Gran Premio del Giappone, le pagelle dei protagonisti

Poco da giudicare quando a farla da padrone sono la noia dell’attesa e l’uggia della pioggia.

La FIA conferma le gravi insufficienze di Singapore mentre la direzione di gara, con il trattore in pista e le decisioni assurde a fine corsa, non è chiaramente all’altezza.

10 – Mattia Binotto

Almeno in tv, intervistato da Sky, tira fuori le unghie: “Decisione ridicola e inaccettabile, lasettimana scorsa hanno impiegato ore a decidere una cosa senza senso [nessuna penalità a

Perez per non aver mantenuto la distanza regolamentare dalla safety car] e oggi pochi secondi per penalizzare [taglio dell’ultima chicane] Charles, che non ha guadagnato nulla rispetto a Perez, che a sua volta non ha perso nulla”. Ferrari-Mercedes ora alleate contro Red Bull? La FIA non sta creando un buon ambiente in cui competere.

9 – Max Verstappen

Come si fa a dare un voto più basso di 9 a chi conquista per la seconda volta il titolo mondiale (il più giovane in assoluto ad averlo bissato) dopo aver resistito all’attacco di Leclerc con una staccata spaziale all’esterno della prima curva, avere condotto la gara sempre in testa senza nessun problema e vinto con oltre 20 secondi di vantaggio? Il punto è un altro: come mai sembra che tutte, ma proprio tutte, le decisioni di FIA e direzione gara in questi ultimi due anni sembrino indirizzate ad agevolare Max nella corsa al titolo? A pensare male si fa peccato, ma…

8 – Estaban Ocon

Buone prove, buona partenza, buona ripartenza ma il capolavoro lo compie resistendo a Hamilton. Certo, la Mercedes è stata nel weekend la vettura complessivamente con la velocità di punta minore, ma averla dietro con a bordo Hamilton non è mai piacevole. Un grande aiuto gli è stato dato dalla velocità della Alpine ma complimenti alla freddezza di Esteban.

8 – Sebastian Vettel

L’ottimo risultato delle prove sembra vanificato 15 secondi dopo la partenza. E si sarebbe meritato un votaccio non tanto per l’errore che sotto la pioggia battente può starci, ma per l’inutile accusa al nemico Alonso: “Ha cambiato traiettoria!”. Alonso neppure si è accorto dell’avversario e non ha assolutamente cambiato la sua linea. Ma la giusta scelta di quando fare pit stop e il circuito che gli piace particolarmente hanno permesso a Seb di fare davvero una bella gara.

7 – Charles Leclerc

Alla sospensione della gara per la pioggia il suo voto era ovviamente più basso, si alza grazie alla difesa negli ultimi giri contro un Perez, peraltro poco convincente. Certo che senza quel lungo all’ultima chicane… ma le gomme erano ormai delle slick. Dimostra una grande lucidità alla curva del cucchiaio all’ultimo giro quando, intuendo l’attacco di Perez, chiude la curva al contrario di quanto ha sempre fatto in precedenza.

7 – Le qualifiche

Noiosette anziché no, meritano comunque un voto ampiamente sufficiente per il minor distacco dell’anno tra il poleman e il secondo, cioè tra Verstappen e Leclerc: un centesimo di secondo, pari a poco più di mezzo metro dopo quasi sei chilometri percorsi al limite. Negli anni Cinquanta, agli albori del mondiale di Formula 1 – con la rilevazione manuale dei tempi che si fermava approssimativamente ai decimi di secondo – i due piloti sarebbero stati accreditati dello stesso tempo e sarebbe partito davanti chi lo avesse ottenuto per primo.

7 – Lance Stroll

Porca miseria, che partenza! Tutto a destra e giù il piede per passare dall’ultima fila a metà schieramento prima della prima staccata. Complimenti, per una volta l’azzecca al via e si becca un bel voto per la seconda volta consecutiva. Saranno l’annunciato ritiro di Vettel che lo libera dall’ansia da prestazione e la minaccia ormai incombente e quasi certa di perdere il posto a dargli le ali senza avere una Red Bull? Anche se poi alla fine Vettel è a punti e lui no.

