CONTRO STILE: LEADER E COPIER

La Marca britannica Rover ( già British Leyland ) presenta nel 1948 al Salone di Amsterdam la Land Rover, veicolo fuoristrada a trazione sulle quattro ruote ispirato e realizzato sulla base della Willis MB Jeep ( GP, General Purpose )  per uso agricolo, industriale, civile e militare. Negli anni ’70 si afferma a livello mondiale lanciando il primo fuoristrada di lusso della storia, la Range Rover, un modello elegante per il tempo libero, pioniera e anticipatrice assoluta degli attuali Suv.

Nonostante le vicissitudini e i numerosi passaggi industriali ( British Leyland, BMW, Ford… ) la Land Rover trova finalmente nel 2008 la sua collocazione nel gruppo Tata Motors, che ne capisce l’enorme potenziale,  riconoscendone i valori culturali, tecnici e di design. Viene rilanciata così con grande successo, stabilità e coerenza, la sua ineguagliabile immagine di Prodotto e di Marca: dal funzionale al premium, dal luxury allo status symbol.

Sebbene sia molto critico e completamente in disaccordo sull’esasperazione dimensionale di molti Suv, sempre più grandi e pesanti ( richiesti principalmente dai mercati USA e CINESE ) la LAND ROVER  DEFENDER 130 mantiene e consolida la sua forte connotazione di unicità con un Design degli esterni e degli interni coerente alla missione di un Brand fedele alla sua cultura, alla sua storia, alle sue radici. Sobria, elegante ma con forte personalità, si affianca alla V8 evidenziando il suo posizionamento.

A parte gli imbarazzanti e mortificanti cloni cinesi, come la Yangwang U8 o lcar 03 e ancora la Jetur T-X, che infestano il loro mercato interno (… faccio sicuramente maggior danno a nominarli che a ignorarli… ),  quando ho visto la coreana Hyundai Santa Fe 2024, disegnata dal bravissimo SangYup Lee e dal suo team, ho fatto una salto sulla sedia.

Perché copiare cosi sfacciatamente la Land Rover Defender? E soprattutto perché copiarla così male?

Perché non avere una propria idea, un proprio archetipo?

I miei dubbi sono ormai certezze: il Design è soggiogato e violentato dal marketing e dai mercati. È meglio non rischiare, ma andare sul sicuro. È meglio essere “ copier o follower “ che essere leader.

La Santa Fe ha la stessa architettura del Defender 130, ma ne utilizza, peraltro molto male, il linguaggio estetico, senza cogliere la raffinatezza del modellato e dei particolari del Suv britannico.

Copia la stessa “green house”, gli stessi montanti a segmenti, ma le linee e le superfici sono dure, geometriche e spigolose, “sorrette” da quattro passaruota “isterici”.

L´unica scelta, quella dei fanalini posteriori bassi orizzontali, che non segue i criteri LAND ROVER, mette a “sedere” la vettura nella vista posteriore.

Una rinuncia necessaria a più logiche luci verticali, per poter avere, con un compromesso disarmonico, un’adeguata soglia di ingresso al vano portabagagli.

Stessa sorte, aldilà dei contenuti, per gli interni.

Che fine ha fatto, dunque, l’identità HYUNDAI ? Non serve? Che vada pure a farsi benedire!

È forse meglio usare senza alcun pudore quella di un altro? A voi la risposta, la mia la conoscete già.

 

 

 

 

 

 

 

 

1 commento
  1. Alessio Di Zoglio
    Alessio Di Zoglio dice:

    Davvero interessante che un simile fattaccio succeda nella Hyundai, perché la Casa si era mostrata stilisticamente intraprendente con le recenti Ioniq 6 e 5, la Le Fil Rouge e il frontale della nuova Tucson. Si tratterà forse di condotte diverse nei confronti di clientele diverse? Sarebbe come dare del troglodita stilistico a chi comprasse il tipo di auto della nuova Santa Fe. La Hyundai offenderebbe se stessa e i propri clienti.

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *