Sette domande a Bernard Darniche (Puntata 1)

Intanto è stato un grande: 5 volte re di Corsica, 1 volta re di Montecarlo e 1 re del Marocco. 

Vincitore di 7 gare del Mondiale Rally (4 con la Stratos, 2 con la 131 Abarth, 1 con l’Alpine).

Poi 2 volte in cima all’Europa, Campione europeo nel 76 e 77.

Rally vinti 50.

Senza sbattere mai! 

L’intervista: passione, umanità, rispetto, un uomo rigoroso, un professionista serio, partito dall’essere operaio, e soprattutto senza averlo mai dimenticato.

Si parla – in due puntate – di macchine, di strade, di casualità, di Agnelli, di politica, di Chirac e si finisce con le regole della strada.

Senza dimenticare il ciclismo, sua grande passione.

Che bella umanità Monsieur Darniche ! Chapeau !

Puntata 1

1- La sua prima macchina, un ricordo

Una Renault 4 L.

Grazie a questa vettura, che usavo per lavoro, ho incontrato la persona che mi ha fatto entrare nel mondo dell’automobile: Michel Loiseau era in panne, mi sono fermato per aiutarlo.

Era un rallyman conosciuto che andava forte, e di cui sono diventato amico e coéquipier.

2-La strada che ama di più. La sua strada del cuore.

Tutte le strade del Tour de Corse, ho un modo di guidare e un ritmo che si sposa perfettamente con le strade di Corsica.

Non ho mai avuto un incidente, mai toccato una gomma: il mio stile di guida si adatta incredibilmente bene alle strade di Corsica, a queste strade difficili.

Ed è stato il rally che ho amato di più.

3- Lancia Stratos , 131 Abarth, Alpine Renault: qualche parola per descriverle dal suo punto di vista di pilota.

Avevo un contratto di pilota con la Fiat nel 1975 e la mia missione era di sviluppare la Fiat X19 insieme a Giorgio Pianta.

Questo era il mio lavoro: renderla vincitrice, vittoriosa, e dopo 4 o 5 mesi abbiamo vinto un bel numero di corse, ma a metà luglio Fiat ha deciso di interrompere il programma di sviluppo.

Quindi mi sono trovato senza possibilità di correre perché il mio contratto mi vietava di correre con altre vetture se non del Gruppo Fiat.

Così sono stato obbligato ad affittare la Stratos rossa: l’abbiamo affittata 4 volte e abbiamo vinto 4 volte: Corse, Tour de France, Rally del Var e Chamonix

Stratos

Stratos era una macchina talmente avanti sulla sua epoca, il motore centrale posteriore, una vettura pensata solo per la corsa ma difficile da guidare perché la sua struttura era complessa, più larga dietro che davanti, molto corta.

Una vettura più da circuito che da rally.

Non bisognava brutalizzarla, non fare delle grandi derapate e siccome non sono mai stato un pilota da derapata ma un pilota che conduce in traiettoria, più « accademico », questa vettura mi si adattava perfettamente bene, ed è per questo che abbiamo vinto 43 volte con lei.

131 Abarth

Ero diviso a metà, un po’ Fiat, un po’ Lancia France e un po’ Lancia Italia. Ero un po’ dappertutto.

Mi mettevano dove avevano bisogno, ma non ero un vero pilota ufficiale perché i piloti ufficiali erano italiani come Munari.

Ero là per riempire i buchi.

Per esempio la 131 in Corsica era molto complicata a condurre sull’asfalto.

Sull’asfalto non ha mai vinto nulla,

ci voleva un terreno scivoloso o della terra, era troppo complicata a condurre sull’asfalto, troppo dura fisicamente…

dunque siccome si erano coinvolti in Corsica nel 1977 e non volevano che usassi una Lancia, mi hanno dato una 131 perché si giocavano il campionato del mondo sperando che prendessi dei punti.

Sapevo che non potevo vincere a meno che non la regolassi alla mia maniera. Così con Giorgio Pianta abbiamo fatto delle messe a punto molto specifiche per me, la vettura era meno rapida sulle prove brevi ma sulle prove lunghe sapevo che potevo essere vincente, per fare in modo di usare meno le gomme posteriori.

Il problema era che non aveva aderenza perché il motore era davanti e consumava molto le gomme posteriori e io, grazie alla mia condotta pulita, consumavo molto meno le gomme degli altri.

Così sono arrivato a vincere nel 77 davanti alle Lancia, perché ho giocato sulla distanza del Tour de Corse.

Nel 78 mi hanno ridato una Fiat 131 Abarth e ho rivinto con le stesse messe a punto, sempre lavorando con Giorgio

Alpine Renault

Ho iniziato nel 69 a correre con la NSU, la piccola marca che è diventata poi l’Audi e l’idea come per tutti era di entrare nell’equipe Alpine, che era quella di punta, era la grande equipe .

