Minicar elettriche: caratteristiche di un mercato in evoluzione

L’Ospite di Autologia: Elvio Leonardi di MinicarStore

Negli ultimi due anni il mercato delle minicar ha assistito ad un profondo cambiamento a causa (o per merito, dipende dai punti di vista) dell’introduzione dei veicoli elettrici.

I dati dell’ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) ci dicono che il numero dei quadricicli elettrici immatricolati nel 2021 è quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente, passando da 24 mila veicoli a 42mila; se allarghiamo gli orizzonti anche alle minicar con motore termico, il risultato non cambia. La domanda è in crescita, ma quali sono le motivazioni dietro a questa febbre da minicar?

Le minicar elettriche, in realtà, esistono già da un po’. Pensiamo infatti alla Renault Twizy, che una decina di anni fa entrò nel mercato dei quadricicli ed ebbe discreto successo soprattutto nelle grandi città, anche grazie alla sua forma stretta e allungata dovuta ai due posti messi in fila che permette grande facilità di parcheggio; o ancora la Tazzari Zero, italiana e anch’essa entrata sul mercato 10 anni fa e che oggi dopo un profondo restyling si presenta in svariate versioni.

Ma la spinta vera e propria che ha portato a questi numeri sul mercato è stata data dalla Citroen Ami, che sta letteralmente spopolando per le strade italiane sia tra i giovani che tra i meno giovani. Con i suoi 240 cm di lunghezza, i 75 km di autonomia (batteria da 5,5 kWh ricaricabile in 3 ore con presa domestica da 220V) e gli 8 cv di potenza, raggiunge una velocità massima di 45 km/h ed è quindi l’equivalente di una tipica minicar conducibile con patentino AM dai 14 anni, ma appunto elettrica. Nel corso del 2022 il mercato italiano vedrà anche l’ingresso della sorella della Ami, la Opel Rocks-e: le due minicar sono sostanzialmente identiche e ciò è dovuto al fatto che sia Opel che Citroen fanno parte del gruppo Stellantis.

La Ami in questo momento detiene oltre il 70% della quota di mercato dei quadricicli elettrici in Italia, nonostante non sia l’unica opzione valida attualmente sul mercato.

Oltre alle già citate Twizy e Tazzari Zero, infatti, esistono modelli come la Aixam e-City o la XEV Yoyo (quest’ultima in realtà quadriciclo pesante guidabile dai 16 anni).

Aixam è stato il primo brand tra i leader del mercato minicar a produrre una gamma elettrica, che vede attualmente la presenza di ben 5 differenti modelli: la e-City ha una batteria da 5,14 kWh che garantisce 90 km di autonomia, mentre la e-Coupé e la e-Crossover hanno una batteria da 7,26 kWh che garantisce ben 130 km di autonomia. La gamma elettrica di Aixam è quindi una buona alternativa alla Ami, ma soprattutto una buonissima alternativa alle classiche minicar con motore diesel, anche perché il motore elettrico, oltre alla sostenibilità ambientale, garantisce zero inquinamento acustico ma soprattutto zero vibrazioni, cosa che per la fragile carrozzeria delle minicar è sostanzialmente una manna dal cielo.

Nonostante le caratteristiche tecniche superiori della gamma Aixam rispetto alla Ami, quest’ultima è la leader dei quadricicli elettrici.

La superiorità della Ami sul mercato è dovuta a diversi fattori: innanzitutto il prezzo. Se mettiamo da parte gli incentivi, la gamma Aixam parte da 14mila euro, mentre la Ami ne costa quasi la metà, per la precisione 8mila euro con anche la possibilità di leasing (36 mesi con rate da 50 euro al mese). Ovviamente la differenza di prezzo è data anche dal fatto che si tratta di due tipologie di minicar molto diverse: la Ami è molto semplice e spartana soprattutto negli interni, mentre la gamma elettrica Aixam – come in tutte le nuove minicar – presenta molte caratteristiche di design e tecnologia che la avvicinano all’apparenza ad un ‘automobile.

Tra i fattori di successo della Ami ci sono però la strategia di marketing e il fattore esperienziale creati stringendo l’occhio alla generazione Z : Citroen ha infatti proposto tante modalità di personalizzazione del veicolo (ci sono 7 diverse versioni disponibili) e la possibilità di acquisto esclusivamente online. L’acquisto della Citroen Ami è un processo totalmente digitale, facile, veloce e sostanzialmente economico, che ci mette a disposizione una vettura che nonostante gli interni molto spartani viene percepita come superiore alle alternative elettriche, probabilmente anche in ragione del fatto che viene prodotta da un brand che produce principalmente autovetture ed è quindi visto come qualitativamente piu’ elevato rispetto a brand come Aixam o XEV.

A prescindere dalla Ami, però, la sensazione sul mercato delle minicar è che la transizione dal motore termico a quello elettrico possa essere molto più semplice rispetto a quella del mercato automobilistico. Si tratta di veicoli destinati ai giovanissimi ma soprattutto alla guida quotidiana in città – dato che i quadricicli leggeri non possono transitare su tangenziali o strade extraurbane secondarie – e per questa ragione il fattore dell’autonomia passa relativamente in secondo piano così come quello legato alle prestazioni ed al piacere di guida. Anzi, guidare una minicar elettrica può rivelarsi in certi casi anche più piacevole rispetto alla guida di quelle diesel – anche rispetto ai modelli più recenti con motori DCI – che sono sempre piuttosto rumorose e vibranti.

Aspettiamoci quindi che questo mercato continui nella sua crescita, con vari marchi automobilistici che entreranno in questo segmento. Abbiamo già visto Opel con la sua Rocks-e, ma probabilmente nel 2023 sarà già il turno di Fiat che proporrà la Topolino. Anch’essa sarà simile (se non uguale) alla Citroen Ami, data la presenza di Fiat nel gruppo Stellantis, ma si tratta comunque di una novità interessante che vedremo come verrà accolta in Italia. Sempre in Italia è in produzione da poco la Microlino EV, la “nuova Isetta” creata dalla casa svizzera Micro Mobility Sistems e che monterà con motore elettrico da 25cv e tre possibili batterie da 6, 10,5 e 14 kWh i quali garantiranno rispettivamente un’autonomia di 95, 175 e 230 km. Il mercato dei quadricicli non è mai stato così florido.

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