La sorpresa di Padova: l’auto patrimonio dell’Unesco

Dal 22 al 25 ottobre si è svolto alla Fiera di Padova “Auto e moto d’epoca”, benemerito evento dedicato al motorismo storico. 1600 espositori, 4000 auto, 11 padiglioni, 90.000 metri quadri. Il primo giorno il biglietto d’ingresso costava 37 euro; 51 euro l’abbonamento per tre giorni di seguito; da 20 a 16 (ridotto) il prezzo del biglietto singolo dal secondo giorno in poi. Eppure è stato un successo: oltre 80.000 i visitatori. Un record. Varchi d’ingresso presi d’assalto, lunghe file e ressa agli ingressi, padiglioni e aree all’aperto letteralmente invase da appassionati provenienti dall’Italia e dall’estero.

Al centro dell’attenzione – incredibile ma vero – l’automobile. Quella storica, ma anche quella moderna, vista la volontà di molte Case (per la precisione 18) di esibire sul palcoscenico di Padova un ideale fil rouge tra tradizione e innovazione, tra le auto di oggi e le loro progenitrici. E così, per quattro giorni, è tornata protagonista lei, la tanto criticata, vituperata, vilipesa automobile, la vecchia protagonista della motorizzazione di massa, il nostro antico strumento di piacere e di libertà finito sotto accusa per il riscaldamento del pianeta e ormai relegato al ruolo di freddo “strumento di mobilità”, banale alternativa alla metro, magari da condividere con altri (car sharing), da affittare e non più da acquistare (noleggio a lungo termine); espulsa dai centri storici, tartassata dal fisco, dal caro carburante, dal caro polizza, dal caro garage, dal caro parcheggio… costretta a inventarsi un ruolo nuovo, adeguato ai tempi, e dunque privata, in alcuni casi, dei motori tradizionali, aperta all’innovazione (ibrido/elettrico), quasi trasformata in robot a quattro ruote connesso col mondo esterno, tra non molto capace di muoversi autonomamente, con un pilota automatico che per ora accende e spegne le luci, frena e lancia qualche allarme, ma presto prenderà il nostro posto al volante…

Confesso: di fronte allo strepitoso successo dell’esposizione sono rimasto stupito. Piacevolmente stupito. Perché ciò che è successo a Padova ha dimostrato una volta di più che la corsa alla modernità non cancella la passione per l’auto che abbiamo conosciuto e amato nel secolo scorso. L’auto ha caratterizzato fortemente l’evoluzione industriale e del costume, ha modificato il nostro modo di vivere, ha esaltato il Made in Italy, ha fatto felici ricchi e poveri. Un bene per tutti. Per la nostra storia, la nostra cultura.

Discorsi da inguaribili, appassionati nostalgici? Può darsi. Ma a Padova, a parte il sottoscritto e gli ottantamila sodali aggiratisi tra gli stand, c’è stato qualcuno che s’è spinto ben oltre i valori della passione e della nostalgia: la fiera veneta – chi l’avrebbe mai immaginato?… – ha offerto infatti l’occasione per presentare Motor Heritage, campagna internazionale per il riconoscimento del motorismo storico come patrimonio mondiale riconosciuto dall’Unesco! Tra i più autorevoli sostenitori del progetto, Sandra Button (concorso d’eleganza di Pebble Beach), la società Mille Miglia SRL; il Comune di Mantova, Mantova Corse, il Rotary Club Nuvolari, il Registro Italiano Alfa Romeo.

Giorgio Andrian, esperto Unesco che si occupa di heritage, ha moderato un incontro tenuto nello stand dell’ACI: trascurato da gran parte della stampa, ha rilasciato una interessante intervista a InfoMotori Classic, della quale riprendiamo alcuni brani che meritano attenzione.

“Il motorismo – ha spiegato l’esperto – è un fenomeno di portata planetaria che ha modificato significativamente la geografia del pianeta e gli stili di vita di milioni di persone. Si tratta di un fenomeno che ha profondi risvolti culturali e che coinvolge molti saperi; non si tratta solo di ingegneria meccanica, ma anche di design, di arte, musica, cinematografia… L’Unesco è l’unica organizzazione delle Nazioni Unite con un chiaro mandato sull’heritage… e l’iniziativa Motor Heritage intende dunque porre l’attenzione sul fatto che i saperi tecnologici e industriali sono a tutti gli effetti parte del patrimonio culturale della modernità”. Parlando dell’Italia, l’esperto ha detto che “è senza dubbio uno dei paesi che hanno maggiormente contributo allo sviluppo del motorismo sin dalle sue origini. Si pensi solo a quanto le invenzioni di Leonardo da Vinci abbiamo poi contribuito allo sviluppo della meccanica! Per non parlare delle case automobilistiche che hanno fatto la storia del motorismo sin dal suo inizio e che tuttora sono legate indissolubilmente all’immagine del Paese. Soprattutto – ha aggiunto Andrian – l’Italia è uno dei Paesi che maggiormente contribuiscono a mantenere vivo il settore del motorismo storico a livello nazionale ed internazionale; basti pensare all’elevato numero di musei, di collezionisti importanti e di club e federazioni che raccolgono migliaia di appassionati. Infine, l’Italia ospita manifestazioni di eccellenza a livello internazionale, come la Mille Miglia, il Gran Premio Nuvolari, la Targa Florio, e la città di Torino ha ottenuto lo scorso anno l’inserimento nella Rete Mondiale delle Città Creative nel settore del design, grazie ad una candidatura costruita attorno al tema del motorismo storico”.

Se tutto ciò sarà riconosciuto davvero patrimonio dell’Unesco è tutto da verificare. Nel frattempo abbiamo una certezza: è patrimonio della nostra inesausta passione.

 

 

3 commenti
  1. Gm
    Gm dice:

    Purtroppo i nostri politici di merda queste cose non le pensano nemmeno..con bolli super bolli bolli con le ventennali accise sui carburanti passaggio di proprietà assurdi stanno distruggendo tutto..sono dei pezzi di merda..in Italia ci sono Maserati Ferrari alfa romeo marchi di auto che hanno fatto la storia ma purtroppo grazie ai politici di merda non interessa niente del fatto che grazie a loro le migliori auto finisco svendute all’estero o peggio demolite.POLITICI DI MERDA A CALCI NEL CULO DOVEVAMO PRENDERVI INVECE PAGHIAMO SEMPRE SINO A QUANDO E POSSIBILE D STIAMO ZITTI

  2. Giovanni Morabito
    Giovanni Morabito dice:

    I nostri politici di merda queste cose non le pensano nemmeno..sono solo un branco di ladri fetenti che pensano a rubare i soldi con bolli super bolli e bollo sulle auto ventennali..come fanno a eresse conservate le auto in Italia? Maserati Ferrari alfa romeo l Italia è la patria delle auto ma i nostri politici fanno solo schifo perché stanno facendo il modo che tutto il nostro patrimonio motoristico sia svenduto all estero dove lo apprezzano e lo ammirano o peggio demolito..POLITI DI MERDA A CALCI NEL CULO VI DOVEVAMO PRENDER NOI ITALIANI

  3. giorgio andrian
    giorgio andrian dice:

    Caro Sergio,
    grazie del bell’artcolo e soprattutto di aver colto molto bene il senso del mio intervento. Spero che il tutto possa avere una continuazione anche in Italia ad opera di tutti i soggetti interessati, direttamente ed indirettamente.
    Giorgio

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