Sette domande a John Murnane

John sembra un americano.

Uno di quelli che frequentano le spiagge di Santa Monica: te lo immagini sul surf o in sella a una moto luccicante e di grossa cilindrata

John sembra un americano.

Uno di quelli nati in Wisconsin o che ne so, nell‘Indiana .

Cresciuto tra i campi di mais e le distese infinite: strade diritte senza curve, vite all’aria aperta, e vite già segnate.

John, oltre che sembrare: è un americano.

Ma a Torino.

Filosofo imprestato al marketing e al vino italiano.

“Migrante”, come si definisce, da 8 anni ha trovato a Torino l’America nel vecchio mondo

“Non so cosa avrei fatto fossi rimasto ad Indianapolis, sono venuto per insegnare inglese a una famiglia e sono atterrato in Crocetta “

Ecco, oggi parliamo di Indianapolis e di strade americane, e di guida americana, attraversando campi di mais e di soia, facendo attenzione agli immancabili cervi.

Ecco cosa dice, pensa, ricorda un americano diventato torinese, che a Torino ha trovato amore, passione, e professione .

1- La tua prima auto

La mia prima macchina era un 1968 Pontiac Lemans. The color was “baby blue” as we say. Il Lemans era un po’ il fratello minore del GTO, il vero “muscle car” di Pontiac, però aveva praticamente lo stesso design.

La cosa particolare di questa macchina era che aveva una trasmissione fatta da GM che si chiamava “Two-speed powerglide”, che era un po’ troppo divertente per un 5.7L 350 cubic inch, e per un ragazzo di 16 anni.

2 – Indianapolis un ricordo, nascere ad Indianapolis è come avere i motori nel cuore ?

Non sono nato ad Indianapolis, ma ho vissuto la maggior parte della mia vita lì.

Il mio ricordo legato alla gara, sarà sempre il fatto che non si guardava la gara in televisione ma la ascoltavi alla radio.

Oltre 200,000 persone possono andare alla pista, quindi non c’era quasi mai il sold out, è c’era una regola per gli eventi sportivi locali che se non fosse sold out, non ci poteva essere il collegamento TV, per spingere le persone ad andare all’evento.

Quindi, alcune volte sono andato alla pista durante le giornate di prove, però il race vero, si viveva facendo una giornata fuori con amici, preparando la griglia per il barbecue

3 – La tua strada del cuore 

La strada del cuore sarebbe la I-65.  Interstate 65, che passa ad Indianapolis e va fino nel sud di Alabama, dove ho fatto l’Università.

Quindi, non so quante volte ho fatto quelle 500 miles, in tutte le stagioni: è una strada che ricorderò per sempre.

4 – “sali John … “ te lo ha mai detto qualcuno che vuoi ricordare ?

Mi ricordo una volta in viaggio, sono andato in Colorado in un piccolo paese sperduto a visitare un ranch.

Stiamo parlando di un paese di 600 persone, ed eravamo in un ranch di 75,000 acri.

Il ranch hand, il ranger che gestiva lo spazio e le varie attività come far pascolare i animali etc., mi ha chiesto se volevo salire con lui per raggiungere gli altri a cena.

Sono salito su un Ford F-350, dually, un mostro di un pick-up.

Per me, non mi sembrava tanto pratico, ho pensato  servisse di più un 4×4 fuori strada, rialzato.

Invece, questo aveva un motore di 500 cavalli, con un turbocharger e un Cummings 6-speed manual transmission.

Mi ha spiegato quanto la sua macchina era fondamentale in tutto quello che faceva.

Mi ha cambiato il modo che guardavo le macchine da lavoro.

5 – Stile di guida in America, stile di guida in Italia

Devo dire che mi piacciono i paesaggi dell’Italia, ma noi americani siamo un po’ più educati.

Scherzo sempre con dei amici che negli Stati Uniti, ci sono delle regole della strada, e devi seguirle. Altrimenti, la polizia ti ferma. Molto semplice.

Da noi, devono avere un motivo per fermarti.

Ma comunque, se segui le regole sei a posto.

In Italia, mi sembra che tutto è un grande suggerimento.

Le cose che ho visto fare dai guidatori davanti ai carabinieri, polizia, vigili, e nessuna delle forze dell’ordine che ha fatto nulla, è incredibile.

6 – Piccola lezione di strade americane, please … Numbers pari dispari, east west north south…

Mi ricorderò per sempre quando mio padre mi ha spiegato la logica dietro i numeri delle autostrade negli Stati Uniti.

Classica scena dove si accendeva la lampadina in testa.

Per tutte le Interstate, e anche i State Road, i numeri pari viaggiano da est a ovest, mentre quelli dispari, da nord a sud.

Per esempio, I-65, la strada che prendevo per andare all’ università, va da vicino a Chicago, fino a Mobile Alabama.

O c’è I-10, che va dalla Florida a Los Angeles.

I numeri più bassi partono dal sud e dall’ ovest, e diventano più grandi quando ti sposti più a nord o a est.

Le autostrade più importanti finiscono con un 5 o uno 0.

7- e dietro la curva …?  

Dietro la curva…

Mais.  O anche Soia.

Indiana è un stato piuttosto piatto. Solo nel sud ci sono delle grande colline, quindi non c’è tantissimo oltre quello.

Però, dovevi fare attenzione perché c’erano e ci sono tanti cervi.

Dove sono cresciuto io, c’era ancora tanta agricoltura, adesso sempre meno, ha lasciato il posto per costruire delle case.

Quindi quando ero giovane, avevi del mais alto due metri, a fine estate, e la luna e la strada.

L’unico rumore che c’era, era il motore della tua macchina.

1 commento
  1. Renato Ronco
    Renato Ronco dice:

    Bella descrizione di una realtà molto lontana dalla nostra: in tutti i sensi. Un poco riesco però a capirla perché ho viaggiato molto negli Stati Uniti con epicentro proprio Indianapolis. In questa descrizione mi sono rivisto in quelle lunghissime trasferte. Grazie

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