Come la chiamiamo ?

Ospite di Autologia: Maurizio Caldera.

S, A, K, G, sembra uno scioglilingua da affrontare ogni volta che si vuole definire un modello. Ogni costruttore le ha provate tutte, prima con i nomi, poi i numeri, infine i raggruppamenti di lettere per identificare la vettura in oggetto. All’inizio fu Topolino, Balilla in casa Fiat, dove però albergavano anche 500, 600 e 1100. C’erano poi anche Beetle (o Maggiolino), insieme al Bulli, il tipico pulmino Volkswagen, o la Passat ancora in commercio. Sigle cifrate identificavano Volvo (144, che finiva con 5 per station) e Land Rover: 88 e 109. Jaguar, invece, preferiva Sovereign (Sovrana), Audi e BMW 80, 100, 2002. Non faceva eccezione il mondo dell’auto francese, dalla 2CV alla Traction Avant per Citroen, 104 o 205 per il Leone Peugeot, oltre alla Rénault “Quatre” e poi Clio, Laguna e Mégane. Il problema con i nomi, inoltre, sussiste ancora con precedenti registrazioni o significati diversi in altre lingue. Quanti sanno che Panda in swahili vuol dire far l’amore, o che la Ritmo negli USA si chiamò Strada perché il nome italiano negli States sta per ciclo mestruale? E Mercedes? Con una gamma estremamente vasta ha deciso di fare ordine. Spariscono la K dalle sigle (SLK, scomparsa) e i misteri come SEC (indimenticabile), ma si razionalizza secondo logica, peraltro propria dei tedeschi. Assunta come marchio di famiglia anche la AMG, oggi la casa di Stoccarda ha diviso la produzione in Classe A per le piccole, B per le funzionali, C le medie, E le superiori, S le ammiraglie. A comporre la sigla specifica poi contribuiscono la G per i fuoristrada e V per le monovolume.

Di qui con GL si definiscono i SUV, SL i roadster, CL i coupé 2 e 4 porte. E i marchi? Mercedes sta per Modern Luxury, AMG definisce il mondo delle prestazionali, e Maybach il lusso di una volta, ma è allo studio la possibilità di usare questo marchio anche per raccogliere tutte le motorizzazioni a 12 cilindri.

Via dalla coda la scritta diesel, infine, racchiusa in una “d” minuscola, ma nulla che specifichi la motorizzazione a benzina e una semplice “e” minuscola per racchiudere tutta la famiglia di elettriche, ibride e plug in. Ovviamente la coperta anche questa volta è corta, fatta chiarezza nelle lettere cresce la confusione nei numeri. Se prima indicavano la cilindrata divso dieci, infatti, 180 per 1800 o 320 per 3200, oggi esprimono una vaga somiglianza con la potenza del motore: la 200 ha 136 cavalli, la 220 equivale al turbodiesel da 170, la 350 gli oltre 300 della C Hybrid Plug in. Insomma, meglio farselo spiegare ogni volta …. Banale? Non preoccupiamocene, per i più nostalgici restano sempre le Shooting Brake o le GT (“i” o “D”), Murcielago e le Aventador, senza contare Silver Spur, Ghost e Silver Shadow che battezzano le Rolls con la Vittoria Alata sul cofano, statuina che rientra nella carrozzeria al primo tentativo di un malintenzionato che provi a portarla via. Anche le Regine si sono schierate contro i ladri….

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *