Più di…Sette domande a Gabriele Noberasco

Mi ricorda De Sica. Christian De Sica.

Tra il rallysta di ieri e l’imprenditore di oggi credo sarebbe stato un bravissimo attore della commedia all’italiana ( e vuole essere un complimento ), perché Gabriele Noberasco è nato per lo spettacolo, che sia in prova speciale o nella vita di tutti i giorni.

Scherzi a parte, ma non tanto, Gabriele Noberasco è stato uno spettacolare pilota (Odeon non a caso il suo soprannome) ed è oggi un imprenditore di successo.

Abituato alle sbandate controllate, alla guida spettacolare, Noberasco andrebbe ascoltato più che letto.

Così come andava visto in gara e non si riusciva a raccontarlo ( e quanti ragazzi della costa tra i suoi tifosi, a fare notte sulla curva in attesa di come l’avrebbe interpretata lui )

Sorrisi e risate, derapate ed eccessi verbali, piacevoli diversioni in strada e fuori strada, battute, intercalari, borbottii e subordinate, parentesi aperte e mai chiuse se non alla fine come una curva che non finisce mai.

Gabriele è un imprenditore rimasto se stesso, com’era da ragazzo, fortunatamente così diverso dai manager di professione, con la loro scontata e noiosa impostazione da tutti uguali.

E a un certo punto dell’intervista un flash … una lampadina si accende :

“Finisce che abbiamo preso la patente nello stesso posto, perché adesso che ci penso l’ho presa ad Alassio, la patente, in piazza c’era un’autoscuola…”

E lui : “Sì, sì, sì Contestabile… ho preso la patente anch’io da Contestabile. E tu anche? “

Abbiamo preso la patente nella stessa autoscuola e abbiamo avuto lo stesso istruttore, è bella questa nuova, riscoperta a quasi mezzo secolo di distanza, evidentemente qualcosa era già scritto, e poi abbiamo anche corso e vinto insieme …

Il tempo passa veloce con Gabriele, ieri in prova speciale, oggi nell’intervistarlo.

Ecco a voi Noberasco, il cui nome, non a caso, è anche un brand .

Ps. Le risposte sono state registrate e conservano uno “stile parlato” e non scritto

 

1-La tua prima auto e la tua prima auto da corsa.

La mia prima auto da corsa è stato è stato il Kadett GTE 1900 Gruppo uno, fatto dai Carenini.

La prima gara vera è stata il rally Montecarlo junior, che era quello che si faceva a novembre per preparare chi avrebbe fatto poi il Montecarlo vero

E quindi la mia prima prova speciale è stato il Turini : roba seria!

La mia prima macchina in assoluto, un bel 112 Elegant blu.

Bene, vedi che hai iniziato sul 112?

È lo sbaglio più grande è stato assolutamente non fare il Trofeo, perché era quell’anno lì, Io ho iniziato a correre nel  76, e il 77 è stato prima anno del  Trofeo e io non l’ho fatto.

2-La tua strada del cuore?  e la tua prova speciale del cuore?

Dovessi dire strada del cuore per tutta una serie di motivi, così a freddo potrei dire Rezzo. Il bosco di Rezzo.

Sì, perché è fascino, è strada, è contesto, è inverno, è il Sanremo, i rumori quando andavo a vedere le gare…

Ci sono passato in prova ad andare sù, e andare giù.

Rezzo più di tante altre strade ce l’ho più in testa rispetto ad altre bellissime che ho fatto.

Quindi Rezzo, partendo  da sotto, da Rezzo, salendo al Teglia.

Il mio Rezzo quando  arrivavi al curvone di Rezzo e andavi al quadrivio o andavi sù a Carpasio e Colle D’Oggia.

E la prova speciale del cuore…perché comunque ho corso gare stupende e io amavo tantissimo la terra e quindi devo dire Tergu in Sardegna, al Costa Smeralda

La prova Osilo Tergu sì, sì, sì.

Quella lì, io sono finito giù nel nel burrone a Osilo con Daniele Camerana.

Io, correvo col 131, voi col 131… e quella lì che voi infatti non vi ho visto arrivare a fine prova … ah eri tu che eri in macchina con Daniele…

E’ stata un bel voletto !

Ah bel volo sì. Ho finito li i miei rally li’

Mi sono talmente spaventato… la macchina non si fermava mai e mi sono detto, se non muoio non corro più,  me lo sono detto mentre  rimbalzava giu’ nel burrone 

Eh avete fatto un bel volo !

Eravamo lì, eravamo attaccati …

era una destra lunga che poi chiudeva, eravamo quarti o quinti, c’era Zanussi in testa

E io ho fatto settimo, ho fatto una bellissima corsa .

E comunque Tergu, e se no Santa Luce a Sanremo.

2 prove di terra.

Sì, nel senso che non le ho fatte tantissime volte ma quello che ho fatto in quelle prove lì me lo ricordo…

3-La vittoria o la prestazione di cui vai più fiero?

