Sette domande a Roberto Giolito

Chi è appassionato di motori non può non conoscere Roberto Giolito, uno dei più grandi designer di automobili degli ultimi 30 anni. Suo il remake della Fiat 500, per citare il suo successo più conosciuto a livello mondiale, ma anche la tanto discussa Multipla, che il Museo newyorkese Moma nel lontano 1999 ha voluto esporre  nella sua mostra “Different Roads” come uno degli esempi delle nuove tendenze della motorizzazione di massa. Oggi lo incontriamo nei nuovi panni di responsabile delle divisione Heritage di FCA.

1 – La sua prima auto, un ricordo 

Era una Autobianchi A112, della primissima serie con la plancia ancora in acciaio tinta carrozzeria. Mia nonna la passò a tutti i suoi sette nipoti per le loro prime esperienze da neo-patentati, ed ero l’ultimo a poterla avere tra le mani prima della sua naturale decadenza per affaticamento..

2 – E la sua prima auto storica ? 

Permutai presto la A112 della nonna con una A112 Abarth 58hp acquistata usata, con qualche difetto qua e là. Era già considerata una vettura classica, anche dopo solo 10 anni di vita, con la sua livrea rossa e nera…

3 – Cosa le evoca prima di tutto il guidare un auto classica ? Il rombo del motore, la puzza dell’olio, il vento nei capelli …

Connettersi con la meccanica, il senso di contatto e controllo di ciò che l’auto sente e attraversa, e che viene riportato in maniera diretta a chi la conduce. Se poi è un’auto aperta, tutto ciò aumenta, compreso il godimento di vedere meglio cosa dice la gente al suo passaggio..

4 – C’è un pilota di ieri o di oggi che vorrebbe invitare a cena? E cosa le vorrebbe chiedere ?

Alla mia seconda Targa Florio, non solo come capo di FCA Heritage, ma al volante di vetture storiche, ho avuto modo di incontrare Ninni Vaccarella, un grande di questa gara, e anche un pilota eccezionale in molte altre corse e una persona di grande sensibilità e umanità.
Mi piacerebbe avere del tempo in più per chiedergli molte altre cose che non sono venute fuori negli incontri dei classici rituali di presentazione, del tipo, come si ottiene la concentrazione necessaria così a lungo in una gara così dura ed estenuante…

5 – E un designer del passato ? 

Franco Scaglione, un genio della forma e della tecnica, un visionario con una sensibilità tale da non permettergli di affrontare con la serenità necessaria le ultime fasi della sua incredibile carriera. Avrebbe tanto da dire per i giovani che si accingono a fare il suo lavoro oggi.

6 – Un viaggio con un’auto classica che ha fatto o vorrebbe fare ? Con chi?

La 1000 Miglia dello scorso anno con la Fiat Balilla Coppa d’Oro con Afshin Benhia, fondatore di Petrolicious, una delle più belle testate di auto classiche al mondo. La sua pazienza e il senso di rispetto per l’Italia e il mondo delle storiche lo ha reso un co-pilota indimenticabile per me.
Come l’amico Fabrizio Buonamassa Stigliani quest’anno alla Targa Florio: non solo uno dei più grandi designer di orologi da polso sul pianeta, ma un appassionato vero che ha disegnato sul suo roadbook le cose più belle viste alla gara dal sedile del navigatore della nostra Giulietta SZ coda tronca. Meraviglioso.

7 – Una Fiat, un Alfa Romeo o una Lancia di ieri che vorrebbe nel suo garage di casa

Una Fiat 8V per fare la 1000 Miglia, un’Alfa 33 Stradale per dire al mondo qual è stata l’auto più bella in assoluto, e una Lancia Aprilia da usare appena possibile per far vedere che il futuro è già esistito 70 anni fa, e con grande eleganza.

7bis – Un circuito in cui vorrebbe correre e con quale auto ? 

Monza, con una piccola Abarth 750 coupè, ‘pelando’ ogni curva in onore al grande Carlo Abarth, che lì ottenne le sue soddisfazioni più grandi.

7tris – C’è una sapienza motoristica che si è andata perdendo, e che sarebbe utile ritrovare ?

Nelle auto da corsa, quella di vestire l’essenziale, di lasciare ancora capire (e vedere, perché no?) qualcosa della meccanica che c’è sotto. Rendeva le auto sportive molto più belle, molto più intriganti..

Ancora una – I giovani e le auto classiche, e se trovassimo una ricetta per intercettarli? Ha qualche suggerimento?

Con la mia squadra FCA Heritage, che tra l’altro conta su diverse figure giovani e molto appassionate, siamo alle prese con molti ragazzi che ricevono le nostre newsletters, www.fcaheritage.com , ed è un piacere vedere attorno un grande interesse per la meccanica, il design, le imprese gloriose dei nostri marchi, che di sicuro ci dicono che la passione per le auto non si è spenta affatto, e che il futuro dei nostri prodotti sarà sempre di più guidato dalle nostre solide radici.

3 commenti
  1. Renato Ronco
    Renato Ronco dice:

    Per fortuna c’è ancora qualcuno in casa FCA che ama il passato del Gruppo!

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