La critica di Senofane: Opel Corsa Oh !

Che cosa ispira Senofane nella scelta del commercial da commentare?

Con la stessa semplicità con cui il filosofo greco osava attaccare Omero, la risposta è lapidaria: che lo spot sia o molto bello o molto brutto.

E qual è il problema di questi mesi (ma si potrebbe dire forse degli ultimi anni) nella scelta di uno spot automotive da commentare?

La risposta in questo caso è triste: la maggioranza degli spot non sono né particolarmente belli, né particolarmente brutti. Per usare un termine tecnico (!), si potrebbe dire che sono “mosci”, nel senso che la ricetta é quasi sempre la stessa: prendi un girato di scene di auto sulla solita strada di Barcellona o della Costa Azzurra, aggiungi un copy pieno di parole enfatiche che non esprimono nessun concetto definito, shakera alla meno peggio, chiudi con un claim “dejà vu” e il cocktail è pronto. E la noia pure.

Provate a guardare lo spot dell’Audi Q3: immagini girate molto bene ma forse preparate per altri scopi e poi riassemblate e rimixate per dare origine al nuovo capitolo di Land of Quattro. Risultato? Provate a ricordarne i contenuti. Impossibile! Eppure, la memorizzazione di una pubblicità è la condizione necessaria per fare passare il messaggio, e invece spesso le Aziende se ne dimenticano.

Ma parliamo brevemente della pubblicità di cui si vuole occupare Senofane oggi. È lo spot della Opel Corsa Oh! Un’attrice, mentre viene truccata in un teatro di posa, parla al telefono con una certa Claudia, che non vediamo e che racconta delle caratteristiche della sua nuova auto. Alla fine scopriamo che si tratta di Claudia Schiffer che spiega che si tratta di un’Opel e l’attrice, stupefatta, fa “ooh!”. Nella versione originale tedesca l'”oh!” è particolarmente protagonista mentre nella versione italiana, tanto per restare in tema, è piuttosto “moscio”. E questo non aiuta alla comprensione dell'”oh!” finale… Ma tant’è.

Certo è che lo spot nella parte dedicata all’attrice è girato bene, risulta simpaticamente ironico, è ben interpretato grazie alla faccia espressiva di Eva Padberg (l’attrice). Poi, compare la Schiffer alla guida della vettura e sembra che il regista cambi passo, adeguandosi alla banalità imperante e concludendo lo spot con una grande interpretazione della modella che dice “oh yeah…”.

Qualcuno dice che se uno spot è fatto bene, la scelta del testimonial adatto ad interpretare il ruolo dovrebbe essere basata sulla capacità del personaggio di interpretare i contenuti della creatività e la coerenza con i valori del brand. Questo dovrebbe portare ad una scelta fra una schiera limitatissima di testimonial potenziali. In questo caso invece, la sensazione di Senofane é che avessero già scelto la Schiffer e solo in un secondo tempo abbiano approvato lo spot. E la narrazione risulta solo una scusa per parlare di volante riscaldato e telecamera posteriore…

Perché allora l’ha scelto Senofane? Diciamo… per evitare di lasciare il foglio bianco.

Il giudizio di Senofane: 5

Concept idea: 3

Storytelling/Narrazione: 4

Scenografia: 9

Recitazione: 8 (l’attrice)

Regia: 5 (prima parte 8, seconda parte 3)

Product benefit: 7

4 commenti
  1. Renato Ronco
    Renato Ronco dice:

    C’è un altro aspetto da considerare. Spesso gli spot vengono realizzati dalla Casa madre ed emerge lo spirito specifico di quel popolo. In questo caso tedesco, che non brilla certo per humour. Quell’ “Oh!” magari in Germania ha un certo significato che non viene compreso in altre nazioni. Mi è capitato di trovarmi in una agenzia in Inghilterra per testare la presentazione di una vettura svdedese alla forza vendita italiana e di rendermi conto che nel testo predisposto c’era una frase che per gli italiani avrebbe scatenato la scaramanzia e relativi toccamenti. Lo feci notare e mi ringraziarono assai modificandola su mio suggerimento. Ma nessuno del marketing italiano dell’azienda se n’era accorto!

  2. Maurizio Spagnulo
    Maurizio Spagnulo dice:

    Caro gianni_to, hai toccato un punto importante per la pubblicitá televisiva. Gli spot tv nascono in Agenzia di Advertising in versioni a 30″/45″ e in questi formati vengono generalmente approvati dai Clienti. Poi pero’ il 45″ non viene mai usato (costa troppo mandarlo in onda) e la creativitá a 30″ viene fortemente ridimensionato nello storytelling dalla presentazione dei contenuti promozionali (finanziamento, assicurazioni, rottamazione…) che occupa mai meno di 10″. Se a questo aggiungiamo che la maggior parte degli spot vengono poi ridotti a 15″, é facile immaginare come il risultato della creativitá originale venga fortemente ridimensionato. La versione dello spot Opel che tu hai visto in aeroporto è sicuramente la versione a 45″ o addirittura a 60″ (durate classiche per la trasmissione in luoghi come aeroporti, ferrovie, metropolitane) e quindi molto più comprensibile.

  3. gianni_to
    gianni_to dice:

    Il primo spot della Opel Corsa all’aeroporto era più efficace e più chiaro di questo.

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