Gran Premio di Azerbaijan, le pagelle dei protagonisti

Con un circuito che abbina contorte curve tra mura medievali e un lunghissimo rettilineo largo come una pista d’atterraggio, il GP di Baku riserva sempre qualche sorpresa, anche quando il dominio della Red Bull sempre più consolidato che mai.

 

10 – Perez

Per una volta mette in riga il compagno di squadra più ingombrante che abbia mai avuto su una pista che gli piace particolarmente, con una doppietta da sogno: sia perché bissa il successo del 2021, sia perché conferma la vittoria nella gara sprint del sabato. E ora Verstappen è solo a cinque punti di distanza…

 

10 – Leclerc

Per una volta la sfortuna non lo abbatte, anche se si fa sentire. Lui cerca di esorcizzarla con due pole (una finta per la gara Sprint del sabato, una verissima la domenica), tenta in ogni modo di resistere allo strapotere Red Bull e molla soltanto nella seconda metà della gara, quando la sua Ferrari sembra litigare con le gomme.

 

10 – Red Bull

Se la vettura è a posto non ce n’è per nessuno, se invece ha una fiancata sfondata (quella di Verstappen nella gara Sprint in seguito a un contatto con Russell) viaggia con gli stessi tempi della Ferrari. Imbarazzante la superiorità ottenuta grazie al DRS: andrà a finire che in onore dello spettacolo la Liberty imporrà al team anglo-austriaco di correre o senza fiancata o senza DRS…

 

9 – Alonso

La sua gara sta tutta in un sorpasso, quello fatto al connazionale Sainz. Non si piazza sul podio, ma non sbaglia nulla e non appena ha l’occasione si infila nello spazio. Pensa se corresse con una Red Bull che cosa farebbe! Ah, per la cronaca: è terzo nel mondiale con più del doppio dei punti del compagno di squadra.

 

8 – Russell

Si guadagna il bel voto già il sabato, quando appena partito ingaggia con Verstappen una bella battaglia a suon di ruotate, superando alla fine il campione del mondo. E se lo è meritato (il bel voto) all’arrivo della gara Sprint quando ha risposto alle lamentele dell’olandese non togliendosi neppure il casco. E in fondo se lo è conquistato anche con il giro più veloce, ma ci vuole di più per sostituire Hamilton nel cuore dei tifosi Mercedes.

 

7 – Ferrari

Una volta si diceva “una rondine non fa primavera”, oggi vista la situazione vale forse la pena battere il ferro finché è caldo ed essere contenti di prestazioni e risultato ottenuti a Baku. Sperando che la scuderia più blasonata (e un po’ decaduta) del circus smetta di parlare per proverbi e riesca finalmente a lottare con la Red Bull. Del resto, chi promette è debitore, si diceva una volta…

 

7 – Hamilton

L’auto non ce l’ha e a volte sembra che abbia un po’ tirato i remi in barca, soprattutto quando non ingaggia lotte dissennate in pista e sembra cedere all’arrembante Russell in prova. Ma poi tira fuori il suo carattere, sia quello pignoletto quando obbliga un cameraman a raccogliere una visiera a strappo in plastica dalla pit lane, sia quando al traguardo conquista punti pesanti. Ah, per la cronaca: è quarto nel mondiale con ben 20 punti in più del compagno di squadra.

 

6 – Formula One Group

Se le stanno inventando di ogni tipo per rendere avvincente la Formula Uno: gare Sprint il sabato, nuovi format per le qualifiche, uso creativo della safety car… Chissà quando vedremo l’estrazione a sorte della vettura tra i piloti il venerdì prima della gara, con un sorteggio in diretta TV abbinato a una lotteria internazionale con ricchi premi? Che diamine, non se la merita il buon Sargeant una gara al volante della Red Bull?… Sufficienza per la creatività.

 

6 – Alfa Romeo e i suoi piloti

Un po’ spariti dai radar in tutto il weekend. Zou sembra che voglia lottare, senza troppo successo; Bottas sembra il pilota a fine carriera che non ha più tanta voglia e in partenza si scosta per evitare guai. Ah… non sembra ma è il pilota a fine carriera! Speriamo i due driver invertano presto questa tendenza, ma a Baku il baffetto finlandese si è distinto più come modello che come pilota.

 

5 – Sainz

Dice che l’auto così come va ora non gli piace, e forse lo possiamo capire visto che invece va benissimo a Leclerc e i due hanno una guida molto differente. Ma la differenza tra quanto messo in mostra durante le prove e le gare è troppo evidente in senso negativo, non va per niente bene. E poi quel sorpasso subito da nonno Alonso…

 

4 – Verstappen

Per una volta si becca un brutto voto, principalmente per due motivi. Il primo è che non riesce a infastidire il compagno di squadra anche se piuttosto danneggiato dall’ingresso della safety car: ma in altre occasioni se n’era fatto un baffo di un danneggiamento del genere e sarebbe tornato primo in un batter d’occhio. Ma soprattutto merita l’insufficienza per come ha affrontato Russell a fine gara Sprint: sembra aver dimenticato quel che faceva lui nei confronti di Hamilton, ben peggio di quanto ha subito a Baku. Memoria davvero corta, che stia allenandosi per darsi alla politica?

 

3 – De Vries

Poco da dire: stai facendo la tua gara un po’ anonima dopo aver detto a tutti che quest’anno in Formula Uno ti serve per imparare, fai uno sbaglio che – di certo ingiustamente – a qualcuno ricorda quello di Piquet Jr a Singapore (per intenderci, quello pilotato da Briatore per far vincere Alonso), ti fai nemico Verstappen che a causa tua forse ha perso la gara, sei l’unico (con Sargeant) a non avere ancora conquistato un punto… Magari è il momento di fare qualcosa per cambiare, no?

 

2 – Chi ha autorizzato l’ingresso dei fotografi in pit lane

Che ci facevano tutti quei fotografi e giornalisti all’ingresso della pit lane quando ancora il Gran Premio non era finito? I commissari se la sono presa con la FIA, che a sua volta ha accusato fotografi e giornalisti di inesperienza. Ah già, la colpa è sicuramente di Ocon: che gli è venuto in mente di fare la sosta ai box all’ultimo giro mentre chi era in testa alla gara stava già praticamente tagliando il traguardo?

 

0 – Direzione di gara

C’è una ruota che rotola allegramente in mezzo alla pista e sembra che il direttore di gara voglia aspettare per vedere se ruzzolerà educatamente in una zona del circuito dove non dà fastidio, prima di prendere una decisione. De Vries a muro e si dà nell’ordine bandiera gialla, virtual safety car, messaggio radio ai piloti “non correre, pensa alla mamma” e infine la safety car. Sembra davvero che l’intenzione sia di verificare se con una decisione sacrosanta si possa danneggiare qualcuno: ma chi, se non la sicurezza?…

 

 

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