Harald Wester (Fca) chiede un nuovo regolamento comunitario per il controllo delle emissioni

La miglior difesa è l’attacco.
E la sveglia suonata improvvisamente a Bruxelles in tema di emissioni conferma la regola.
Per anni e anni nessuno ha mosso un dito. Poi, complice il «Volkswagengate» (per la serie: si chiude la stalla quando i buoi sono già scappati), che ovviamente ha tutte le sue grandi colpe, ecco l’Ue passare al setaccio le Case auto che operano nel Continente.
Che le norme sulle emissioni fossero da rivedere, cercando di creare un asse con quelle americane, era noto da tempo. E ora si cerca di incastrare questa o quell’altra Casa auto per lavarsi la coscienza. Ha fatto bene Harald Wester, responsabile tecnico di Fca, durante un’audizione al Parlamento europeo, a mettere il dito nella piaga, accendendo i riflettori su tutte le carenze in tema di emissioni di questa Ue. “Bisogna avere, a livello comunitario, un nuovo regolamento che soddisfi tutte le tematiche quando si parla di controllo delle emissioni”, ha puntualizzato l’ingegnere tedesco di Fca. E ha fatto altrettanto bene Wester a sottolineare come la legge Usa sia più precisa e più rigorosa nell’attuazione delle norme di quanto lo sia quella europea.
All’interno dell’Ue, ha ravvisato Wester, non esiste una normativa dettagliata di attuazione. L’abilità dell’ingegnere, che fino a poco tempo fa ha guidato Alfa Romeo e Maserati, è stata quella di ritornare la palla nelle mani del Parlamento Ue che, a questo punto, dovrà darsi una mossa e prendere delle decisioni.
L’Europa, insomma, è chiamata anche qui a rincorrere gli Stati Uniti. I costruttori, intanto, compreso il Gruppo Volkswagen con il suo ambizioso piano che punta sulla mobilità elettrica, il loro contributo lo stanno assicurando.
Trasparenza e disponibilità a cambiare la misurazione delle emissioni dei gas di scarico, passando dai test di laboratorio alle simulazioni di guida in condizioni reali, accomunano le Case auto.
Basta che ci sia chiarezza, una volta per tutte. Ben vengano decisioni come quella presa tempo fa da Opel di rendere noti al momento dell’acquisto della vettura tutti i dettagli su consumi ed emissioni “a beneficio di trasparenza, credibilità ed efficienza”.
Di questi giorni, inoltre, è l’iniziativa di Psa Peugeot Citroën che ha stretto un accordo con l’ente certificatore Bureau Veritas per un protocollo di misurazione dei consumi in utilizzo reale, cioè su strade pubbliche aperte e in condizioni di guida abituali.
Ancora una volta il settore gioca d’anticipo rispetto alle istituzioni.

1 commento
  1. Marcello Pirovano
    Marcello Pirovano dice:

    Per rendersi conto di quanta confusione esiste sulle norme di omologazione nin solo tra USAe Europa basta vedere cosa viene concesso di dichiarare ai costruttori circa i comsumi medi delleloto auto, in particolare delle ibride ee ibride plug in. C’è pefino una supersportiva tedesca accreditata di 66 km/litro.
    Ottimoe utile l’intervento dell’ing. Wester

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