La vittoria, a parte quella con te ai Savonesi che è stata  mia prima vittoria, ho vinto in assoluto 3 volte, sempre il Rally dei Monti Savonesi.

Poi ho vinto tante altre cose.

Dovessi dire che quella di cui vado più fiero, e che porto proprio nella pelle, è aver vinto il gruppo A al  Sanremo dell’ 83 con l’Alfetta GTV e aver fatto decimo assoluto, quella lì è una bella vittoria.

Perché è stata una gara veramente tosta, prova del Mondiale, lotta fino alla fine con Bentivogli, terra, uscite di strada, rientro  insomma, è stata una roba abbastanza epica.

4-Rischio o prudenza? Cosa contraddistingue il tuo stile di guida e di vita?

Rischio no, ma a prudenza assolutamente zero, questo da sempre quando ero giovane, in tutte le cose che ho fatto, ho guidato sempre con questa grande irruenza che portava a correre con una una gestione sempre molto aggressiva, non è che impazzivo di cacciarmi di traverso dove sapevo che c’era un burrone, oppure dove c’era una curva che chiudeva, cercavo di stare dentro dei limiti però è chiaro che in quegli anni… le macchine, le caratteristiche, l’età che avevo, e anche la prestazione che, finché stavo in strada riuscivo a dimostrare, mi ha sempre portato a essere letto come uno che non aveva cervello…

e non lo avevo!

Anche adesso, in questi ultimi tempi, tutti quelli che si ricordano di me, mi dicono cose che so che effettivamente ho fatto, quindi tendenzialmente ero uno che rischiava senza andarmi a cercare gratuitamente di prendere dei rischi che mettessero a repentaglio diciamo tante cose, però ci sono delle uscite di strada che ancora oggi ho bene in testa di essere stato talmente irruente, di aver fatto delle scelte assurde, non per prendermi un rischio, ma perché per me ci stavo dentro e devo dire che negli ultimi anni, quando mi è capitato di vedere dei filmati dove sono io quello che guida, mi è capitato un paio di volte di non riconoscere che ero io e dirmi, ma questo qua, ma come cazzo andava?

E poi dopo i filmati… ah già ero io!

E nella vita? 

Tendenzialmente sono uno determinato, quindi faccio delle scelte.

Ho una caratterialità da leadership, nel senso che la determinazione porta certe volte a essere capace di avere un’incisività e quant’altro…anche in questo caso, piu rischio, senza andare a cercare delle scelte che mettono a rischio, ma certamente delle scelte.

Un  rischio prudente, nel senso che io se potevo evitare di fare, però se devo prendere decisioni anche sul lavoro, toste e capace di dare delle svolte, l’ho sempre fatto, con una cognizione di causa molto lucida, senza mai andare allo sbaraglio

Però ero determinato, lo sono sempre stato e sono ancora oggi determinato

5-Fantasy Dinner, con protagonisti del mondo dell’automobile di ieri o di oggi, chi inviti a cena?

Allora invito a cena Alonso, invito anche qualcheduno che non c’è più: Ballestieri.

Invito a cena a Marku Alen. Invito a cena Tonino Tognana per l’amicizia, ma anche perché è un personaggio.

Michèle Mouton, perché (oltre che mi piaceva)  alla fine dei conti era una che veramente andava fortissimo.

Di  oggi no, nessuno che mi crei empatia,

Di ieri ce ne sarebbe tantissimi, ma non li posso invitare tutti a cena.

6-Sali Gabriele, quella volta che un personaggio importante o un pilota ti ha detto sali …

Allora io non ho mai amato particolarmente salire con nessuno perché mi metteva un po’ d’ansia,  però le due volte che posso ricordarmi bene sono state con Dario Cerrato quando facevano i test della Ascona 400 al Melogno, sulla parte sterrata, quella che parte da Orco Feglino, ed è stata una bella roba.

E poi con Andrea Zanussi.

Però con Andrea Zanussi col suo Mercedes 500 automatico a Cortina sulla neve, e lì ho capito quanto Andrea fosse un pilota di livello superiore, perché francamente  guidare il Mercedes 500 berlina automatico sulla neve in discesa dalle Tofane, con una maestria…tic tac…

io il giorno dopo l’ho fatto con la mia 75 e con tutti a bordo, siamo usciti di strada, siamo stati lì sotto 20 metri, poi è arrivato Fulvio Bacchelli, che ha preso solamente la mia signora, la signora di Andrea Zanussi e se n’è andato.

E noi come due pirla siamo rimasti nel campo ad aspettare il trattore.

Io non ce l’ho fatta a farla, è lui… “tic tac”, capito?

Vabbè, però è la sua terra, tu eri fuori casa, giocavi fuori casa! 

7-1981 Rally  Monti Savonesi: primi assoluti Noberasco-Mussa, un ricordo di allora, oggi?

Ricordo di allora oggi, di qualche tempo fa, mentre stavo correndo il Monti Savonesi storico è arrivato un ragazzo che è un appassionato e mi dice:  “fermati, fermati, fermati” …

e io so che tutte le volte che mi dicono così è perché mi deve far vedere, far firmare qualcosa, mi ha tirato fuori le fotografie del Monti Savonesi che abbiamo vinto assieme.

