(Più di) Sette domande a Daniele Camerana
Lo storico francese Jacques Le Goff teorizza che la storia si capisce soprattutto dalle vicende di tutti i giorni, più che dalla cronaca degli eventi importanti che sono pane per gli studiosi o per gli scrittori, ma che non danno una vera prospettiva storica. Dalla vita e dai ricordi delle persone che hanno vissuto quei tempi, più che dagli eroi o presunti tali.
Bene … se tutto questo è vero, ecco un pezzo di storia vera.
Piccolo Mondo Antico, rally degli anni 70-80.
O come si direbbe oggi: “The Golden Age of Rally”.
Lo facciamo insieme a Daniele Camerana che, di quel mondo dei rally, è stato un protagonista e uno spettatore al tempo stesso: Responsabile del Trofeo Autobianchi, pilota e osservatore competente del mondo automobilistico e sportivo.
Tutto questo grazie all’amico Gian dell’Erba che ha chiesto a Daniele Camerana un testo introduttivo per il suo libro di prossima pubblicazione sui Campionati Monomarca, testo che qui riportiamo fedelmente, in attesa della pubblicazione ufficiale.
Così, sulle ali della memoria, in un rimbalzo tra parole – e date che generano ricordi, episodi personali che si mescolano con episodi di cronaca sportiva – ci troviamo immediatamente in quegli anni e in quelle atmosfere.
Un salto in un ieri che sa di oggi.
1 – 1976 /Abarth ?
Sono entrato in Abarth a fine 1976, andando subito a seguire il Rally di Sanremo con Bruno Scabini, un navigatore famoso (è stato coéquipier di due ottimi piloti, come il triestino Fulvio Bacchelli e il milanese Maurizio Verini ), il quale si occupava delle assistenze a bordo di un “muletto” Fiat 131 Abarth sponsorizzato Oliofiat.
La corsa andò male per le nostre 131 Abarth che si ritirarono per uscite di strada e problemi meccanici. Quel rally restò famoso per la sfida finale sulla sola ultima prova: con le loro Lancia Stratos si disputarono la vittoria i mitici Waldegaard e Munari, terminando nell’ordine 1° e 2°, staccati di solo 4 secondi.
La sfida fu molto emozionante, ma fui soprattutto impressionato dal tantissimo pubblico di appassionati e tifosi al seguito del rally sulle strade dell’entroterra ligure, a tutte le ore del giorno e della notte.
Ero stato assunto in Abarth dal direttore Lorenzo Avidano senza un incarico preciso anche perché – al di là della mia passione per le corse e per auto e moto – non avevo nessuna competenza specifica.
Incominciai con piccoli incarichi: assistenza alle gare e logistica alla fine del 1976 e nel 1977, anni in cui la 131 Abarth vinse il suo primo titolo di Campione del Mondo Rally Costruttori.
2 – 1977/ rally del Portogallo ?
Nel ’77, per il “Portogallo”, ho fatto nuovamente coppia con Bruno Scabini per il sopraluogo pre-gara dei punti di assistenza.
Era previsto che dovessi rientrare in Italia prima del rally, ma successe che Daniele Audetto – ex direttore sportivo di Lancia Corse e Ferrari e da poco arrivato in Fiat Rally – fosse rimasto senza driver per quella gara, causa la defezione di Orlando Dallava.
Di Dallava, all’ultimo momento, dovetti prendere il posto in macchina insieme ad Audetto: ci eravamo appena conosciuti, era un po’ preoccupato di avere per autista un ragazzotto di 23 anni, senza sapere come guidava.
Con me, invece, si trovò molto bene. A fine gara, dopo 2000 chilometri di curve di giorno e notte, spesso con tempi molto limitati, se ne uscì con un “Ma tu non hai mai pensato di correre in macchina ?”. Detto da lui (che aveva “navigato” con Ballestrieri e altri campioni) mi fece un enorme piacere. In seguito – se ero libero da impegni – mi volle spesso al volante della sua auto al seguito delle gare.
In quel 1977 nacque anche il Campionato Autobianchi A112 Abarth, trofeo monomarca inventato da Cesare Fiorio per creare nuovi bravi e giovani piloti.
3 – 1978 /Trofeo Autobianchi ?
Nel 1978 ci fu poi la fusione fra Lancia Corse e Fiat Rally e nacque l’A.S.A. (Attività Sportiva Automobilistica) e ritornò il Campionato Autobianchi A112 Abarth, denominato anche Trofeo. Del quale, in Lancia, si era occupato Giulio Pensi.
Con Pensi e con la guida e l’aiuto di Ninni Russo (ex navigatore romagnolo di Forlì: nel 1970, a fianco del concittadino Alcide Paganelli, su Fiat 124 Sport Spider, si era laureato campione italiano rally, terminando la sua attività di navigatore e iniziando una nuova carriera in Fiat) abbiamo seguito i clienti privati che disputavano il debuttante Campionato Fiat Alitalia nei rally e in pista con vetture Fiat, oppure disputavano la Formula Fiat Abarth, sostituta della vecchia Formula Italia.
Parecchia la carne al fuoco.
Il Campionato A112 Abarth nato nel 1977 era stato concepito e organizzato in maniera perfetta da Cesare Fiorio, Nick Bianchi e dallo stesso Giulio Pensi.
Negli anni è stato continuamente migliorato sotto l’aspetto tecnico e sportivo, per aiutare i partecipanti a contenere i costi e introducendo modifiche per irrobustire le vetture e aumentare la sicurezza delle stesse, consentendo così ai piloti di spingere al limite per poter mettere in mostra le loro doti .
4 – 1978/ i piloti del trofeo ?
Il risultato di questa politica?
