Giugiaro: «La sfortuna di Lancia è stata la Fiat: Agnelli alla Delta preferiva la Ritmo»

CronacaQui a firma Leonardo Di Paco, ha pubblicato un’interessante intervista di Giorgetto Giugiaro per parlare della Lancia Delta in occasione del suo quarantennale. Giugiaro come creatore della Delta non ha risparmiato critiche esplicite a chi non fin dall’inizio non ha creduto nell’iconica vettura torinese, diventata poi imbattibile nei rally, e, ancor di più, a chi non ha mai avuto a cuore il destino del marchio Lancia. Vediamo qui sotto il suo autorevole pensiero.

“Cavaliere (G.Giugiaro), era il 13 settembre del 1979 quando al Salone di Francoforte venne presentata al mondo quella considerata una della auto più di successo della Lancia.

«Quel giorno ero presente e assieme a me c’era anche il dottor Umberto Agnelli. Sa cosa mi disse quando vide la Delta per la prima volta?»

Cosa le disse?

«Mi disse che la Fiat Ritmo gli sembrava una macchina più avanzata, diciamo che non l’apprezzò moltissimo. Il paragone lo fece perché la Delta nacque utilizzando proprio il telaio della Ritmo con delle varianti dettate dai responsabili Lancia che volevano una vettura più sportiva».

Di certo si sarà ricreduto. Oggi che effetto le fa vedere la Lancia relegata ai margini del gruppo FCA?

«Da creativo mi fa piangere il cuore vedere questo marchio che tutti ci invidiavano così snobbato. Lo hanno lasciato andare senza orgoglio».

Sulle pagine del nostro giornale il professor Giuseppe Berta ha detto che per rilanciare Lancia l’unica soluzione sarebbe investire massivamente sul brand e ha anche affermato che questo sarebbe possibile solo se FCA la vendesse…

«L’apparato Fiat non è mai stato determinato nei confronti di Lancia, hanno sempre pensato di realizzare le vetture con un occhio di riguardo al portafoglio e adottando un atteggiamento sbrigativo sia nel design che nello sviluppo, soprattutto dalla Thema in poi».

Un marchio sfortunato…

«La vera sfortuna della Lancia è essere finita nelle mani della famiglia Agnelli. Dico questo perché sembra che non abbiano mai avuto la percezione di quanto Lancia dovesse essere trattata con cura»

Può essere salvata?

«Ormai i grandi gruppi finanziari non badano più al valore storico di un brand, soprattutto in casi come questo dove il prestigio è solo un lontano ricordo. Speriamo almeno che l’errore commesso con Lancia non si ripeta con Alfa Romeo, un altro marchio favoloso che però non ha più né i mezzi né l’orgoglio di un tempo».

Nel corso degli ultimi quarant’anni, poi, la geografia dei colossi dell’auto è radicalmente cambiata. Torino e la Fiat, un tempo, venivano considerati l’eccellenza assoluta. Era davvero così, Cavaliere?

«Quando nella metà degli anni ’70 la Volkswagen mi incaricò di progettare la Golf come erede del Maggiolino, in fabbrica tenevano una Fiat 128 tutta smontata per studiarla. Allora l’azienda della famiglia Agnelli era all’avanguardia e anche Torino veniva percepita da tutti come un modello di città da seguire in ottica industriale».

Lo scenario è cambiato parecchio…

«Noi ci siamo fermati. Gli altri, asiatici inclusi, sono andati avanti come razzi. Ancora oggi mi domando come sia stato possibile».(cronacaqui.it)

 

4 commenti
  1. Renato Ronco
    Renato Ronco dice:

    Un’amara constatazione! Però anche Marchionne ha fatto la sua parte nella demolizione del marchio Lancia che pure con un solo e datato modello continua a vendere più di Alfa Romeo

  2. Luca M. Apollonj Ghetti
    Luca dice:

    Tutto ciò che è caduto nelle mani di FIAT ha fatto una brutta fine. Lancia è stata la prima ed Alfa seguirà a ruota. Quando si prendono in mano delle cose senza spender, il valore che viene loro attribuito è modesto e quindi anche gli investimenti si fanno solo quando avanzano dei soldi e non si sa dove metterli.

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