Gran Premio Singapore, le pagelle dei protagonisti
Dagli ottimi voti di Perez e della coppia ferrarista alle insufficienze gravissime della FIA, passando attraverso alcune sorprese come il positivo risultato della McLaren e quello negativo di Mercedes.
9 – Sergio Perez
Il “For what?” stupitissimo con un lieve accento spagnolo quando gli dicono che si è allontanato troppo dalla safety car fa sorridere. L’unico a non ridere è Leclerc, prima bruciato alla partenza e poi quando riceve lezioni di difesa della posizione dal pilota messicano, a 15 minuti dalla fine. Perez sarebbe da penalizzare ancora durante la gara per gli errori dietro la safety, ma la FIA è in versione bradipo e ha una velocità decisionale troppo più lenta di quanto si muove questa Formula 1. Gran bella gara per Checo, il secondo posto del mondiale è vicino!
8 – Charles Leclerc e Carlos Sainz
Il voto di Leclerc è meritato non tanto per l’attacco a Perez quanto per la guida nei minuti finali cercando di restare vicino al pilota Red Bull. Lo chiamano il predestinato ma ultimamente tra errori e imprecisioni sue e del team si è un po’ perso, pole position a parte.
Oggi avrebbe dovuto mantenere il primo posto in partenza e la gara sarebbe stata facilmente sua. Sainz senza infamia né lode a parte un’ottima partenza, ma visto che sul podio ci arriva e incamera un altro buon risultato, ci scappa il bel voto. Il problema è che i tifosi si aspettano sempre qualcosa di più dalla Ferrari e dai suoi piloti.
7 – Mc Laren, Lando Norris e Daniel Ricciardo Finalmente un team dal passato prestigioso, ma che si era un po’ perso ultimamente, ottiene un ottimo risultato. Norris si conferma un gran pilota e Ricciardo, forse più per fortuna che per volontà, non è tanto lontano dal compagno di squadra, entrambi comunque ai piedi del podio. Diciamo che per tutti due buona parte del merito va alla safety car ma… tant’è!
7 – Fernando Alonso
Beh, 350 weekend passati a correre in ogni parte del mondo e in ogni condizione meteo valgono comunque un bel voto. Così come i suoi dialoghi piuttosto salaci con il box. Conquista il 7 dimostrando che se avesse un’auto più prestazionale (mannaggia al motore!) potrebbe togliersi tante soddisfazioni, anche se tenere dietro per un po’ Verstappen credo non abbia prezzo per lui.
7 – Lance Stroll e Sebastian Vettel Ma sì, dai, diamo un bel voto a questo ragazzo canadese che alterna prestazioni entusiasmanti (Baku alcuni anni fa) ad altre decisamente deludenti, a volte coinvolgendo imbufaliti avversari. Per una volta Stroll è davanti al compagno di squadra pluricampione del mondo: sono soddisfazioni per il povero figlio di miliardario! Vettel ha tolto un po’ della svogliatezza dimostrata ultimamente e ha ritrovato l’ardore dei tempi andati facendo sembrare la sua vettura larghissima davanti a nemici vecchi e nuovi come Hamilton e Verstappen.
5 – Max Verstappen
Gara sulle montagne russe, con partenza un po’ guardinga, buona rimonta, lotta dietro due mostri sacri come Alonso e Hamilton, solite lamentele alla radio, esuberanza inutile e lungo spiattellante per le gomme. Gli è andata bene, con qualche punticino raggranellato ma da lui una gara così è deludente.
5 – George Russell e Lewis Hamilton
Uno partiva molto in alto, l’altro dai box, in modo diverso hanno fatto una bella gara ma entrambi l’hanno compromessa. E se tutto sommato l’errore di Russell può essere in qualche modo perdonato come sbaglio di gioventù e scelte un po’ azzardate dal box, quelli di Hamilton (a muro prima e un lungo a un minuto dalla fine) sono decisamente da… pollo.
Peccato, perché le Mercedes andavano benino.
4 – Motori Renault
A chi ha una certa età non sarà sfuggita l’analogia tra il fumo del motore di Ocon e quello dei propulsori turbo di fine anni Settanta, sulle vetture guidate da Arnoux e Jabouille. Solo che allora le Renault divertivano e ogni tanto vincevano, mentre oggi le Alpine si sono ritirate entrambe senza nessuna gloria e di vincere… neanche parlarne.
4 – Nicholas Latifi
Spesso e volentieri considerato il più “fermo” del gruppo, a Singapore ha cercato di imitare Jack Brabham, il pilota australiano tre volte campione del mondo che – accusato spesso di non guardare negli specchietti retrovisori – in un’occasione replicò “Non li ho, gli specchi…” ed era vero. Ma questa volta Latifi li aveva e avrebbe potuto non sbattere a muro il povero Zhou.
3 – Virtual Safety Car e Safety Car
La prima è inutile se, quando inizia, Hamilton è a due secondi da Sainz e quando finisce gli è in scia. La seconda è inutile se la vettura che deve stabilire il ritmo entra in pista con un paio di giri di ritardo e tarda troppo a rientrare ai box. Perché non abolire definitivamente la superflua virtual e trasformare il pilota di testa in quel momento in safety car, facendo in modo che imponga agli altri una velocità bassa e prestabilita? È proprio necessario che faccia il suo show l’auto da turismo? Ah già, sono soldi…
2 – Prove della Red Bull
Clamoroso l’errore del team che ha lasciato Verstappen senza benzina nel momento più importante delle prove, impedendogli di ottenere la pole position, che quasi sicuramente avrebbe conquistato con un secondo di vantaggio su Leclerc. Oltretutto la Red Bull è recidiva, in quanto si era già vista una cosa del genere ad Abu Dhabi nel 2012 con Vettel. Sorge un dubbio: sbaglio vero o errore politico per contrattare con FIA il mantenimento del mondiale 2021 rinunciando a bissare il successo già a Singapore?
1 – Liberty Media e FIA
Un voto di fiducia fino a mercoledì, in attesa di sapere se la Red Bull sarà giudicata perseguibile per aver vinto il campionato 2021 spendendo più denaro di quanto consentito.
Se sì, il titolo di Verstappen andrebbe cancellato ma – si sa – le regole in Formula 1 spesso sono fatte per essere liberamente interpretate, vedi le differenti gestioni della safety car nell’ultimo GP dell’anno scorso e a Monza tre settimane fa. Chi vincerà… la necessità di fare show a tutti i costi o la giustizia?
0 – FIA
Ma chi decide i calendari della Formula1, Topo Gigio? Solo lui non sa che da maggio a ottobre nel SudEst asiatico ci sono i monsoni che portano piogge scroscianti. Un po’ come organizzare il Gran Premio di Germania a gennaio e poi stupirsi per il ghiaccio in pista. Magari, mettendo solo un po’ da parte gli esorbitanti interessi economici e telefonando a Meteo.it sarebbe possibile costruire il calendario evitando i cicloni di Singapore e, la prossima settimana, i tifoni giapponesi. O lo fanno apposta per rendere più imprevedibili le gare in stile Odeon, dove tutto quanto fa spettacolo?
0 – FIA, di nuovo
Non è proprio possibile decidere prima della fine della gara se Perez va penalizzato o no? Sarebbe stato sufficiente un righello sul monitor per calcolare la distanza della Red Bull dalla safety car… e invece si fa salire il pilota sul podio, da vincitore, per poi magari togliergli il trofeo. Mentre il secondo non può neppure esultare come dovrebbe. (foto: Motorinolimits)
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