A Parigi senz’auto

Tempi duri per gli automobilisti parigini e non solo.
Anche voi amici italiani se volete andare a visitare l’affascinante “Ville lumiere” e avete un’auto che ha più di 19 anni organizzatevi con l’aereo o con il treno.
Succede infatti, che la sindachessa socialista Ana María Hidalgo de Germain ha deciso che dal prossimo primo luglio entreranno in vigore diverse misure che, se non riviste, limiteranno la circolazione a un gran numero di mezzi.
A suo volere scatterà il divieto di circolazione all’interno della vasta area urbana definita ‘intra muros’ dalle 8 e le 20, meno il sabato e la domenica, per tutti i mezzi immatricolati in data antecedente al primo luglio 1997, dunque come detto, con appena 19 anni di anzianità, che sembrano tanti, ma che per la qualità delle auto attuali, non lo sono affatto.
In realtà si tratta solo di un ”antipasto”, poiché fra meno di quattro anni, nel 2020, potranno entrare nella capitale francese soltanto i veicoli Euro5 ed Euro6.
Ma i francesi, al contrario ad esempio degli italiani, sono meno abituati a subire in silenzio provvedimenti impopolari ritenuti ingiusti, basta vedere cosa sta succedendo in questi giorni per contrastare il loro “Job act”, quindi stanno prendendo vita diverse forme di protesta, fra cui una clamorosa class action, che rivendica il diritto di avere un indennizzo a causa della perdita di valore delle auto non più utilizzabili nella zona delimitata. Alcune stime quantificano in 870mila i veicoli interessati, con una perdita di almeno il 50% su un valore medio calcolato tra 2.000 e 2.500 euro, per cui il danno complessivo potrebbe arrivare a 870 milioni di euro!
Circa la metà è, invece, il numero di auto interessate, secondo le parole di un portavoce della sindachessa: ”…ogni giorno, sono circa 400mila i veicoli che si muovono nella zona interna ai Periferiques e di questi solo il 6-7% sono immatricolati prima del luglio 1997, con un massimo di 25mila tra auto e furgoni interessati al provvedimento”.
Sembra un po’ come quando si calcolano i partecipanti alle manifestazioni, da parte della Polizia e da parte dei Sindacati.
Resta il fatto che la guerra all’auto da parte dei sindaci delle grandi città sta arrivando ad un punto veramente critico, laddove è difficile capire se si tratta veramente di lotta all’inquinamento o della volontà di marchiare come “vecchio” un mezzo che in realtà non lo è ancora, solo obbligare le persone a cambiarlo per far aumentare i consumi.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *