Prima i francesi

Nuovo segnale di debolezza dei sindacati, disinvolta forzatura dell’azienda, distratto disinteresse delle istituzioni?

C’è un po’ di tutto questo nella risposta sul perché Atlantis ha deciso di accordare un bonus anti rincari ai dipendenti francesi rinviando lo stesso provvedimento per gli italiani al rinnovo del contratto.

Questa mossa, passata quasi sotto silenzio, non è, come potrebbe sembrare, il risultato di un meccanismo burocratico per dire si comincia da qui e poi il resto seguirà. E non è neppure questione di attendere la scadenza del rinnovo contrattuale che si sa, oggi più che passato, non ha una data certa e un percorso definito. Se la si legge con attenzione questa scelta di #Tavares (poiché si deve ritenere ragionevolmente che sia sua e non di altri) mostra in controluce tutta la complessità e le incertezze della partita Stellantis ivi compresi gli impegni presi o promessi nei recenti colloqui, evidenziando l’esistenza di due categorie di dipendenti all’ interno dello stesso gruppo con buona pace di quanti hanno espresso giudizi ottimistici e accomodanti.

Essa ripropone il discorso sul futuro di #Atlantis e impone un chiarimento sulla difformità di un trattamento che al momento non trova spiegazione e che crea malumore e dubbi nella forza lavoro. Dire che un provvedimento così congegnato sarebbe stato impensabile negli anni ruggenti di #Mirafiori è superfluo ma se le cose stanno in questi termini, almeno i sindacati farebbero bene a non restarsene con le mani in mano e a chiederne ragioni. Perché, oltre a quello che si potrebbe definire un complesso di inferiorità tra i lavoratori dei due paesi, esso rimanda ai dubbi sui piani esposti da Tavares. E nei più maliziosi il sospetto che la bilancia di #Stellantis penda dalla parte del versante transalpino.

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