“Demotorizzato” con il Car Sharing
L’Ospite di Autologia: Carlo Canzano.
Un po’ per caso, un po’ per scelta mi sono ritrovato nella condizione di cittadino (proprio nel senso di abitante di una città) demotorizzato. seppure soltanto a metà. Perché, comunque, continuo a disporre del più efficace salvatraffico urbano, uno scooter, e di un’auto di famiglia che in realtà ho impiegato non più di tre-quattro volte in dodici mesi. Un anno senza avvertire i presumibili disagi che il non possesso di un’automobile dovrebbe comportare e nel quale ho applicato la filosofia di difendere l’uso razionale della macchina in città e di non tollerare l’ancora troppo frequente abuso del suo impiego. Demotorizzato (o quasi), cosa possibile a Milano, la metropoli meglio equipaggiata in Italia e tra le migliori in Europa in fatto di car sharing, supporto indispensabile, assieme a un abbonamento ai mezzi pubblici, per chi volesse rinunciare totalmente o quasi all’auto personale in città, dimenticandosi dell’esistenza dei taxi.
Ho scartato le soluzioni di GuidaMi, E vai, EqSharing, interessanti ma con il limite di prelievo e ritorno del veicolo in parcheggi dedicati e poco diffusi, e mi sono concentrato sulle Smart di Car2go, sulle Fiat 500 di Enjoy e sulle Volkswagen Up! di Twist. Così, dopo aver effettuato in un anno 118 noleggi, per complessive 35 h e 32’, con un esborso totale di 540,32 euro, mi sento di poter valutare il servizio offerto dalle tre compagnie.
Il raffronto si chiude con un sostanziale pareggio, anche se ciascuna delle soluzioni si è fatta preferire per certi aspetti, deludendo parzialmente per altri. L’efficacia è elevata se ci si è associa a tutte le tre compagnie avendo così una disponibilità più ampia di veicoli. La scelta è facile grazie alla app Bat sharing – indipendente dalle tre organizzazioni – che indica sulla mappa la posizione di tutti i mezzi delle tre compagnie, consentendo poi di collegarsi direttamente alle app di ciascun brand per la prenotazione.
Enjoy offre l’auto più gradevole da guidare, anche se con cambio manuale, in teoria il meno idoneo alla guida in città. Ma che si rimpiange quando si è costretti a utilizzare quello lentissimo e quasi provocatore di nausee, della Smart. Anche Up! è schierata con il cambio robotizzato, ma la trasmissione della piccola VW è più fluida. Smart ha le misure più contenute ed è la più facilmente parcheggiabile se non fosse che l’assenza del servosterzo rende più faticose le manovre, oltre che la guida. Up! con le sue 5 porte garantisce maggiore accessibilità della 500. Ma accessibile è anche la Smart, però con il limite dei due soli posti a bordo. Limite per me poco significativo: ho viaggiato quasi sempre da solo.
Non ho elaborato una statistica degna di questo nome, ma la Smart è quella che più spesso ho trovato come vettura disponibile. D’altra parte Car2go è la compagnia che dispone del più ampio parco vetture mentre Twist, l’ultima arrivata sul territorio, al momento ha quello più contenuto. Eppure, curiosamente, nelle ultime settimane ho trovato più facilmente Up! che 500. Talvolta, specie nelle prime ore della giornata, è stato frustrante individuare l’auto più vicina a distanze molto superiori ai 500 metri dal punto di partenza, anche più di un km. Non c’è una regola, bisogna sperare nello stellone ed eventualmente ricorrere a un mezzo pubblico per rimediare al disagio di dover percorrere parecchia strada per raggiungere il veicolo prenotato. Ma oggi la copertura è decisamente buona. In casi particolari addirittura eccezionale. Le immediate vicinanze della Stazione Centrale, la mattina presto, paiono il punto di ritrovo di auto delle società di car sharing. Segno che sono molti coloro i quali, per raggiungere la stazione nelle prime ore del mattino, preferiscono questa soluzione a quella più tradizionale e costosa del taxi. Al contrario, arrivando con il treno a tarda ora, non sempre si trova con facilità un’auto a una distanza accettabile dall’uscita della stazione.
Una volta mi è accaduto, sotto una pioggia torrenziale, di non riuscire ad aprire la Up! che avevo prenotato. Dal servizio clienti mi hanno spiegato il perché: aveva la batteria scarica…. Un’altra volta è stato impossibile trovare la Smart prenotata: desparecida. Nulla al confronto delle non infrequenti disavventure affrontate con Enjoy. Due volte – entrambe in Via Prati – l’auto prenotata non c’era. Dal servizio clienti mi hanno detto che il rilevamento satellitare indicava l’auto chiusa in un garage all’interno di una proprietà privata, cosa naturalmente vietata dal regolamento: ma a questo farabutto glielo avranno distattivato l’abbonamento?. E ancora: in quasi dieci occasioni la prenotazione segnalava un indirizzo, ma il rilevatore sulla mappa indicava la posizione dell’auto a centinaia di metri distanza. Ho capito con l’esperienza che, in caso di indicazioni difformi, bisogna dare fiducia a quella della mappa. Come accaduto quella notte che, accompagnato alle porte di Milano Sud per recuperare una 500, la prenotazione mi segnalava l’auto posteggiata in via Emilia 48, il localizzatore la fissava almeno mezzo chilometro più in là, al di fuori dell’area di possibile utilizzo, all’interno dell’ampio e buoi posteggio all’aperto riservato a uffici Eni. In effetti era lì, inutilizzabile perché l’uscita dal posteggio era sbarrata. Curioso, la mattina seguente nello stesso posteggio ho scorto tre 500 rosse di Enjoy. E spesso, effettuando di notte una verifica sulla mappa, si scorgono in quell’area, sempre al di fuori della zona di possibile utilizzo dei veicoli e a brevissima distanza da uffici di società del gruppo Eni, delle 500 del car sharing. A pensare male non si sbaglia….
In sintesi, rendimento quasi perfetto di Car2go e di Twist, alcuni sgradevoli bachi nella filiera Enjoy. Che recupera gradimento grazie a un sistema di utilizzo dell’auto più semplice, tutto attraverso lo smart phone, senza l’impiego delle card magnetiche delle compagnie rivali. E anche con il costo più contenuto: 0,25 centesimi al minuto, contro gli 0,27 di Twist e gli 0.29 di Car2go. Ho apprezzato totalmente efficienza e cortesia degli addetti dai “servizi clienti” contattati telefonicamente. Mi viene da indicare come migliore quello di Enjoy, ma forse soltanto perché e quello del quale, molto più degli altri, ho avuto necessità di contattare per la risoluzione di problemi.
Il sistema nella sua globalità è promosso. Si può razionalizzare l’utilizzo dell’auto in città sentendosi sollevati da mille incombenze e balzelli della gestione di un’auto di proprietà, quale il costo dell’assicurazione e il ricovero notturno. Non si è però immuni dall’ansia del parcheggio giacché, una volta completato l’utilizzo, l’auto va posteggiata: d’accordo, anche su strisce gialle e blu, e con veicoli di dimensioni compatte, ma pure alla guida di una car sharing si ha talvolta la sensazione che i posti per la sosta, in strada, siano sempre esauriti.
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Bravo Carlo!
Un articolo straordinario, frutto di una vera e propria indagine personale, che l’autore ha voluto regalare ad Autologia.