imbarcazioni pneumatiche. La motorizzazione può raggiungere i 1900 cv e  con la propulsione di due jet Rolls Royce Kamewa raggiungere i 50 nodi.

Anche nelle imbarcazioni c’è ovviamente spazio per l’elettrico. Così lo storico Cantiere Ernesto Riva di Laglio, sul lago di Como, ha colto l’occasione del 59° Salone Nautico per presentare il suo innovativo motoscafo full electric  “ERNESTO”. L’imbarcazione, lunga 7,65 metri e con una  portata di otto persone,  è stata sviluppata dal centro ricerche del cantiere, ed è stata costruita in legno certificato e altri materiali rinnovabili e riciclabili. Tanto da ricevere un premio a Montecarlo con lo “Special Award for Sustainable Development” della Federazione Motonautica Mondiale.

A proposito di sostenibilità, davvero curiosa è la Coral View250, una lancia trasparente che Verga-Plast ha presentato al 59° Salone Nautico. Risultato dell’unione tra tradizione e forme tramandate dai maestri d’ascia e le tecnologie più avanzate, l’imbarcazione lunga 2,50 metri, è ottimizzata anche per una motorizzazione elettrica. Una soluzione che, assieme allo scafo trasparente, apre davvero nuovi scenari per chi vuole raggiungere e scoprire le baie più nascoste e proibite a imbarcazioni con motori tradizionali.

Tra le imbarcazioni a vela come non rimanere colpiti dalla “Signora del Vento”, che con i suoi 85 metri è, dopo l’Amerigo Vespucci della Marina Militare, il più grande veliero italiano, con un  ponte di coperta di 400 mq, un ampio solarium che può ospitare fino a 160 persone e 20 cabine che possono accogliere fino a 36 passeggeri.

Insomma, un piccolo assaggio delle oltre 1.000 imbarcazioni protagoniste di questa straordinaria edizione del Salone Nautico che è stata una vera e propria festa del mare. Un successo che spinge Genova a diventare il cuore di una serie di attività legate alla nautica che vanno al di là dei giorni dedicati al Salone Nautico.

Un messaggio per quella che rischia di diventare sempre di più l’ex capitale dell’automobile.

 

1 commento
  1. Franco Liistro
    Franco Liistro dice:

    Affermare che il Salone non conosce crisi é alquanto un azzardo, Tra il 2011 e il 2017 la crisi è stata profonda e le assenze dei maggiori Cantieri si contavano sulle dita delle due mani. Ancora quest’anno pesanti sono state le assenza, i megayacht non abbondavano certamente e la gente va al Salone per vedere barche da sogno non certo per i gommoni, con tutto rispetto per i gommoni.
    Così per vedere i megayacht è necessario andare nella vicina Monaco ove nessun Cantiere vuole mancare o andare la settimana precedente al Salone di Genova a Cannes : il Salone europeo più visitato e indubbiamente il più completo panorama del mondo della nautica.
    In Italia si pensa solo a dividersi in fazioni (beghe e invidie all’interno della Confindustria di settore) e così Genova schiacciata da Cannes e Monaco non decolla e pensare che negli anni’90 era il primo in Europa mentre nascono “saloncini” a Venezia perchè ci tiene il Gruppo Ferretti, a Viareggio, sede dei grandi Cantieri italiani; Azimut/Benetti, Baglietto/Cerri ove i visitatori non sono certo una folla da grandi occasioni.

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