Dai cioccolatini alla guida autonoma con Ambrogio

Una bella e annoiata nobildonna vestita di giallo canarino, comodamente seduta in una lussuosa Rolls Royce ferma nel traffico cittadino, veniva presa da un “certo languorino”, subito soddisfatto dal premuroso autista di nome Ambrogio che prontamente le offriva un cioccolatino di una famosa azienda produttrice di dolciumi. Era questa la trama di uno spot pubblicitario di grande successo negli anni Novanta, soprattutto per quelli che, come il sottoscritto, hanno superato un bel numero di primavere.

Ebbene, oggi Ambrogio torna alla ribalta e rivive in un Virtual Personal Assistant, ovvero nel “computer intuitivo” che è l’anima del concept car Torq, creazione del gruppo ED Design, che molto aveva impressionato il pubblico del Motor show di Ginevra per la sua innovazione fantascientifica e il suo fascino ed è stato recentemente presentato per la prima volta in Italia al Museo dell’Auto di Torino. Un concept, realizzato per l’estremo mondo delle corse con lo scopo di innovare le autovetture di serie, nato grazie alla passione di Mike Robinson per l’advanced design e l’appoggio di ED Design, azienda di cui è amministratore delegato e direttore creativo, dove ha seguito l’intero sviluppo del progetto, realizzato completamente all’interno, dal design all’ingegneria, alla modelleria sino al prototipo finale.

ED Torq è una vettura biposto da competizione con propulsione elettrica e sistema di guida autonoma. Si presenta come una supercar, che utilizza 4 motori elettrici, uno per ogni ruota, e sembra svuotata, alleggerita del vano motore in modo che la parte superiore sia sbalzata, grazie a sospensioni progettate come quelle in uso nella F1. La parte inferiore invece assomiglia a una specie di techno-skateboard costellato da molte pinne aerodinamiche sotto le quali alloggiano le batterie dei motori accanto a ogni ruota, creando un effetto di potenza che ha ispirato il nome stesso della concept car.

Ma è nel suo interno che Ed Torq riserva le maggiori sorprese: è lì che l’interfaccia uomo-macchina ha la sua massima espressione, confermando che la connettività è elemento fondamentale per la nostra società ma non deve essere motivo di distrazione per chi è al volante di un’automobile. La Torq infatti non ha parabrezza e finestrini. Al loro posto troviamo un avvolgente nastro di trenta centimetri fatto di sottili schermi curvati Oled. Le immagini all’esterno sono riprese da telecamere, poste nella piccola pinna sul tetto, che inviano tutte le informazioni alle centraline elettroniche e vengono visualizzate sui monitor offrendo così una visione a 360° senza prestare il fianco ad angoli ciechi. Chi occupa l’abitacolo si sente protetto come in un bozzolo, completamente immerso in una dimensione di “guida” alternativa. La vettura però monta un volante e la pedaliera, di cui tecnicamente però potrebbe fare a meno, per garantire che l’esperienza di guida non venga completamente persa.

La Torq dunque si presenta senza vetri e si può guidare senza mani. Ma, anziché eliminare il pilota esperto come fanno tutte le automobili autonome, propone di sviluppare il rapporto uomo ‐ macchina nell’Era Digitale. Il dialogo fra atomi e bit, intuizione ed algoritmi, uomo potenziato e computer emotivo, ribattezzato da Mike Robinson con il nome di Ambrogio, è quindi l’oggetto di ricerca principale in questo importante ed avveniristico progetto tutto italiano, che ED definisce “human‐centric”. E’ il primo passo di un progetto molto più ampio denominato MAAL (Mobile Autonomous Automobile Laboratory) che pensa l’auto come un laboratorio mobile frutto non solo di un puro esercizio di stile coadiuvato da una grande esperienza di ingegneria, ma anche del concetto precursore di fusione tra due culture, quella automobilistica e quella informatica, in linea con le ricerche più all’avanguardia che ED porta avanti da tempo per diversi clienti. Il concetto del Laboratorio Mobile prevede la costruzione di tanti prototipi identici con un’architettura elettronica aperta, per permettere a più persone e a più aziende possibili di partecipare allo sviluppo collettivo di nuovi APPs.

L’obiettivo di Davide Pizzorno, fondatore e presidente di ED Group e di Mike Robinson è quello di rendere disponibile al mercato nell’arco di 2 anni un laboratorio mobile completamente self-driving in grado di poter soddisfare le esigenze sperimentali degli OEM, dei fornitori, dei giganti del settore IT, e anche delle università, degli istituti di ricerca e, persino dei legislatori, dando loro l’opportunità di personalizzare i contenuti in modo semplice ed innovativo. Un approccio certamente innovativo aiuterà l’industria dell’automobile autonoma ad andare sempre più lontano e anche più velocemente, fornendo anche un grosso contributo alla sicurezza, visto che, numeri alla mano, il tasso di mortalità alla guida (1,2 milioni di morti stradali ogni anno in tutto il mondo) non è più sostenibile in una società in cui la domanda di mezzi di trasporto è ancora fortemente in crescita.

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