Gli e-fuel, dalla Formula 1 alle nostre auto di tutti i giorni

Il 2026 si preannuncia molto importante per la Formula 1, con numerosi cambiamenti tecnici. I nuovi regolamenti che entreranno in vigore quell’anno prevedono modifiche significative sul motore (più pesante ed elettrico al 50 per cento), sul DRS (che probabilmente sarà abbandonato per un nuovo sistema in grado di agevolare maggiormente i sorpassi, ma non in rettilineo) e sull’aerodinamica – con riduzione di peso e lunghezza complessiva delle monoposto.

Nick Tombazis, l’ingegnere greco che è responsabile per la FIA di gestione e sviluppo delle monoposto di Formula 1, ha affermato che si perderanno “forse un paio di secondi al giro, ma non è un fattore che teniamo molto in considerazione, e anche se i secondi fossero cinque non ci preoccuperemmo troppo”. L’importante, giustamente, è lo spettacolo.

Un altro cambiamento molto importante che arriverà nel 2026 è quello relativo al combustibile. La Formula 1, insieme con la compagnia petrolifera e di gas naturale ARAMCO, sta sviluppando un carburante sostenibile al 100 per cento che potrà essere utilizzato dalle monoposto; e un team specifico è già al lavoro su un e-fuel che non aggiunge anidride carbonica all’atmosfera. L’attuale generazione di Formula 1 utilizza la benzina “E-10”, una miscela composta al 90 per cento da carburante e per il resto di etanolo rinnovabile. Nel giro di un paio d’anni tutte le monoposto dovranno utilizzare il nuovo carburante che, tra l’altro, dovrà essere compatibile con le auto di tutti giorni.

Ma quali sono le differenze e i vantaggi degli e-fuel rispetto alla benzina verde tradizionale? Quest’ultima è prodotta da fonti rinnovabili, come biomasse e rifiuti organici, ed è più sostenibile rispetto alla benzina tradizionale poiché il processo di produzione utilizza meno anidride carbonica durante la lavorazione delle materie prime e perché nella combustione vengono emessi meno inquinanti atmosferici.

Invece, gli e-fuel sono prodotti con un processo di sintesi di gas, utilizzando l’elettrolisi dell’acqua per ottenere idrogeno, combinato poi con biossido di carbonio per produrre diesel o benzina sintetici. Gli e-fuel possono essere utilizzati dai veicoli con motori a combustione interna già circolanti senza richiedere alcuna modifica.

Quindi, la benzina verde deriva da fonti biologiche e prevede l’utilizzo di CO2 delle materie prime, mentre gli e-fuel sono prodotti attraverso processi chimici che coinvolgono l’idrogeno, e con l’uso di CO2 catturata dall’atmosfera.

Non ci sono differenze rimarcabili per quanto riguarda la distribuzione, in quanto gli e-fuel possono essere prodotti in impianti centralizzati e distribuiti attraverso le reti delle stazioni di servizio già esistenti.

Diversa è invece l’efficienza energetica, in quanto gli e-fuel richiedono una quantità significativa di energia per essere prodotti, mentre la benzina verde ne ha bisogno di molta meno, con un costo quindi al momento sensibilmente minore.

Entrambe le opzioni hanno il potenziale per contribuire alla transizione verso una mobilità più sostenibile. È importante continuare a investire nella ricerca e nello sviluppo di entrambe le tecnologie per determinare quale potrebbe essere la soluzione ottimale per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico e all’inquinamento atmosferico nel settore dei trasporti.

Tralasciando la Formula 1 e i suoi prossimi regolamenti, il passo successivo al confronto tra carburanti è naturalmente quello tra e-fuel e una propulsione completamente elettrica. Infatti, nel dibattito sulla transizione verso una mobilità più sostenibile, si sta facendo sempre più strada il confronto tra queste due tecnologie emergenti: in effetti, entrambe promettono di ridurre le emissioni di carbonio nel settore dei trasporti, pur con approcci radicalmente diversi.

I vantaggi della mobilità elettrica sono le emissioni locali azzerate: i BEV non emettono gas nocivi durante il funzionamento, permettendo quindi l’annullamento dell’inquinamento atmosferico nelle aree di utilizzo, per esempio quelle urbane particolarmente affollate di traffico ed esseri umani. Inoltre, i veicoli elettrici hanno un’elevata efficienza energetica rispetto ai veicoli tradizionali a combustione interna. In pratica, una maggiore percentuale di energia viene effettivamente utilizzata per spostare il veicolo. E infine, se alimentati da fonti di energia rinnovabile (come, per esempio, quella solare o eolica) i BEV possono garantire un impatto ambientale nettamente inferiore rispetto ai veicoli tradizionali.

Sembrerebbe tutto perfetto… ma al momento la mobilità elettrica ha ancora più di qualche aspetto negativo che ne rallenta la diffusione. Il principale riguarda l’infrastruttura di ricarica: l’uso massivo di veicoli elettrici imporrebbe un adeguato numero di stazioni di ricarica con una capillare diffusione sul territorio e una sostenibile disponibilità di potenza. Inoltre, i tempi di ricarica sono ancora molto più lunghi rispetto al rifornimento di carburante tradizionale. Questi due fatti scoraggiano molti possibili utilizzatori.

Un’altra incognita dalle caratteristiche negative riguarda le attuali batterie agli ioni di litio che sia per la produzione sia per lo smaltimento sollevano preoccupazioni ambientali di gestione sostenibile delle risorse e riciclabilità ecologica.

Invece, i punti forza degli e-fuel sono la compatibilità con le infrastrutture esistenti (possono infatti essere utilizzati nei veicoli già circolanti e senza modifiche significative all’infrastruttura di rifornimento) e offrono un’alternativa ai veicoli a combustione interna senza limitarne l’autonomia dei veicoli, come spesso invece accade con i mezzi elettrici.

Anche se gli e-fuel sono considerati neutri in termini di carbonio durante l’utilizzo, punti negativi sono il fatto che la loro produzione può generare emissioni di CO2 e che hanno un’efficienza energetica inferiore rispetto ai BEV per il loro processo di conversione dell’energia elettrica in combustibile liquido e il successivo processo di combustione nel motore.

In conclusione, un’unica strada verso una mobilità davvero sostenibile per l’ambiente, l’economia e per gli automobilisti è ancora lontana: entrambe le tecnologie offrono vantaggi e problemi. La mobilità elettrica sembra offrire benefici significativi in termini sia di emissioni zero durante il funzionamento sia di efficienza energetica. Al contrario gli e-fuel potrebbero rappresentare un ponte verso un futuro a basse emissioni per i veicoli a combustione interna già esistenti.

È comunque molto importante considerare l’intero ciclo di vita delle tecnologie, inclusi i loro impatti ambientali e sociali, per determinare quale opzione sia veramente la migliore per affrontare la crisi climatica e garantire una mobilità sostenibile a lungo termine. E quindi, come in tutte le attività che riguardano il genere umano, ci sarà chi predilige una tecnologia rispetto a un’altra, sia per oggettive motivazioni tecniche, ma anche (e forse soprattutto) per demagogia e interessi economici.

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