Sette domande a Stefano Macaluso

Parliamo di Macaluso o della mostra “The golden age of rally”?

Parliamo di Stefano o del padre Luigi, noto come Gino, cui l’imperdibile mostra è dedicata ?

Parliamo della fondazione Macaluso o delle loro preziosissime automobili? Parliamo della passione, della cura con cui questa mostra è stata realizzata?

O dell’esperienza sensoriale che restituisce alla lettera quegli anni e quelle atmosfere?

O parliamo semplicemente del rombo dei motori che sigla la visita?

Mille sono le angolazioni con cui presentare questa intervista a Stefano Macaluso: esperto di prodotto e di design nel mondo dell’orologeria, direttore della creatività per molti anni presso la manifattura Girard-Perregaux, Presidente del Club Italia, co-fondatore insieme al resto della famiglia della Fondazione Gino Macaluso per l’auto storica e curatore della mostra “The Golden Age of Rally”, in esposizione al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino fino al 2 maggio 2023.

“Abbiamo fatto del nostro meglio per ricostruire l’atmosfera di quegli anni, soprattutto per tenerne viva la storia e la memoria, fatto per noi importantissimo»

E ci siete perfettamente riusciti, complimenti !

 

1 La sua prima auto

 

Una Fiat Punto 6-speed grigio metallizzato; la prima auto da corsa, tanto per restare nella famiglia Fiat, una Cinquecento Trofeo, con cui ho vinto la categoria esordienti nel trofeo italiano 1997.

 

2 Stefano sul sedile posteriore da bambino, suo padre alla guida

 

L’emozione immensa di stare sul sedile posteriore sulla Lancia Thema nuova, mentre mio padre guida a tutta velocità in autostrada (esperienza che ha poco a che fare con i rally, ma formativa)

 

3 La prima auto della collezione Macaluso quale è stata ?

O quella cui suo padre era più affezionato, se ce n’è una …

 

La prima auto della collezione Macaluso è il centro di gravità stesso della storia automobilistica di Gino Macaluso: è la Fiat X1/9 Abarth prototipo.

Gino Macaluso è stato il responsabile del progetto X1/9 prototipo in Abarth nel 1974 e su quell’auto ha disputato anche la sua ultima gara da professionista durante lo stesso anno, come navigatore di Clay Regazzoni al Giro d’Italia. Nel 1987 l’ha ritrovata, amorosamente restaurata e con lei ha avviato la ricerca delle altre auto da rally ex-ufficiali in collezione.

 

4 Un racconto che suo padre faceva spesso, di una gara…di un incontro, o di qualche campione in particolare.

Un aneddoto.

 

Mi raccontava sempre delle sue partecipazioni ai RAC dei primi anni ’70, la sua gara preferita, quando è stato pioniere tra i latini nell’affrontare quella gara nordica e all’epoca davvero esotica, insieme a Trombotto, Pinto e Barbasio. Quei racconti mi hanno talmente influenzato, che appena mi è stato possibile, mi sono iscritto io stesso alla gara britannica per sperimentare la stessa avventura.

 

5 Essere navigatore è stato un qualcosa che vi raccontava  Ha influito nella sua professione secondo lei?

 

Il ruolo di navigatore come lo intendeva Gino Macaluso andava molto oltre il semplice leggere le note. All’epoca il navigatore si occupava anche di studiare il piano assistenza e verificare il percorso, però per lui il copilota era un vero e proprio stratega, in grado di supportare il pilota nelle scelte tecniche e nel modo di affrontare la gara. Di certo questo approccio ha avuto un grande impatto nella sua vita di imprenditore.

 

6 “Golden age of rally”

C’è un ricordo in particolare di quegli anni che vuole condividere?

 

Sembrerà strano, si parla spesso, giustamente, di grandi auto e di grandi piloti, meno spesso del pubblico. Credo che le migliaia di tifosi che nei primi anni ’70 (e poi ancora nei decenni successivi) attendevano per ore i propri beniamini lungo i tornati del Turini, in piena notte, infreddoliti a -20 gradi meritino una menzione speciale nella storia della Golden Age of Rally

 

7 Un rally storico fatto insieme

 

Ricordo con molto piacere i primi rally in cui ho fatto da co-pilota a mio padre sulle Abarth X1/9, 124 e 131.

Partecipavamo come apripista alla Targa Florio Storica al Sanremo Storico, nei primi anni ’90

 

7bis  E dietro la curva della fondazione Macaluso?

 

La Fondazione ha come missione principale la diffusione della cultura dell’automobile, in particolare dal punto di vista delle auto da competizione e del design.

Vorremmo che i rally, che il patrimonio tecnico, sportivo e artistico prodotto dall’automobilismo sia conosciuto dalle nuove generazioni, in modo che serva da esempio per stimolare la loro creatività.

Se nel Rinascimento Brunelleschi e Michelangelo hanno realizzato opere come la cupola del Duomo di Firenze e la Cappella Sistina, nel ‘900 Giugiaro e Bertone hanno pensato capolavori come la Delta e la Stratos.

 

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Luigi_Macaluso

 

https://autologia.net/the-golden-age-of-rally/

 

NOTA DELL’AUTORE. Questa Mostra starebbe benissimo in quel tratto di costa tra i due rally mondiali di Sanremo e Montecarlo, magari a Bordighera,  perché quei luoghi sono stati davvero la culla del rallysmo , la sua età dell’oro, il suo stadio olimpico naturale, senza contare i tanti tantissimi protagonisti che vengono proprio da quel tratto di Riviera.

La mostra c’è, ed è sicuramente modulabile.

Perché non provare ad esportarla?

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