Quando un’auto elettrica inquina più di una a benzina

Ci credono veramente o si sono fatti semplicemente trascinare dalla voglia di fare tendenza?
Insomma, le oltre 325mila prenotazioni per la nuova Tesla Model 3 da 35mila dollari, secondo i dati risalenti a qualche settimana fa, sono stati dettati dalla volontà di dare un contributo reale all’ambiente oppure da quella di apparire?
Il boom di ordini, comunque, c’è stato. Ed è andato oltre le previsioni del numero uno della Casa californiana, soprattutto alla luce del fatto che la vettura elettrica in questione debutterà sul mercato americano soltanto a fine 2017.
La notizia, rimbalzata su tutti i media del mondo, ha vivacizzato la discussione sulla visione di una sempre maggiore diffusione delle auto elettriche. E anche i detrattori si sono fatti avanti, tra i quali coloro che sostengono come questi veicoli possono essere più inquinanti di quelli tradizionali a benzina, evidentemente nel caso che il calcolo delle emissioni venga effettuato su tutta la filiera, compresa la produzione dell’energia elettrica.
Secondo uno studio della filiale di Hong Kong della società di analisi Sanford C. Bernstein, i veicoli elettrici in circolazione nella regione amministrativa speciale della Repubblica popolare cinese potrebbero essere la causa di un incremento del 20% delle emissioni di CO2 in quel territorio, proprio perché a Hong Kong la metà dell’energia elettrica è prodotta da centrali a carbone.
Neil Beveridge, analista di Bernstein, scrive nel suo rapporto che Hong Kong dovrebbe prima concentrarsi sul passaggio a fonti energetiche rinnovabili o sul gas, piuttosto che spingere con incentivi la vendita di auto elettriche. «Su una percorrenza di 150mila chilometri – riferisce lo studio – una Tesla Model S che circola a Hong Kong comporta emissioni di CO2 superiori di 4,4 tonnellate rispetto a quelle emesse direttamente da una Bmw 320i», un calcolo ottenuto valutando non solo l’impatto della produzione dell’energia elettrica, ma anche quello relativo alla fabbricazione delle batterie e, nel caso dell’auto a benzina, della raffinazione e del trasporto dei carburanti.
La battaglia, come si evince, è già cominciata. E potrebbe trasformarsi presto in guerra, cosa che metterebbe in serio imbarazzo amministratori e città che hanno già deciso di puntare senza mezzi termini su questo tipo di alimentazione. Insomma, è necessario che chi promuove l’automobile elettrica sgombri il campo, dati alla mano, da dubbi e notizie negative. Occorre fare chiarezza subito su tutta la filiera produttiva. In gioco c’è il futuro della nuova mobilità.

9 commenti
  1. Renato Ronco
    Renato Ronco dice:

    Mi inserisco in questa interessante diatriba con un argomento che mi pare non riamai stato apertamente affrontato: lo smaltimento delle batterie. Pensate un po’ cosa succederebbe se si dovessero smaltire fra qualche anno milioni di batterie esaurite ed esauste. Quanto costerebbe in termini economici ed energetici lo smaltimento? Meditate gente, meditate!!!

  2. Pierluigi Bonora
    Pierluigi Bonora dice:

    Il dibattito c’è, e questo è importante. Il mio commento puntava a sollevare il problema, nel senso che l’auto elettrica, sicuramente una bella e importante realtà, non avrà poi la strada così in discesa come qualcuno può pensare. In un mondo dove si fanno le pulci a tutto, per interessi vari o solo per il gusto di farlo, c’è da aspettarsi ogni tipo di sorpresa. Ecco perché è importante che chi scommette sull’auto elettrica deve fare chiarezza subito, rispondendo a chi comincia già, anche a distanza, a mettere i bastoni tra le ruote.

