Gran Premio del Canada, le pagelle dei protagonisti

Nel Gran Premio della centesima vittoria della Red Bull (ottava stagionale su otto disputate), ancora una volta Verstappen conduce la gara dalla pole position alla bandiera a scacchi confermando la sua seria intenzione di vincere il terzo titolo consecutivo di campione del mondo.

Per una volta Aston Martin e Mercedes seguono Max più da vicino, con le due Ferrari positive la domenica, entrambe ai piedi del podio.

 

10 e lode – Max Verstappen e la sua Red Bull

Che altro aggiungere: il pilota olandese continua a dominare su ogni tipo di pista in ogni condizione meteo come se corresse con un’auto molto più potente e con una tenuta di strada immensamente migliore rispetto alle concorrenti. Poi lui ci mette tanto del suo (basta vedere che combina il povero compagno di squadra), e che sia in uno stato di grazia totale lo dimostra la tranquillità con cui affronta ogni situazione. Davvero imbattibile.

 

10 – Alexander Albon

Cacciato con vergogna dalla Red Bull a inizio carriera (quando aveva dovuto confrontarsi con Verstappen, stella nascente del team e coccolato da tutti) si è faticosamente ricostruito una fama di ottimo pilota lottando nelle retrovie. In Canada con un cambio di gomme in meno – e soprattutto con una Williams – per una trentina di giri si è tenuto dietro gente come Russell e Ocon. Il voto è più che meritato per grinta e strategia.

 

8 – Fernando Alonso

Una media tra le buone qualifiche, l’essersi distratto in partenza, la sceneggiata un po’ eccessiva ai box quando Hamilton gli avrebbe tagliato la strada, il sorpasso al pilota Mercedes e il finale di resistenza al ritorno dell’inglese. Per lui e la sua Aston Martin Verstappen è inarrivabile, ma il podio è ormai una certezza e chissà che prima o poi complice una distrazione Red Bull non ci scappi una vittoria…

 

8 – Lewis Hamilton

Una media tra le buone qualifiche, l’ottima partenza, il quasi “unsafe release” ai box, l’avere subito il sorpasso di Alonso e il positivo forcing finale. Anche per Lewis vale lo stesso discorso fatto per Alonso: lui sul podio c’è quasi sempre e se la Red Bull dovesse mancare un appuntamento con la vittoria, eccolo pronto a sfruttare la situazione!

 

7 – Ferrari e i suoi piloti

Per una volta dimentichiamoci degli errori, delle esternazioni e delle penalità in qualifica, e godiamoci il buon risultato della domenica, che riporta il team e i suoi due piloti a punti. Per carità, ben lontani dall’essere la seconda forza del mondiale cui si ambiva a inizio stagione, ma almeno in questa gara un po’ di rosso si è visto, soprattutto grazie alla strategia molto conservativa di una sola sosta.

 

6 – Lando Norris, Oscar Piastri e la McLaren

Il primo ha iniziato maluccio e poi è cresciuto bene, l’altro ha preso un via esplosivo ma poi – dopo essersi fatto infilare come un pollo dal compagno – si è un po’ perso per strada. Per entrambi la certezza che potrebbero fare meglio, anche se senza penalità Norris avrebbe conquistato qualche bel punticino.

 

6 – Sebastien Ocon

I punti sono sempre punti (e chi lo mette in dubbio!) ma restare dietro la Williams e non riuscire a passarla pur avendo la disponibilità del DRS è sembrato piuttosto strano. Negli ultimi giri a sandwich tra Albon e Norris ha badato soprattutto a non perdere la posizione e l’alettone posteriore – che ballava in modo sinistro. Tutto sommato un buon risultato per sé e per il team.

 

5 – Nico Hulkenberg

Come dargli un voto positivo dopo quello che ha sprecato in gara? Va beh, la prima fila in partenza è andata per una penalità, la zona punti per un’arrendevolezza esagerata, ma arrivare 15esimo è un po’ troppo! Peccato, qualche possibilità sembrava esserci…

 

4 – Le seconde guide di Aston Martin, Mercedes e Red Bull

La situazione peggiore la sta vivendo certamente Perez, il cui compagno inanella record su record e lui non si qualifica più in Q3 e racimola qualche scarso punticino dopo gare di estrema fatica. Ma non sta meglio Russell, giovane promessa della Mercedes i cui errori gli stanno facendo perdere considerazione nella squadra: certo, Hamilton è un martello, ma lui sbaglia tanto, troppo. Situazione diversa per Stroll, che sicuramente se le prende di santa ragione da Alonso, ma finché il suo paparino paga il team può anche permettersi di lottare nelle retrovie e conquistare un risicato nono posto al photo finish a discapito dell’Alfa Romeo di Bottas.

 

4 – Fantasmi fatti aleggiare a sproposito

Premessa: nessuno mette in dubbio la classe infinita di Ayrton Senna e la capacità di farsi amare di Gilles Villeneuve, ma stiamo parlando di piloti che hanno fatto la storia di una Formula 1 che non esiste più. E mi sembra inutile rimestare nel passato facendo confronti insostenibili. Le 41 vittorie di Senna sono state ottenute in anni di grandi battaglie con avversari feroci sulla distanza di 15 Gran Premi all’anno, quelle di Verstappen in anni di dominio assoluto della sua vettura con 25/26 gare per stagione. Gilles guidava vetture che al confronto di quelle odierne non stavano in pista, era il festival del controsterzo: ora se ne fai uno ti cazziano per un mese perché hai perso due decimi sul giro. Se amate Gilles e Ayrton, lasciateli in pace!

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