Formula 1, voglio però ricordarti com’eri… le pagelle dei protagonisti

Max Verstappen – 10 e lode

Che altro voto assegnargli se vince senza alcuna difficoltà, scappando due volte nei due via consecutivi, controllando tutta la gara, con la sosta ai box più rapida del lotto e piazzando il giro veloce al momento giusto? Sta diventando una noia anche lui, che ormai piace e rende felici solamente i suoi fan più accaniti. Perché i tifosi di automobilismo, di questa Formula 1 ne hanno le tasche piene e non solo i… chiedete a Francesco Guccini.

Yuki Tsunoda – 10

Già sta facendo benissimo di suo, figurarsi l’aria di casa quanto boost gli dà per fare ancora meglio. Meriterebbe un bel voto anche solo quando si nomina la squadra per cui corre: Visa Cash App Racing Bulls… ma siamo seri! La grinta che mette in prova per conquistare il Q3, nonché in gara per arrivare a punti non hanno analoghi comportamenti tra gli avversari. Sua principessa imperiale Mako Komuro (presente il giorno della gara di fianco al cavalier servente Domenicali) deve averlo ben motivato prima della partenza, a suon di inchini reciproci. Il pilota sembrava confidare alla principessa, citando il suo amico Guccini, “vedi cara, certe volte sono in cielo come un aquilone al vento”.

Sergio Perez – 9

Sinceramente visto che un paio di sorpassi in più del compagno di squadra li ha fatti, meriterebbe un voto migliore. Ma è ovvio che uno scudiero come Sancho non può essere più importante del suo cavaliere Don Quixote. Il bel voto lo merita perché sembra che abbia capito che per lui è meglio ancora qualche stagione con la Red Bull eternamente secondo che prima guida sulla verdona come Bottas, anche se da parte sua ci piacerebbe uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto… come direbbe Guccini.

Carlos Sainz – 8

Da quando gli hanno confermato che il prossimo anno non correrà più in Ferrari si è messo ad andare come un treno. In tre gare (una l’ha saltata per l’appendicectomia) ha ottenuto una vittoria e due podi, facendo quasi gli stessi punti del predestinato Leclerc (55 Vs. 59) che di podi non ne ha beccato neppure uno. Quello che è certo è che non sta facendo come un (pre)pensionato un po’ esodato che va piano, in pantofole, verso il team che lo aspetta… chiedete conferma a Guccini.

Fernando Alonso – 7

Il record di Luigi Fagioli è decisamente lontano, perché il pilota di Osimo ha corso la sua ultima gara in Formula 1 (tra l’altro vincendola, in “comproprietà” con Fangio) a 52 anni suonati, ma in tempi moderni le 42 primavere di Alonso sono davvero una bella cifra. Il pilota spagnolo calca i circuiti dal GP di Australia del 2001 e continua a essere un protagonista, non un pensionato come qualche suo collega, anzi è costantemente in zona punti e battagliero come non mai. Sembra quasi abbia dentro un potere tremendo, la stessa forza della dinamite… affermerebbe Guccini.

Mercedes e i suoi piloti – 6

Non sono proprio dei paracarri rispetto alla concorrenza attuale, ma se le paragoniamo con quello che erano le Mercedes quattro o cinque anni fa, il confronto è impietoso, sono peggio che paracarri. Faticano in prova, sono inconsistenti in gara e concludono a punti (spesso, non sempre) perché ogni tanto i loro piloti si ricordano di essere dei fuoriclasse… almeno uno sicuramente. E Lewis prende per mano George e mentre la polvere della Rossa si alza lontano se ne vanno insieme incontro alla sera… li avrebbe descritti Guccini.

McLaren e i suoi piloti – 5

Norris sembra cominciare bene ma alla fine è più indietro di quanto non sia partito, mentre Piastri alla resa dei conti non solo non riesce ad avvicinarsi a Leclerc, ma si fa anche superare da Russell. E pure la vettura sembra aver fatto un passo indietro rispetto alle prime gare. Comunque, finiscono regolarmente nelle posizioni di testa al via e nella gara la presenza a punti è una costante, quindi dar loro un voto del tutto negativo non è proprio giusto. Come direbbe Guccini “la vita quotidiana ti ha visto e già succhiato”…

Stake Kick Sauber e i suoi piloti – 4

C’era una volta un bel team, dalla puntualità svizzera, che l’anno scorso, pur tra mille difficoltà, qualche gara accettabile e qualche punticino li portava a casa. Quest’anno della Sauber non è rimasto più nulla, un pilota sembra rassegnato a non incidere più nella storia della Formula 1, se non per essere il primo cinese a disputare un campionato, mentre l’altro la paga tutta, e a prezzi d’inflazione, quella che chiaman la maturità… spiegherebbe Guccini.

Formula U no(IA) – 0

Il voto è arrotondato verso l’alto (!) per la costante speranza che succeda qualcosa, qualsiasi cosa (che so, un incidente, un’invasione di pista, una – anche se ormai non capitano più – rottura o foratura) per risvegliare dal torpore gli spettatori. Non basta il falso entusiasmo dei commentatori, per i quali ogni gara è la più bella e avvincente in assoluto, è dal 2009 che non c’è una vera lotta per il titolo tra più di un’unica squadra. La vittoria di Verstappen in Giappone non è mai stata messa in discussione, così come il secondo posto di Perez. E gli unici sorpassi visti sono stati resi possibili dai cambi gomme programmati in tempi diversi. E un semplice, banale incidente di gara (al primo giro tra Albon e Ricciardo) viene analizzato come se fosse un evento epocale. Non so voi, io non ne posso più di questa Formula noia. Concludiamo (ma dai!) con Francesco Guccini: cara Formula 1, “vorrei però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi” mentre con queste gare noiose sembra quasi che i “sogni miei segreti li rombavano via i TIR”.

Note

Le canzoni citate sono, in ordine di apparizione:

L’avvelenata per Verstappen.

Vedi cara per Tsunoda.

Don Chisciotte per Perez.

Il pensionato per Sainz.

La locomotiva per Alonso.

Il vecchio e il bambino per Hamilton & Russell.

Stanze di vita quotidiana per Norris & Piastri.

Eskimo per Bottas & Zhou.

Canzone per un’amica e Autogrill per la Formula u(noia).