  3. Luca M. Apollonj Ghetti
    Luca M. Apollonj Ghetti dice:

    Pierluigi Bonora è un giornalista serio, almeno come tale lo conosco bene da molti anni, che ha analizzato la questione elettrico/benzina moltissime volte. Il suo articolo di oggi è solo un commento ad una notizia che certamente sta facendo rumore. Bonora certamente non vuole certamente dire una parola fine sulla questione. Al contrario vuole solo mettere in guardia contro i falsi profeti. Personalmente sono certo che dovremo imparare a convivere con elettrico, benzina, gasolio, gas naturale, GPL, idrogeno ed altro ancora. Il tifo calcistico sull’uno o l’altro mezzo di propulsione non aiuta a fare scelte intelligenti né gli utenti né i politici che di volta in volta si troveranno a prendere decisioni. La storia ci insegna che non è tutto oro ciò che riluce così come non si possono chiudere gli occhi di fronte alle novità che la tecnologia ci propone ed ancora ci proporrà.

  4. Mario Maggi
    Mario Maggi dice:

    Articolo misero, che invece di prendersela con chi brucia carbone se la prende con auto elettriche che possono essere anche alimentate da turbine eoliche o idriche, come avviene in molti posti anche in Cina.

  5. Filippo Zanoni
    Filippo Zanoni dice:

    Questo vale per stati come la Cina e territori come Hong Kong, che utilizzano molto combustibili fossili. In Europa e negli USA è tutt’altra storia e avresti dovuto scriverlo. Io penso che la diffusione delle vetture elettrica sia da analizzare con un punto di vista un po’ più obiettivo. Ma è una mia idea. Hai (giustamente) fatto notare una cosa molte semplice: come viene prodotta l’energia utilizzata dalle vetture elettriche? Riguardo quest’argomento parla la “torta” dove sono evidenziate le varie fonti energetiche dei vari paesi. Piuttosto soffermiamoci sui numeri: 325 mila persone che decidono di comprare una Model 3 sono un bel sasso nello stagno. Se questa vettura fosse equipaggiata con un propulsore termico come ne parleresti? E ancora: quali vetture hanno le persone che l’hanno prenotata? In parole povere: è un bel terremoto per il mondo dell’industria automobilistica. Io mi sarei soffermato su questo. Se una massa di clienti così grandi passa ad un nuovo costruttore qualcosa vuol dire. Penso una cosa: chi compra una vettura elettrica penserà a come dosare meglio il “carburante” della sua vettura. E’ un concetto psicologico diverso rispetto a quello che può far sorgere l’utilizzo di una vettura tradizionale. Se la Tesla avrà bilanci in “nero” (ovvero positivi) cadranno anche i dubbi sulla sostenibilità economica degli investimenti necessari per fare vetture elettriche di alta/media gamma. La parola al mercato e ai bilanci, i numeri parleranno da soli. E gli altri costruttori dovranno adeguarsi a questo nuovo fenomeno.

  6. Riccardo
    Riccardo dice:

    Articolo ridicolo, utile solo a prendere click. In un paese come il nostro in cui c’è bisogno di sensibilizzare, più che terrorizzare, pubblicazioni come questa non fanno altro che gettare fumo negli occhi.

  7. Gianni Pezzarini
    Gianni Pezzarini dice:

    Titolo “ad effetto”, alla buona cara vecchiamaniera 😀
    Se si facessero due conti due sui valori di efficienza relativi alla conversione da energia primaria in mobilità, cioè percorrenza, invece di citare nomi e istituti altisonanti ma senza riferimenti degni di nota, conti della massaia beninteso, forse ci si renderebbe conto che oltre 100 anni di “evoluzione del pistone” poche speranze hanno 😉
    Altro ceh guerra, quella c’è già, da decenni, perchè le risorse fossili sono strategiche, e bruciate malamente, in maniera irrecuperabile quanto inefficiente 😉

  8. Daniele Bonafede
    Daniele Bonafede dice:

    Faccio notare che:
    1) in Italia nel 2015 che l’energia che è stata consumata proveniva per il 43% da fonte rinnovabile. Basta guardare la bolletta che ci arriva a casa. Questo dato sta aumentando del 2-3% da alcuni anni.
    2) vanno calcolate nell’analisi LCA a cui fa riferimento l’articolo anche le emissioni dirette e indirette (sversamenti, perdite, lavaggi, ecc.) della filiera termofossile.
    Con questi dati credo che il confronto fra una berlina termica (con prestazioni inferiori…) e la Tesla, che consuma in autostrada a 120 kmh 200-220 Wh/km con climatizzazione attiva e Autopilot inserito, è chiaramente vinto dal vettore elettrico.

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