Pirelli non risente dell’uscita di Silk Road

Pirelli sempre a testa alta nonostante l’uscita dei cinesi di Silk Road (entrati nel 2015 attraverso l’opa guidata da ChemChina sono usciti dal capitale con una quota di partecipazione del 9,02% con 90 milioni di azioni). Il titolo ha subìto un forte calo a Piazza Affari intorno al 5,5% ma Camfin si è rafforzata dopo aver acquistato il 2,2% delle azioni collocate da Silk Road Fund. E’ salita così al 22,79% la quota complessiva dei soci italiani che fanno capo a Mtp. Il prezzo attuale delle azioni Pirelli & Co è di 5,908 euro, in calo del -1,53% ad un mese e in guadagno del + 29,85% a 6 mesi mentre da inizio anno il titolo è in rialzo del + 19,9%. Ora il 22,78 di Pirelli è in capo alla catena di controllo di Tronchetti Provera. Ma Pirelli poggia su basi solide anche per la positiva presenza in F1.

L’azienda della Bicocca  (fondata da Giovanni Battista Pirelli nel 1872) ha vinto, com’è noto, la concorrenza con la Bridgestone e in Formula 1 sarà il fornitore ufficiale di pneumatici dal 2025 al 2027 con un contratto così rinnovato per altre tre stagioni, con un’ulteriore opzione per il 2028.

Alla recente conferenza stampa era intervenuto Stefano Domenicali, il capo della F1, il quale ha sottolineato che Pirelli ha dimostrato ampia flessibilità. Pirelli spazia in F1 dal 2011. “Dobbiamo dimostrare di essere sempre i migliori in ogni weekend in pista – ha evidenziato Marco Tronchetti Provera, vice presidente esecutivo – Siamo presenti in 350 campionati ma la F1 è un laboratorio doc e a noi interessa risolvere ogni imprevisto“. Va poi ricordato che l’azienda ha affrontato nel migliore dei modi sfide impegnative, a cominciare, dallo scorso anno, al passaggio alle maxicoperture da 18 pollici come sottolineato da Mario Isola, direttore Motorsport.

Una Pirelli che dispone di avanzati laboratori di ricerca, di macchine e simulatori per ogni tipo di test. Esperimenti continui per realizzare gomme con parafanghi smontabili, pneumatici con specifiche mescole da bagnato, gomme che dal 2026 dovranno calzare a pennello anche su monoposto elettriche.

Nella evoluzione delle principali caratteristiche delle gomme, Pirelli vanta più di un secolo di successi in varie competizioni come F1, Rally ed anche in campo motociclistico come la Superbike. I primi successi risalgono al 1907, a cominciare dal raid Pechino-Parigi. Poi un crescendo rossiniano con l’evoluzione degli pneumatici con caratteristiche che hanno riguardato forme e materiali.

Va evidenziato che agli inizi degli Anni Cinquanta fu realizzato il radiale Cinturato (si iniziò con l’Alfa Romeo 159: la cintura radiale fu realizzata in fibra tessile e dopo venne utilizzato un materiale metallico più resistente), trent’anni dopo arrivò la gomma ribassata, quindi nel 2000 l’impiego della sala mescole automatizzata. Gomme che hanno garantito sicurezza sulle strade urbane. Poi arrivarono i tubeless che consentivano un minore attrito al rotolamento e che garantivano più sicurezza in caso di foratura.

Riguardo alle controindicazioni c’era da considerare il rischio di esplosione dovuto all’assottigliamento della superficie dell’impronta a terra o dei laterali. La larghezza delle gomme fu così aumentata di dimensione sino a 39 cm di larghezza. Nel 1971 si ebbe una rivoluzione delle forniture degli pneumatici da pista grazie agli slick, quindi le mescole che misero in archivio le gomme naturali a vantaggio dei composti sintetici che assicuravano un coefficiente di aderenza più elevato.

Va ricordata la Lotus b56 azionata da un motore a turbina di 600 cv di derivazione aeronautica. Nel 1979 la Ferrari T4 si aggiudicò il titolo mondiale F1  con i radiali, negli Anni 80 arrivò la bimescola con un deterioramento limitato in gara. Dal 1989 al 1991 Pirelli propose il P7 permettendo di vincere alla Benetton e ben tre volte a Piquet di laurearsi campione del mondo. Oggi con le vetture sempre più sofisticate Pirelli ha realizzato gomme più evolute assicurando grip adeguati. Non va dimenticata la gamma P Zero che calza a pennello sulle supersportive come Ferrari, Lamborghini, Maserati e McLaren. E nemmeno quella slick con battistrada privo di scanalature (Supersoft, rossa per circuiti lenti, Soft, gialla utilizzata in gara, Medium, bianca per le piste velocissime, Hard, arancione con mescola dure ed ancora Ultrasoft).

Va ricordato che Pirelli attualmente è la quinta azienda che produce pneumatici al mondo ed ha due fabbriche in Italia a Bollate e Settimo Torinese. Il Gruppo è quotato in Borsa sia in Italia che a New York. Una holding che opera attraverso due segmenti, Consumer (gomme per autoveicoli, Suv, veicoli commerciali leggeri e moto) e Industrial (autobus, autocarri pesanti, macchine agricole e steelcord). Con l’arrivo dell’estate vanno segnalati i P ZERO, fra cui il Rosso asimmetrico, i, l’R02 ProFuyel Drive, lo Scorpion Verde,l Cinturato P7, il Chrono Serie 2, l’FG88, i TG01 e TR 25. Va ricordato inoltre che le gomme Pirelli 4 stagioni hanno una mescola che mantiene inalterate le performances con le temperature comprese fra- 10° a + 30° garantendo una perfetta stabilità della vettura anche in curva. La rivista tedesca AutoBild ha definito i cinturati All Season “esemplari” dopo averli opportunamente testati.

 

 

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