L’auto ha perso la coda

Ricordo che quando con i colleghi ci ritrovavamo a visitare un salone (all’epoca le nuove auto le si scoprivano lì), o a visionare un nuovo modello, spesso il nostro commento era: ” Anche questa volta gli stilisti si sono fermati prima di arrivare alla coda”. Sì, perché spesso era questa la sensazione: che dopo aver curato il frontale  e la fiancata ci si fosse dimenticati di curare il posteriore della vettura, con brutti raccordi fra i fianchi ed il baule, con quattro fanalini piantati lì per necessità ed un paraurti un po’ squadrato. Se poi si trattava di una versione “Station Wagon” il taglio era netto, verticale: insomma lo stilista aveva esaurito la sua creatività ed aveva chiuso in fretta e furia. E questo ha permesso ai grandi “carrozzieri” di proporre linee originali, coraggiose, che hanno poi conosciuto – ma in ritardo – il successo.

Oggi tutto è cambiato: ormai la coda non esiste più, o quasi. Perfino le grandi berline di Mercedes o Audi hanno perso la coda.

E’ interessante un colloquio che ho avuto con uno specialista italiano che a sua tempo venne ingaggiato da un’azienda cinese. Mi disse che i dirigenti cinesi gli avevano chiesto di impostare un modello a tre volumi  perché per i cinesi si richiamava alle portantine dei Mandarini cinesi che avevano due coppie di servitori, due davanti e due dietro, mentre il corpo centrale era la lussuosa sede del patrizio.

Oggi non più, anche in Cina l’automobile ha perso la coda. Possiamo dire che è finito il tempo delle imponenti Cadillac ed Oldsmobile che avevano delle code immense, ed anche delle berline europee un po’ ministeriali.

Oggi l’ispirazione dell’automobile è figlia del concetto “SUV”. E’ cambiata la moda ma è cambiato anche il gusto degli utenti . E così tutte le Case hanno gradualmente abbandonato il baule del terzo volume ed hanno sollevato la coda che diventa la chiusura delle linee che accompagnano tutta la carrozzeria.

Questo incontra il favore della clientela. Ne è un esempio la Giulia Alfa Romeo: la berlina ha faticato molto per piacere, mentre la versione Stelvio a coda alta è molto apprezzata. Ma ormai, fateci caso, almeno il 90%  dell’offerta segue questo corso.

E, va detto, con risultati molto gradevoli: si è lavorato molto anche sui portelloni con un movimento che ammorbidisce il taglio, e sul disegno della fanaleria che accompagna la chiusura del volume.  Una tendenza che copre quasi tutta la gamma di mercato: dai segmenti più popolari a quelli più lussuosi. Insomma è una nuova era sotto il profilo estetico, e gli stilisti hanno completato il lavoro.

L’automobile ha perso la coda ma ha guadagnato in fascino.

(foto: Cadillac Eldorado Biarritz 1961 presa da Corriere.it)

1 commento
  1. Alessio Di Zoglio
    Alessio Di Zoglio dice:

    Interessante testimonianza, grazie.
    Trovo che la scomparsa della coda sia attribuibile anche all’esasperazione dell’andamento a cuneo che, di fatto, impedisce la creazione del terzo volume, pena problemi di visibilità, prima ancora che estetici.

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