Contro Stile: BENTLEY MULLINER BATUR 2023 Nobiltà ferita!
Il verde ti circonda, il ” British Green “ sovrasta tutto il panorama attorno, questo verde ti invade i pensieri. Le strade sono strette, salgono e scendono ritmicamente, la striscia di asfalto “Mate Old Gray” ti corre incontro…la macchina scivola potente e silenziosa.
…sono arrivato alla guida di una Continental alla Bentley.
Quando si visita la Bentley si ha la netta sensazione che le sue automobili siano avvolte da una “allure” particolare e che appartengano di diritto alla nobiltà dell’automobilismo britannico e mondiale.
Non ho dubbi sulla buona intenzione del bravissimo Andreas Mindt, mio ex collaboratore (ritornato da poco a Wolfsburg alla guida di Volkswagen Design) di cercare una svolta, un cambiamento nello Stile dei futuri modelli della Casa di Crewe, soprattutto in questo difficile periodo di transizione verso energie alternative.
Non ho dubbi, però, che quando si intraprende la strada di rivedere e di cambiare i criteri estetici e la semantica dalla quale nasce e si afferma l’identità di prodotto di un Brand esclusivo, unico e iconico come Bentley, ci si deve sempre confrontare con la sua Storia, che è fatta di automobili indimenticabili ma anche di uomini, progetti e periodi diversi.
La Mulliner Batur ha buone proporzioni, ma penso che la scelta di affidarsi ai due volumi sia un errore …lo sbalzo posteriore è troppo corto e privo di slancio.
Manca assolutamente l’eleganza della coda lunga, filante e discendente, che ha sempre caratterizzato le automobili Bentley.
La scelta del body a due volumi non ha niente da condividere con la storia dei suoi modelli più prestigiosi, dalla bellissima R Type a tutte le Continental Coupe e GT, incontrastate regine della Marca .
Inoltre, la fiancata risulta troppo scolpita con cambi repentini e taglienti, così lontani dalle belle superfici di carrozzeria pulite e continue di tutte le Bentley. Un evidente segno di insicurezza nella gestione del modellato.
Nel frontale, la griglia anteriore si sviluppa troppo in orizzontale, allontanandosi dal concetto iconico e storico del radiatore che, in aggiunta alla mancanza di dettagli e profili cromati, perde moltissimo in termini di lusso e sovranità.
Sono scomparsi completamente i doppi fanali separati e con diametro differenziato, sostituiti da un gruppo ottico banale che possiamo trovare oggi sul mercato su una qualsiasi sconosciuta e anonima auto di segmento “entry level”. Infine, le prese d’aria inferiori sono caricate da tante, troppe linee con l’inevitabile risultato di cadere nella confusione e nell’over design.
Il posteriore, che si appoggia su due spalle valide e robuste, mette in evidenza una prima problematica di proporzioni sbilanciate: la separazione orizzontale in due fasce tra il body color e la parte funzionale troppo grande e nera (sede targa, tubi di scarica – veri o fake – estrattori etc.etc.).
Il lunotto risulta troppo chiuso rispetto all’abitacolo, aggiunge sportività al modello ma toglie, osservata da dietro, ampiezza a tutto l’insieme della carrozzeria. I fanalini posteriori sono inutilmente sottili e poveri precipitando, come per i fari anteriori, nell’anonimato assoluto.
Bentley dovrebbe cercare il futuro ripercorrendo il classico senza avventurarsi in pericolose acrobazie estetiche modaiole e senza perdere mai il sentiero che ha segnato la lunga sua storia di automobili esclusive.
Buongiorno, al contrario, la coda sfuggente si rifà alla Bentley di Woolf Barnato che si vede qui: https://www.graf-von-faber-castell.it/bentley/bentley-barnato
Ano ragione di fare un muso cosi !! I musi della Tesla e bruttissimo !!! Come tantissime auto E.
Non molare sul auto a benzina che e più ecologica, prova da scientifico. E tutti a fare come gli Americani …..
E i giornalisti a seguire come come le pecore questa moda , perche spinge di più pero quando dopo 300 Km ti devi fermare
2 ore per fare “il pieno” . Alzatevi , Italiani !!!! Non siete pecore !!!
Ottimo articolo