Nel 70 vinco il mio posto in Alpine, vincendo il mio primo Tour de Corse con l’Alpine, dove ho vinto 12 prove speciali su 12.

C’è solo Loeb che ha fatto lo stesso, ho vinto contro Andruet che era il più veloce all’epoca sull’asfalto ma quando sono arrivato gli ho dato dei grossi problemi .

Nel 73 abbiamo deciso di fare il campionato del mondo completo con 3 piloti.

Andruet ha vinto il Montecarlo poi non voleva correre sulla terra in Africa, in Marocco, e noi con Nicolas e Therier abbiamo fatto tutto il campionato del mondo e nel 73 siamo stati campioni del mondo con Alpine

4-Quella volta che Daniele Audetto

Daniele è francofono, parla molto bene francese, è sposato con una francese, pensi che gliela abbiamo presentata noi sua moglie …

In Fiat le due persone di cui avevo fiducia erano Giorgio Pianta e Daniele Audetto.

5- Allora ci dica di Giorgio Pianta

Giorgio era più che un ingegnere, era un mio amico, ho avuto una grande ammirazione per quest’uomo che era innanzitutto di una grande gentilezza e un super pilota che conduceva come me, da circuito.

Avevamo una grande facilità a lavorare insieme.

6-E Cesare Fiorio ?

Non ho mai mai avuto fiducia in Cesare Fiorio. Mi ha fatto un sacco di cose non buone…nel 76 quando eravamo in Corsica con Sandro in testa a testa, e io ero più forte sulle prove lunghe, non mi ha chiesto direttamente di far vincere Sandro, ma ha fatto in modo che fosse Chardonnet a chiedermelo.

“Se vogliamo avere il budget per la prossima stagione devi far vincere Sandro”, quindi ho fatto vincere Munari e pensavo che Fiorio mi avrebbe almeno ringraziato, ma non ho mai avuto nessun ringraziamento.

È un uomo politico in effetti, non ha sentimenti umani.

7-La vittoria di cui va più fiero

Il Montecarlo del 79.

Non ricordo perché ma non ero andato bene nella prima parte del rally.

L’ultima notte sono arrivato a Monaco con parecchio ritardo, avevo preso 6 minuti e 30” di ritardo, che è enorme, e mi vergognavo con il mio team, perché non va bene per un pilota che la sua equipe non sia fiera di lui .

Prima dell’ultima notte ho detto a Mahe (il navigatore ndr)che avevo fatto molti calcoli sulle gomme con chiodi o senza chiodi, e gli ho detto che secondo i miei calcoli dovevamo partire con delle gomme senza chiodi, gomme rain intagliate…

e Alain e la gente di Michelin mi dicono: “ma non è possibile, ci sono placche di ghiaccio, 2 km di ghiaccio in salita, 2 di ghiaccio in discesa del Turini’, non è possibile passar con delle gomme senza chiodi… “ e ho risposto che se arrivo sono sicuro di fare un gran tempo.

Ma Michelin e Lancia France mi dicono ma non arrivi al traguardo, finisci contro le rocce prima.

Così facciamo la prima prova e diamo 30” al secondo… siamo tutti contenti e all’assistenza vedo che mi vogliono mettere delle gomme con i chiodi … no, no dico facciamo una seconda prova con i racing senza chiodi.

Ha funzionato una volta, non vedo perché non possa funzionare una seconda, può darsi che facciamo un altro tempo scratch.

Avevo chiesto a Chardonnet mi autorizzate a prendere dei rischi, eventualmente di rompere un’auto. Mi ha risposto rompere si’, ma senza farti male.

La seconda prova ho fatto il tempo scratch e ho continuato malgrado i consigli di tutti fino alla 9 prova speciale.

Alla partenza della decima mi avevano messo i racing e dico no, mettiamo i chiodi perché Waldegaard che vede la vittoria svanire sicuramente monta le gomme senza chiodi, ma non ce la farà dopo tutta la notte abituato con i chiodi …

A quel punto Bjorn mi è venuto a controllare alla partenza e mi dice : “hai vinto e mi stringe la mano, sei più abile e furbo di me”.

Waldegaard era uno che ammiravo molto davvero…

 …(Continua)

1 commento
  1. Renato Ronco
    Renato Ronco dice:

    Darniche è sempre stato un bel personaggio umanamente, oltre che gran pilota. Io l’ho conosciuto quando era ai suoi inizi nel 1967 e con la NSU Prinz a metà gara alla grotte des dmoiselles era in testa davanti a fior di gran macchine nel rally delle Cevennes a Montpellier.Che tempi… e che Rally!!! E nel mio commento su Auto Italiana pronosticai un gran futuro per lui.

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