La genialità di Alfredo Stola
È un personaggio incredibile Alfredo Stola. Difficile perfino definirlo, con quella personalità multipla da designer-progettista-imprenditore. Di certo pochi hanno per l’auto una passione come la sua, figlia di una tradizione familiare che ha coltivato con un dinamismo coinvolgente. Qualcuno gli diede del pazzo, quando fondò nel 2005 Studiotorino con la moglie Maria Paola e il contributo di Marco Goffi. L’azienda nata per realizzare modelli fuoriserie (“pezzi unici fatti a mano ad personam o in serie limitate, per coloro che vedono nell’automobile un’espressione di cultura”, recita il suo sito) è uno dei tanti gioielli della “Turin Valley” dei motori. Se ne parla poco, ma conservano valori assoluti di eccellenza artigianale. Studiotorino ha prodotto vetture eccitanti, molte su base tecnica Porsche, come RKCoupé e Spyder, oppure la curiosa elaborazione di 500 Diabolika (ispirata ai fumetti), Maserati Cinqueporte, il maxi Suv Gazal-1, la Coupétorino e – ultima – la Moncenisio derivata dalla 981 Cayman S. Proprio con la Moncenisio, Stola ha da poco terminato un raid appassionante, raccontato minuto per minuto in un diario sul canale web della Stampa e presto immortalato anche dalla rivista Top Gear. Una follia? Un gioco? “Macché – dice lui – è stata una sfida tecnologica mai tentata da nessuno. Il viaggio di un prototipo nell’estremo nord, in un percorso andata e ritorno di quasi 1.600 km fra Rovaniemi, sul circolo polare artico, e Nordkapp, il paese più a nord del mondo raggiungibile su strada asfaltata. E adesso aspetto che qualcun altro lo faccia, con una macchina così sportiva. Comunque non sarà il primo…”.Ha trovato di tutto, in compagnia dell’amico Tommaso Lubrano che è un chirurgo affermato ma ha dovuto improvvisarsi navigatore e pure fotografo. Neve a perdita d’occhio, nebbia, nuvole di ghiaccio liofilizzato e verglas scivolosissimo, temperature fino a meno 26 gradi. “Ci sono stati momenti in cui non si vedeva nulla, e un po’ di paura era inevitabile, sapendo che la strada a picco sul mare non aveva protezioni”. L’Arctic Experience di Alfredo Stola è comunque terminata in un successo e lui ora la racconta con l’entusiasmo di un bambino che presenta il nuovo giocattolo: “Ho guidato per 37 ore in 4 giorni, una gran fatica! Le gomme con 150 chiodi ciascuna hanno tenuto, soltanto le prese d’aria si sono ghiacciate, ma il motore non ne ha risentito”. La Moncenisio, potente berlinetta a motore centrale e trazione posteriore, resterà un esemplare unico e non sarà venduta. “Per me è una passione, non un business”, spiega Stola a chi non l’avesse ancora capito. Beato lui che può permetterselo.
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