Sette domande a Davide Croff

Grand commis.

D’état e di aziende private, uno di quei rari manager che hanno accompagnato e preso per mano il Paese nei passaggi delicati tra la prima e la seconda Repubblica.

Affidabile, sotto e preferibilmente fuori dai riflettori.

Con una grande passione per le auto.

Banca d’Italia, Fiat, Banca Nazionale del Lavoro, Biennale di Venezia- lui veneziano – per citare alcune tra le più importanti tappe della sua carriera.

E fa piacere sentire da lui che c’è stato un tempo in cui Fiat era una scuola anche di organizzazione.

Per noi che non l’abbiamo conosciuta, è esistita una Fiat di cui andare fieri, quella targata Ghidella, per noi che ne abbiamo respirato la progressiva deriva industriale, politica e finanziaria e che assistiamo oggi a un presente difficile da leggere, al di là delle parole e delle sempre più rare prese di posizione ufficiali. 

E c’è molta gratitudine nelle parole di Davide Croff per quegli anni, una gratitudine che ti sorprende, che non ti aspetteresti.

Non a caso forse gli è stata conferita l’onorificenza di « Cavaliere di gran croce dell’ Ordine al merito della Repubblica italiana », il più alto degli ordini della Repubblica italiana.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Ordine_al_merito_della_Repubblica_italiana

Per maggiori informazioni rimandiamo a:

https://it.wikipedia.org/wiki/Davide_Croff

 

1-La sua prima auto

Una bellissima Citroen Dyane 4.

Non camminava neanche a calci, ma aveva un fascino meraviglioso che la distingueva da tutte le vetture di piccola cilindrata all’epoca in circolazione.

Ci ho girato tutta l’Italia e larga parte dell’Europa, peraltro riuscendo a farmi sorpassare solo raramente.

2-Croff bambino sul sedile posteriore, Croff adulto su quello anteriore  

Da bambino veneziano, non ho mai fatto il piccolo cabotaggio automobilistico in città, dove ci sia muoveva a piedi o in vaporetto. Nonostante ciò ho fatto migliaia di km viaggiando, sia durante le lunge vacanze, sia non perdendo mai l’occasione di seguire papà negli spostamenti per lavoro, o mio zio, grande appassionato di auto.

Ricordo un viaggio mitico dalle Dolomiti a Venezia con la prima Citroen DS19 importata privatamente in Italia, quando ancora il mercato comune europeo non era in vigore.

Ricordo, come se fosse ieri, una macchina quasi fantascientifica, un’astronave.

Ciò detto devo anche precisare che nel sedile posteriore ho viaggiato molto poco; il mio posto, allora consentito addirittura con un altro passeggero, era accanto al guidatore: quante cose da imparare!

E il Croff adulto eccolo qua: le auto, ma anche le moto, direi tutti i motori a combustione interna (quelli elettrici non sono motori, sono una presa in giro, e lo dico da convinto ecologista, ma qui si aprirebbe un nuovo capitolo) sono stati la mia grande passione.

Quando, sin da piccolo, non ancora patentato, mi immaginavo quello che avrebbe dovuto essere il mio garage ideale;  quando, giovane professionista, lasciai l’impiego in una delle più prestigiose istituzioni italiane per andare a lavorare in Fiat (all’epoca sull’orlo del fallimento) sostanzialmente per il mio amore per l’auto; quando, ormai grande, ho avuto la fortuna di poter comprare, o comunque guidare, le più belle macchine che il mercato poteva offrire.

Ho sempre fatto, e ancora faccio, diverse decine di migliaia di km all’anno, privilegiando la guida, quando possibile, agli altri mezzi di trasporto per il piacere che provo ogni qualvolta accendo un motore.

3-Auto blu, un ricordo

Auto blu: un grande, graditissimo privilegio…e un’occasione per giudicare il suo conducente e, all’occorrenza, per dispensargli utili consigli

4-Quella volta che suo zio le disse: “sali Davide, che te la faccio provare”

Era la Ferrari 250 gte, blu, nuova di zecca.

E io avevo appena compiuto 18 anni e appena conseguito il foglio rosa.

Me la fece guidare in una splendida strada nelle Dolomiti, esperienza mozzafiato che mi è rimasta impressa, curva dopo curva.

5-La sua strada del cuore

Sempre nelle Dolomiti: da Auronzo a Cortina, attraverso il passo Tre Croci, ancora oggi potrei farla ad occhi chiusi, metro dopo metro, chilometro dopo chilometro.

Che paesaggi incantevoli… ma soprattutto che curve!

6-Fantasy dinner con piloti e/o protagonisti del mondo dell’auto di ieri e di oggi, chi invita a cena?

In realtà’, durante i miei fantastici 10 anni di vita professionale come direttore Fiat, più che fantasy dinner, ho avuto real dinner con molti piloti, quasi tutti della scuderia Ferrari che seguivo nei tre giorni dei Gran Premi in tutto il mondo.

Fantastiche esperienze, allietate dal mitico Pasticcino, il cuoco che nutriva con sapienza e cura modenese tutto il team Ferrari.

Ciò detto, dovessi invitare a cena un protagonista della Formula 1, non avrei alcun dubbio: Ayrton Senna, il più grande pilota di sempre, anche perché era un grande uomo.

Incrociai il suo sguardo, nella pole position, pochi attimi prima che scattasse il per lui fatidico semaforo.

Non potrò mai dimenticare quel momento, quell’emozione e il profondo dolore che ne seguì.

7-Rischio o prudenza cosa contraddistingue il suo stile di guida?

E di vita professionale?  

Anche se può sembrare un banale ossimoro, il mio stile di guida associa ad un rischio, calcolato, una responsabile prudenza, per me e per gli altri.

E ciò vale, sia per la guida, sia per la vita professionale.

Credo infatti che se si vuole annullare, o anche minimizzare, ogni rischio “non si va da nessuna parte”, né sulla strada, né nella vita.

Certo è importante, direi fondamentale, scegliere il mix giusto fra i due ingredienti.

7b-E dietro la curva?

Dietro la curva, sulla strada, ci può essere di tutto, ed è proprio lì che la prudenza deve prevalere.

Adoro guidare col buio perché, con l’utilizzo dei fari, le curve perdono una parte della loro imprevedibilità e quindi del rischio.

E nella vita dietro la curva c’è il domani, che ognuno cerca, a fatica, di costruire nel modo migliore, ma che rimane inevitabilmente associato all’incertezza.

È la condizione umana, ineludibile, ma affascinante

1 commento
  1. Fusaro Piero
    Fusaro Piero dice:

    Grande Croff, pur avendo fatto nella Sua professione cose straordinarie, antepone nell’intervista l’immenso amore per l’automobile. Caro Davide dietro la curva oltre all’incertezza , tu hai anche molte certezze una bella famiglia e tanti amici. Complimenti

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