Chi sale e chi scende dopo il Gran Premio d’Australia, le pagelle dei protagonisti
Max Verstappen – 10 politico
Uscito di scena dopo poche curve con un vero coup-de-theatre, ha permesso che i telecronisti potessero enfaticamente affermare che il mondiale di Formula 1 è quanto mai avvincente ed emozionante quando vince la Ferrari, non agonizzante per il dominio totale della Red Bull e del pilota olandese. Adesso Max tornerà a vincere facile su circuiti meno particolari di questo australiano ma chi commenterà ricorderà per decenni il ‘giorno in cui la Red Bull morì’. (cit. Buddy Holly, Ritchie Valens e Big Bopper)
Carlos Sainz – 10
Chi se ne frega se Verstappen era già in difficoltà quando Carlos lo ha passato, quel che il pilota spagnolo potrà raccontare una volta ritirato è che lui è stato uno dei pochi piloti al mondo che ha succhiato la scia della Red Bull di Verstappen e l’ha sverniciata all’esterno: scusate se è poco! Prima vittoria della stagione, primo successo non Red Bull, primo (speriamo non unico) GP conquistato da Sainz dopo l’annuncio del suo licenziamento da Ferrari. È un peccato pensare che il prossimo anno potrebbe guidare la Sauber, per cui non pensiamolo e godiamoci il suo ottimo momento con cui ha saputo cogliere al volo una delle pochissime occasioni lasciate dalla Red Bull.
Yuki Tsunoda – 10
Facendo propri i valori di purezza tipici dello shintoismo, e di perfezionismo e minimalismo del buddismo zen, zitto zitto il pilota giapponese ha conquistato l’ottava posizione in partenza, confermandola (fatto non del tutto scontato) a fine gara, con buona pace del compagno di squadra Ricciardo – che tra l’altro è di casa in Australia – dominato sia il sabato sia la domenica. E bravo l’hatamoto che ha fatto secco il gaijin! (cit. James Clavell, Shōgun)
Charles Leclerc – 9
Per carità la sua gara è stata ottima, praticamente sempre davanti agli avversari più agguerriti (leggi McLaren) ma purtroppo per lui togliere l’inutile appendice ha fatto un gran bene a Sainz che gli è rimasto sempre davanti, senza possibilità di replica. A chi ha una certa età verrà in mente Clay Regazzoni che sorrideva e abbozzava quando il compagno di team Lauda lo metteva in difficoltà, per poi trovarsi relegato a essere il numero 2 del team. Ecco, il volto di Charles sul podio era un po’ così, ma buon per lui che la Ferrari oggi è quotata in borsa e ha dovuto annunciare già a inizio stagione il licenziamento di Sainz. Se ne riparlerà nel 2025, con l’arrivo del quasi pensionato Hamilton.
McLaren e i suoi piloti – 9
Il momento più brutto e più bello della gara di Piastri è stato il sorpasso voluto dal team da parte di Norris. Si tratta di un evento mai bello in particolare, e soprattutto se il pilota che deve cedere il passo è quello di casa. Ma al contempo tanto di cappello al giovane australiano che si è fatto da parte senza alcuna (apparente) polemica. Il momento più brutto e più bello per Norris è stato il finale di gara, quando non è riuscito a raggiungere Leclerc ma a conquistare il podio sì, ce l’ha fatta. E alla fine la terza e la quarta posizione significano per entrambi punti importanti e una bella siringata di fiducia per le prossime gare.
