Le diavolerie nel pianeta auto

Ogni giorno nel pianeta auto arrivano le diavolerie dei creativi, degli strizzacervelli, impensabili tanti anni addietro quando le vetture avviarono la motorizzazione di massa. Eccone alcune.

La sigla magica 3D

E’ stata ideata dal designer torinese Michele Anoè: l’ha stampata in diretta all’International Technology Show di Chicago. Questa concept car, un Duetto con una linea aggressiva, è stata battezzata con il nome Strati e sfoggia un tetto che si ripiega a fisarmonica. Si tratta di un unico blocco 3D da stampare in abs su un telaio in alluminio e inserti di fibra di carbonio. L’inventore assicura che non si tratta di un giocattolino ma di una vettura teoricamente funzionante grazie ad un motore elettrico di una Renault.
A vincere il progetto, per il quale era stata indetta da Local Motors, una società di Phoenix, una gara mondiale alla quale hanno partecipato in 200, è stato l’italiano, un 49 enne nato a Mestre ma residente a Torino. Questa vettura non ha porte e per stamparla occorreranno un paio di giorni. Già è stata presentata, nel 2013, un’auto 3D, la Urbee, ma sembra un modellino da scaffale. Mi chiedo. E se si rompe un pezzo? Si deve cambiare tutta la vettura. Una follia dal punto di vista industriale.

La vernice antisporco

Il sogno di una vettura che non si sporca mai sta per realizzarsi. Parola di Nissan. La casa giapponese ha testato una rivoluzionaria vernice nata dalla nanotecnologia, repellente a fango, pioggia, polvere o sporco. Gli ingegneri del Sol Levante la stanno provando sul modello Note che così potrà diventare la prima auto al mondo con funzione autopulente. Una tecnologia che crea uno strato protettivo di aria tra la vernice e l’ambiente, che impedisce all’acqua ed agli schizzi di stagnare sulla carrozzeria e creare aloni e macchie. Nissan vuole proporre questa vernice come accessorio after market. Da evidenziare che sulla Note ha debuttato una telecamera posizionata sul portellone con funzione automatica di lavaggio/asciugatura della lente. Il sistema utilizza acqua ed aria compressa per mantenere la lente sempre pulita.

Ford alla soia e al ketchup

La nuova frontiera dei costruttori sono le fibre vegetali. Ed ecco l’auto… vegana. L’ultima idea strana è quella portata avanti da Ford ed Heinz, colosso della ketchup. Le due aziende hanno trovato il sistema di ricavare le plastiche dalle fibre di pomodoro.Ma l’aspetto estetico ne risente. <Utilizzando le bioplastiche, così come i materiali riciclati, si ottiene una superficie dall’aspetto poco uniforme e piacevole al tatto, roba da rendere perplessi i clienti> – ha sottolineato Carlo Bozzanigo, designer Citroen. E la Ford, per evitare questo <disgusto> sperimenterà la plastica al pomodoro per le staffe di supporto dei cavi dell’impianto elettrico oppure per i mini vani portaoggetti.

Citroen Cactus l’antistress

Questo originale crossover Citroen è un modello tutto innovazione e tecnologia. Stile firmato da Marl Lloyd. Lui ha preso spunto dagli oggetti che utilizziamo ogni giorno, soprattutto gli smartphone. E poi gli Airbump nelle porte, bolle d’aria contro gli urti, una sorta di airbag esterni. Una idea nata dalla plastica trasparente, con le bolle d’aria, che si utilizza per imballare e proteggere gli oggetti, ma anche da un prodotto alla moda, le scarpe Nike Air che possiedono un effetto ammortizzante. Poi sfoggia una plancia semplice e sottile dove sono spariti i pusanti di una volta e al loro posto ci sono solo due schermi. Sedili che evocano il sofà da salotto. Dunque una Cactus a prova di stress nel traffico.

Bmw i3, plancia in eucalipto

Ma c’è chi va controcorrente. Bmw sulla i3 elettrica ha realizzato una scenografica plancia in legno di eucalipto ed i pannelli interni sono in fibra di kenaf, una sorta di canapa. In casa Lexus c’è un rivestimento in ecoplastica derivata dalla canna da zucchero e sulla Classe SMercedes si contano 87 componenti derivati da materiali vegetali rinnovabili. Ma la dieta vegana non finisce qui. Yokohama ha sviluppato un pneumatico prodotto con olio ricavato dalle bucce d’arancia. In Brasile alcuni ricercatori dell’Università di San Paolo hanno realizzato delle plastiche partendo da steli e foglie delle piante di ananas e banana. Ed ancora Ford ha sposato la soia per realizzare la schiuma con cui sono realizzati gli schienali dei sedili dell’auto.

Lancia Anni ’50 sedili in cocco

Il cocco è stato utilizzato per l’architettura dei sedili dalle Lancia degli Anni 50. Molti anni addietro in Brasile c’erano alcune auto alimentate con olio de mamona (ricino), quello che si trova in Farmacia. E già potrebbe arrivare un alettone al pomodoro in F1 a sentire Christian Horner, team manager della Red Bull Racing.

Google, auto del futuro

Potrebbe diventare l’auto del futuro. Sono 100 i prototipi testati da Google. Hanno tecnologie aeronautiche. Questa due posti è stata ideata da Chris Urmson, capo del progetto. L’auto segue le istruzioni delle mappe ed il radar laser da 70 mila dollari che monta sul tettuccio eviterà ogni ostacolo lungo il tragitto. La guida automatica è controllata da sensori radar, laser e telecamera. Il prototipo ha percorso 700mila miglia di strade pubbliche ed ora sta effettuando test urbani a Mountain View in California. Dovrebbe arrivare sul mercato fra 5 anni e mezzo. Non è necessario comprarla, sarà proposta in car sharing, ma il prezzo in listino non è stato deciso. Autonomia di 160 km. Viene da chiedersi come si comporterebbe una auto del genere nel traffico impossibile di Parigi, Roma o sulle tangenziali di Milano, Napoli, Bologna o a Palermo.

2 commenti
  1. Sergio Casagrande
    essecia dice:

    Hai dimenticato la Renault 11, l’auto parlante… L’unica che non mi sono mai permesso di insultare con altri occupanti a bordo… per paura che mi rispondesse.
    Grande Vincenzo!
    S.

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