“Il fattore K”: dalla Lancia Kappa del 1919 al mini robot Kirobo Toyota
Il pianeta auto annovera molti modelli che hanno un nome che inizia con la lettera K.
Non solo vetture ma anche metodi di costruzione e perfino un mini robot firmato Toyota o ancora filosofie giapponesi, o design hanno coinvolto questa lettera dell’alfabeto.
Passeremo, dunque, in rassegna questa K nelle varie declinazioni di prodotto e di strategie.
Vincenzo Lancia nel 1919 realizzò un autotelaio azionato da un V12 di 7837 cmc da 150 cv: il progetto non andò oltre la costruzione del prototipo mentre invece entrò in produzione il tipo Kappa, un aggiornamento della Theta, ne furono realizzate 1810 unità.
Nel 1994 debuttava la K con il compito di diventare la nuova ammiraglia Lancia, sostituiva la Thema, motori a 5 cilindri, a benzina e gasolio, cambio con rapporti corti (Power drive) o più lunghi (Comfort Drive). Successivamente ebbe un cuore derivato dai motori montati sulle berline e sulle sportive Alfa Romeo. Per quanto riguarda la meccanica c’era anche un retrotreno con barra stabilizzatrice non flottante. Nel maggio ’96 venne offerta anche una versione station wagon nel tentativo di ripetere il successo della Thema SW. Era disegnata dalla Pininfarina e costruita dalla Carrozzeria Maggiora, portata di 5 persone e bagagliaio di 230 kg. Al Salone di Torino del 1997 debuttò la K Coupè dal disegno classico. Nel giugno ’99 venne offerto il cambio ZF a rapporti più ravvicinati con un tre litri da 204 cv., monterà un tre cilindri 1.0, anche in variante flex.
Ci soffermeremo adesso su alcuni modelli attuali.
Ad esempio in casa Opel c’è la Karl (l’abbiamo provata nella versione Cosmo-Fresh Green Lime, motore 1.0 Euro6, 75 cv, 170 orari, consumi nel ciclo misto di 4,5 litri x 100 km, emissioni di 99 gr/km di C02, prezzo in listino di 13.770 euro, ma il listino della gamma parte da 8.500 euro e oltre alla Cosmo ci sono N-Joy e N-Joy Plus Pack. Karl è l’accattivante modello d’ingresso della gamma Opel e completa il nostro terzetto di compatte con la famiglia Adam e la nuova Corsa – aveva sottolineato in Svizzera Karl-Thomas Neumann, Ceo di Opel Group “… vettura ideale per i clienti attenti al prezzo, che desiderano abbinare la praticità di un’auto per il traffico di tutti i giorni, al comfort, a un motore particolarmente efficiente e alle tecnologie più moderne”.
Il nome Karl di questa simpatica vettura, piccola, ma che si comporta da grande è stato ripreso da Karl von Opel, figlio primogenito del fondatore della Casa.
Anche in casa Renault domina la lettera K, come testimoniano i modelli Koleos, Kadjar e Kwid, quest’ultimo destinato ai mercati emergenti, tra cui sicuramente il Brasile, ed ancora il Kangoo Maxi ZE consegnato in 240 unità alle Poste norvegesi.
Per Toyota il “Kaizen” è la ricerca continua del miglioramento di ogni processo produttivo ma è importante anche il just in time: quest’ultimo nato proprio in casa Toyota e da lì si è diffuso in tutto il mondo facendo sparire dagli stabilimenti un numero enorme di magazzini, resi inutili dal metodo che prevede la produzione in ogni reparto del numero di pezzi strettamente necessario alla fase successiva della lavorazione.
Importante anche il “jidoka”, perché indica un’automazione dal “tocco umano” e viene direttamente dal fondatore del Gruppo, Sakichi Toyoda. E proprio il tocco umano è il segreto delle linee di montaggio Toyota. Anche il marchio Lexus ne ha tratto giovamento in particolare negli Usa. Ma c’è una sorpresa: è il mini robot Kirobo (nome che significa speranza) che si è fatto ammirare nel recente Auto Show di Tokyo. E’ alto appena 10 cm e accusa in bilancia un peso di 200 grammi. Secondo il suo progettista Fuminori Kataoka, grazie alle sue parole e indicazioni trasformerà la guida in una “esperienza emozionale”. Al momento è un prototipo che parla solo in giapponese. Ma fra qualche anno, già dal 2020, salirà a bordo.
Il fratello più grande di questo robottino ha viaggiato nello spazio un paio d’anni addietro. Lui si accontenta di stare in auto occupando il posto del bicchiere sul tunnel a fianco al driver. Kirobo Mini è un vanto di Toyota ed è nato per fare compagnia a chi guida. E’ chiaramente un passo deciso verso la guida autonoma.
Mazda di recente ha lanciato in Europa cinque modelli ma a suscitare curiosità è stato il concept Koeru che immagina le linee guida del crossover sportivo. Koeru consente di alzare il velo e dare uno sguardo al futuro della gamma attraverso una particolare interpretazione dello stile Kodo. Koeru in giapponese significa “andare oltre”, incarna l’ambizione di Mazda di spingere su valori quali la potenza, la vitalità e l’eleganza propria della filosofia del Sol Levante. Le forme filanti di Koeru offrono aerodinamica eccellente. In pratica Koeru è un crossover suv lungo 4,60 metri che ha fatto sua tutta la tecnologia Mazda Skyactiv.
Anche due modelli della Ford iniziano con la lettera K: sono la Ka e la Kuga.
Tante K, dunque, nel mondo dell’auto, spesso con significati diversi, ma con in comune sempre la voglia di stupire.
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