Aston Martin e i suoi piloti – 8
Come al solito ottime scelte dell’attempato ma mai domo pilota spagnolo per un GP alternativo rispetto a chi ha più possibilità di lui di ben figurare, e solita grinta nel conquistare la posizione (sorpasso su Sainz) e difenderla – ottima tattica su Russell a fine gara. È comunque l’auto che sembra andare benino, visto che in prova Alonso è stato superato dal compagno Stroll, che in gara ha finito subito dopo di lui, entrambi a punti, prima della penalità comminata ad Alonso. Penalità che non cambia il giudizio sul pilota, retrocesso dal sesto all’ottavo posto. Strana vettura l’Aston Martin, che in alcune gare sembra docile e maneggevole, in altre neppure James Bond saprebbe domarla. (cit. Ian Fleming, saga di 007)
Lewis Hamilton – 5
Dispiace un voto così basso a chi ha vinto 2 volte in Australia ed è partito per 8 volte dalla pole, ma sentire con che tono ha detto “Cavoli, quanto è veloce la Red Bull!” riferendosi al mezzo piuttosto asfittico guidato da Perez che lo precedeva, lo ha fatto sembrare un po’ troppo arrendevole. Il ritiro poi non è colpa sua ma quest’anno Lewis dà un po’ l’idea di aver rinunciato alla battaglia. E la pessima prestazione anche in qualifica (fuori da Q3) rafforza questa sensazione.
George Russell – 4
In sé e per sé la gara dell’inglese è stata positiva, ma dopo che aveva debutto in F1 sfiorando la vittoria e dopo alcune arrembanti e ben promettenti gare, Russell sembra aver perso smalto e soprattutto lucidità a fine gara. L’anno scorso a Singapore (cit. Alain Resnais, Alain Robb-Gillet e Adolfo Bioy Casares) pressato da Hamilton e non in grado di superare Norris aiutato dalla scia di Sainz, Russell si era schiantato a muro all’ultimo giro. In Australia quest’anno si è fatto beffare dal vecchietto Alonso a poche curve dalla fine. Sembra che non faccia bene essere considerati troppo presto dei predestinati…
Sergio Perez – 4
Stesso ragionamento fatto per Hamilton: dispiace davvero affibbiare un brutto voto a un pilota cordiale e tutto sommato ‘allineato’ come il messicano, ma dopo il buon risultato in prova (poi un po’ invalidato dalla penalizzazione) ha dato vita a una gara non accettabile. Certo, la Red Bull ha dimostrato qualche limite sul circuito australiano ma Perez si è fatto buggerare in partenza, ha faticato troppo nel fare qualche sorpasso e alla fine non ha fatto quel che si aspetta da lui la squadra. Arrivare secondo dietro Max e, in caso di assenza del compagno di team, vincere. Gli va bene che in Red Bull non vogliono urtare la suscettibilità di Verstappen (e del suo cerchio magico) e così il team non dispone di due vere prime guide.
Daniel Ricciardo – 3
Stesso ragionamento fatto per Hamilton e Perez: dispiace molto assegnare un brutto voto a un pilota simpatico ed esuberante come lui, ma la sua gara è stata davvero imbarazzante. Diciottesimo al via (con il compagno Tsunoda addirittura in Q3) e fuori dai punti in gara (con Yuki che ne conquista 3) non sono un bel risultato da raggiungere nel GP di casa. Buon per lui e per il suo umore che è sempre convinto di tornare in Red Bull appena si decidono a far fuori Perez… e magari è anche certo di tornare a bere dalla sua scarpa!
Carlo Vanzini (che, per chi non lo conosce, è il telecronista Sky) – 3
Il voto è arrotondato verso l’alto per l’entusiasmo che il commentatore mette nel suo lavoro. Diciamo che in effetti carica sentirsi reiterare (con tono di voce sempre più alto) la stessa frase per rafforzare il concetto. Ma alla lunga no. Ma alla lunga no! Ma alla lunga no!!! Sembra che Vanzini ci consideri tutti un po’ come Ivo il tardivo (cit. Alessandro Benvenuti), che abbiamo bisogno di sentirci ripetere un’affermazione per capirla. E invece no. E invece no! E invece no!!! E che dire quando Leclerc è a qualche secondo da Sainz e Vanzini assicura esaltato che inizia la rimonta del monegasco, ma nel giro di pochi giri il distacco raddoppia? Del resto, è facile farsi prendere un po’ la mano, con tutte le grandi entusiasmanti emozioni che ogni weekend di gara viviamo secondo il commentatore: ma le sue affermazioni in pochi le sentono, quei pochi che non si assopiscono dopo pochi giri…
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