6 – Sergio Perez

Mah… gara concreta per carità, secondo all’arrivo ma lontano anni luce dal compagno di squadra iridato. Poco convincente nell’attacco a Leclerc si ritrova immeritatamente secondo sul podio. Da lui ci si aspetta di più in gare come questa.

6 – Yuki Tsunoda

Ha provato a occupare il tempo nell’attesa prima della ripartenza salutando a lungo e ripetutamente il pubblico, fino a slogarsi le spalle. Dopo aver visto l’esultanza degli spettatori al saluto fatto da Vettel alla fine delle prove, ci ha provato anche lui. Per carità, ricambiare l’hanno ricambiato, ma qualche faccia sembrava dire “ma chi è questo compaesano che ci saluta come Vettel?” Voto positivo per l’ottimismo e per la sfiga di trovarsi a correre per la prima volta a casa sua in queste condizioni.

5 – Carlos Sainz

Se si tratta di aquaplaning non è certo tutta colpa sua, ma se si considera il fatto che tra tutti in testacoda ci è finito solo lui… Pilota attento alla strategia e molto veloce, purtroppo alterna gare da campionissimo ad altre in cui sembra un po’ troppo distratto, fatti questi che lo relegano al ruolo di seconda guida senza chance di vincere il mondiale. Peccato perché a volte (vedi Monaco) è più convincente del predestinato compagno di squadra.

5 – Tutte le scuderie

Certo, seduti tranquillamente sul divano dall’altra parte del mondo è più facile valutare ed esprimere giudizi, ma perché tutti sono partiti con le intermedie quando – almeno dall’Italia – sembrava più idonea una gomma da pioggia forte? Forse sarebbe stato meglio con tutti quei fiumiciattoli d’acqua che, nonostante il buon drenaggio, si creano e danno fastidio soprattutto alle gomme intermedie, con cui è facile finire in aquaplaning.

3 – Direzione di gara

Ma è possibile avere un po’ di coerenza nelle decisioni? La volta che pioviggina si parte inutilmente dietro la safety car, mentre oggi (con pioggia sensibilmente più forte) via con semaforo e intermedie. Conseguenza: safety car dopo due giri e bandiera rossa dopo tre. E che dire del trattore vicino alla vettura di Sainz mentre i piloti (Gasly per primo) ancora percorrevano velocemente la pista? Troppo poco professionismo sul circuito dove tutti ricordano la morte di Jules Bianchi proprio contro un mezzo di soccorso in pista… Ma dalla storia non si impara mai nulla.

3 – FIA

Confermato il votaccio della settimana scorsa, sempre in attesa di sapere se le scuderie che hanno sforato il budget cap saranno giudicate colpevoli e quindi se riceveranno una severa “punizione” oppure soltanto uno scappellotto. La lentezza nel prendere una decisione è il segno che in FIA non sanno che pesci pigliare per salvare la faccia senza modificare lo status quo.

0 – Direzione di gara, di nuovo

Da valutare la correttezza della penalità a Leclerc arrivato lungo all’ultima chicane: diciamo che ci può stare. Quello che suona veramente strano sono i due minuti necessari per decidere, mentre in altre occasioni si è atteso per ore con giudizi opposti, vedi il distacco di Perez dalla safety car valutato non punibile una settimana fa. Altra assurdità la decisione di assegnare punteggio pieno alla gara anche se non è stato percorso il 75 per cento della lunghezza: come scusa affermano che siccome la gara è durata due ore (cioè il 100 per cento del tempo possibile) merita punteggio pieno. No comment, sembra che le regole vengano adattate secondo necessità con metri di giudizio ben differenti di volta in volta. Come già detto, a pensare male si fa peccato, ma guarda caso Verstappen e la Red Bull ne escono sempre benissimo!

0 – FIA, di nuovo

Un’altra conferma negativa: i calendari di Formula 1 in FIA li prepara proprio Topo Gigio.

Spiace scrivere “l’avevamo detto” ma non era difficile una settimana fa prevedere la pioggia battente di Suzuka. Per capire che metà ottobre non è la data giusta per il Giappone, non basta dare un’occhiata alle passate edizioni del Gran Premio, spesso martoriato dal maltempo? Il calendario va riformulato, mandando in pensione Topo Gigio.

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