I piloti che il Trofeo A112 Abarth ha sfornato – come Attilio Bettega e Franco Cunico, il genovese Fabrizio Tabaton, i piemontesi Carlo Capone e Michele Cinotto – in seguito hanno guidato vetture ufficiali molto competitive che li hanno portati ad aggiudicarsi titoli italiani ed europei .
E tanti altri meno noti, ma altrettanto veloci: come Fusaro, Mirri, Carini, Giammarini, Caneva, Canobbio, Zini, Turri, Vittadini e Corredig (solo per nominarne qualcuno) i quali, con la A112 Abarth, li hanno talvolta battuti in una classifica di gara o anche solo in una Prova Speciale.
Le gare erano tiratissime, i distacchi ridottissimi e il pubblico si fermava sulle strade fino alla fine per assistere ai “passaggi spettacolari” di quei pazzi del Trofeo A112”: partivano in coda al rally, non erano pazzi, ma dei gran piloti!
Sempre quell’anno ho disputato un paio di gare nel Trofeo, andando piuttosto bene e scoprendomi un discreto pilota.
Ed è stato anche per questo che Giorgio Pianta, fortissimo pilota e insuperabile collaudatore dell’Abarth, mi ha voluto al suo fianco per collaudi e prove tecniche sia delle macchine da corsa, sia delle vetture stradali.
5 – 1979 Al mondiale RAC Rally inglese ?
Sempre per la passione e la voglia di correre, nel 1979 – insieme all’amico milanese Paolo Vittadini, con l’ A112 Abarth – abbiamo organizzato la spedizione all’inglese RAC Rally, disputato con il mio caro amico torinese Daniele Cotto a fianco. Partiti dall’ Abarth di corso Marche, a Torino, sulle nostre vetturette, abbiamo raggiunto Parigi dove siamo stati accolti presso la sede di Chardonnet, importatore Lancia e Autobianchi per la Francia: lì abbiamo schierato le vetture e ci è stato offerto un “aperi-cena”. Al seguito avevamo un paio di furgoni (e meccanici) e il Camper Kavir del Press Centre (sponsorizzato Fiat, Carello e Sabelt Britax), guidato dall’indimenticabile Nino Fornaca, già collaboratore della Carello.
Abbiamo poi proseguito per Dover per salire sul traghetto e raggiungere Chester, sede della partenza del rally .
Anche il ritorno è stato fatto su strada con le nostre “piccole”, dopo che avevano disputato il rally .
Ci siamo tutti divertiti tantissimo, davvero una bellissima esperienza!
6 – 1980 La Grecia e il mondiale “Acropolis” ?
L’anno successivo siamo andati in Grecia per disputare l’altrettanto mondiale Acropolis Rally: eravamo seguiti da un furgone di assistenza e dal solito camper Fiat Kavir del Press Centre, sponsorizzato da Sabelt Britax e Carello: lo guidava sempre il caro amico Nino Fornaca, personaggio carismatico e onnipresente, mai dimenticato dai rallisti degli anni 70 e 80.
Con il mio coéquipier Riccardo Renna abbiamo vinto la classe 1300 gruppo 2 e con soltanto una ventina di concorrenti all’arrivo, fra i quali noi ed i fratelli Vittadini su Fiat Ritmo.
L’assoluto lo fece il finlandese Ari Vatanen, su Ford Escort RS, precedendo i connazionali Salonen e Alen .
Cesare Fiorio – che ci aveva sconsigliato di fare un rally così duro – vedendoci al Parco Assistenza prima dell’arrivo ci disse: “Ah, ma evviva, siete ancora in gara !”.
Un bel complimento, da noi molto gradito!
7 – 1981 Un “Montecarlo” e un bilancio sportivo ?
Con la mia A112 Abarth ho partecipato a un tris di rally di Campionato del Mondo, vedendo l’arrivo in tutti e 3.
Il terzo è stato il Rallye de Montecarlo 1981, disputato con Eraldo Mussa: assistiti insieme alle Lancia Beta HPE italiane e francesi dell’importatore Chardonnet.
Abbiamo corso per testare in gara le gomme Pirelli P6 che avrebbero sostituito le Kléber ed equipaggiato il Campionato Autobianchi dell’anno successivo.
Comunque RAC, Acropoli e Montecarlo – disputati con una piccola macchina in maniera competitiva – sono gare massacranti per vetture e piloti.
Bisogna essere in grado di tenere un passo elevato, senza esagerare per non distruggere la vettura e per reggere alla fatica la quale, nei rally di quell’epoca, era davvero tanta.
Immagino cosa dovesse essere per i piloti ufficiali che correvano per vincere.
Importantissime erano l’alimentazione e l’idratazione ma non sempre, allora, si era rigorosi su questi due argomenti. I tempi di pilotaggio erano lunghissimi e le soste troppo brevi. per poter recuperare adeguatamente .
8 – 2021- A 112, che tipo di auto era ?
L’A112 Abarth era una macchina eccellente e, se ben preparata, anche molto robusta.
La mia era una 4 marce 3a serie, un piccolo carro armato allestito da Almo Bosato, storico e mitico preparatore torinese .
Era veloce, leggera e facile da guidare: un po’ come la BMC Mini Cooper S, vettura che aveva dominato i rally degli anni ’60 con i grandissimi Makinen, Altonen, Hopkirk per citarne alcuni.
Un paragone forse irriverente ma secondo me ci sta.
9- 2022 : e se Carlos Tavares …?
Chissà se a Tavares, grande appassionato di corse e di rally e ottimo pilota, verrà voglia di fare con la A 112 una operazione come quella fatta dalla BMW con la Mini moderna e reiterata dal compianto Sergio Marchionne con la 500 ?
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