Devo dire che quella gara lì, che se uno fa conto che cos’era un rally nazionale nel 1981 e cosa sono le gare di campionato italiano oggi,  ti viene veramente il magone, perché insomma, abbiamo corso per tutte le prove speciali più belle del Savonese, dalle 5 del pomeriggio alle 7 del mattino dopo, con 12 prove in linea, una roba folle.

Siccome uscivo da un periodo un pò frustrante perché ne avevo combinate troppe, quella gara lì, quella vittoria lì, è stata una vittoria che col senno di poi mi ha talmente rinfrancato che di li’ sono ripartito dimostrando che ero anche capace… di non solamente fare delle prove … “sì… arriva Noberasco perché così almeno stiamo a vedere se sta in strada o se esce di strada…”  Era metà e metà  la possibilità ad ogni curva …

In quella gara lì eravamo andati molto bene.

Nebbia… quello, quell’altro. Tante cose. Poi una bellissima macchina con la Ascona gruppo 2 e quindi un ricordo vivissimo, in casa, molto positivo.

8- Quella volta che sarebbe stato meglio se… Hai un rimpianto di pilota?

Beh, quella volta sarebbe stato meglio se.

Nel Sanremo 82 con il 131 quando mi sono ritirato ero sesto/settimo assoluto, e sarebbe stato meglio se tutta una serie di fatti, perché nella mia carriera c’è stato molto di mio, ma anche un pò molto di sfiga, no, perché lì c’è stata una serie di fatti che se mi metto a raccontare ci stiamo mezz’ora che mi hanno portato ad uscire  di strada in trasferimento.

La sera che si finiva la terra prima di Pisa, per tutta una serie di motivi, fare dei danni alla macchina… hanno riparato la macchina, ma ovviamente i danni erano tutti sul posteriore, mi si è rotto venendo giù dalla prova di Nava un unibol e mi sono fermato lì.

Che quindi il pensiero è, se avessimo potuto lavorare sulla macchina correttamente non si sarebbe lavorato solo sul dietro che era distrutto, ma si sarebbe controllata tutta la machina e forse l’unibol l’avrebbero cambiato, e forse sarei arrivato sesto assoluto, sarei stato FIA B, avrei avuto un risultato eccezionale … etc etc

Quindi è un grande rammarico, oltre a tanti altri, che ce n’è un numero straordinario.

E lo sbaglio che ho fatto più grosso, l’ho detto anche prima, è stato che nel 77 quando ho iniziato a correre, amavo talmente tanto guidare facendo i traversi che la mia idea è stata di comprare il Kadett, ed è stato l’anno del Trofeo A112.

Guidavo come prima macchina questo 112 elegant, neanche l’Abarth, ed ero terrificante come guidavo quella macchina li’, però manco mi è venuto per l’anticamera del cervello di pensare a una roba del genere.

Appena ho avuto un attimo di raziocinio, però, era passato qualche tempo e ho detto, l’errore più grosso che potevo fare, perché se mi fossi inserito in quell’anno  dei Bettega Tabaton- forse Michele Cinotto è arrivato un po dopo- dei Vittadini, dei Cunico …

ma la mia porca figura la facevo sicuro…poi non so quante ne tiravo giù, però una bella figura la facevo sicuro.

E devo dire che quello sì, rammarica.

9- Visto che parliamo di macchine, la domanda è …e dietro la curva? 

Ma dietro la curva, nella vita diciamo, hai talmente tante situazioni che non ti aspetti, che ovviamente nel pilotare, soprattutto nel mondo dei rally, negli anni quelli un pò più gloriosi, ma comunque le cose non sono cambiate, ti hanno sempre messo nella condizione di riuscire a reagire a un imprevisto dietro la curva con un certo tipo di modalità.

Questo tipo di cultura dell’essere determinato, di prendersi i giusti rischi e di affrontare l’imprevisto dietro la curva, come mi è capitato qualche volta di trovarmi, a un Costa Smeralda provando mi sono trovato dietro la curva una mandria di mucche e siamo riusciti a passare, ma una di queste ha dato una cornata nel parabrezza che mi ha rotto il vetro e mi ha anche piegato il montante… deve avere avuto mal di testa per qualche giorno, ma siamo riusciti a salvarci e non prenderne neanche una, facendo boh, non so come.

Dietro la curva nella vita, anche in questo caso ti metti nella condizione che poi gli imprevisti sono tantissimi perché non puoi francamente riuscire a tenere sotto controllo, tutto quello che può accadere.

Diciamo, sai reagire.

Poi ci sono anche gli imprevisti,  quelli che ti prendono in contropiede come dietro la curva quando mi è nato il primo figlio, cioè che me lo sono visto uscire dalla culla della sala parto,  che mi ha sgranato gli occhi, come per dire : ” Ma tu saresti mio padre?”

Che era poi Nicolò, quello che è stato il navigatore in macchina durante i Monti Savonesi.

 

 

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