Li Shufu e la prima auto costruita in Cina ad essere venduta negli Stati Uniti

Si chiama Li Shufu e nessuno sa chi è. Succede spesso con i cinesi, eppure chi s’interessa di automobili farà bene a mettersi in testa questo nome perché appartiene a uno che deve avere due attributi grossi così.

Chi lo conosce da vicino afferma che scrive poesia ed è dotato di molto humour, chi lo conosce poco si limita a ricordare che oggi è tra i 60 cinesi più ricchi al mondo e che è un magnate dell’automobile.

Alle spalle, pur essendo ancora giovane (è nato nel 1963), ha una di quelle storie da self-made man che piacciono tanto negli Stati Uniti. Ha iniziato come fotografo, poi si è messo nel commercio dei rottami, quindi ha avuto a che fare con gli elettrodomestici bianchi, cioè frigoriferi e affini. Più avanti sono arrivate le moto (nel 1993) e cinque anni dopo le auto con la prima Geely – nome che sta per “fortunato” – uscita da una catena di montaggio. Si trattava di una vettura talmente scadente che il nostro Li si rifiutò di metterla sul mercato. Ci sono voluti altri quattro anni per arrivare a un veicolo almeno decente anche soltanto per i parametri locali, il minimo richiesto trattandosi della prima marca non statale del Paese. Ma Li Shufu è sempre stato uno dalle grandi ambizioni, e chi c’era al Salone di Detroit del 2006, io tra questi, ricorda un misero stand con una vettura improponibile che voleva affrontare il mercato a stelle e strisce nel giro di appena due anni con l’obiettivo di arrivare a vendere 2000 pezzi all’anno. Era davvero un’auto orrenda, indietro di due decenni rispetto alla concorrenza, e la Geely fu ovviamente respinta con perdite e molte prese in giro.

Chiunque sarebbe scappato a nascondersi, invece l’intraprendente Li calcolò in fretta che se voleva arrivare in Nord America doveva assicurarsi il know-how giusto, e fu in quel periodo che allacciò i primi contatti con la Ford per il marchio Volvo.

Il resto della storia è molto recente. Gli americani avevano acquistato la Volvo dagli svedesi nel 1999 sborsando la bellezza di 6,45 miliardi di dollari. Undici anni dopo la cedevano a uno sconosciuto cinese per appena 1,8 miliardi dollari e con la convinzione di averci rimesso un patrimonio, ma anche di essersi liberati di un fardello. Tanto peggio per chi se l’accollava.

Oggi in Cina sono in costruzione due modernissimi stabilimenti, la Volvo viene da un 2014 che segna il record storico di vendite nel mondo, sulla stessa piattaforma del segmento C stanno nascendo berline e SUV sia col marchio Volvo che con quello Geely, e la S60 che nasce a Chengdu sarà la prima auto costruita in Cina ad essere venduta negli Stati Uniti aprendo di fatto la via anche alla Geely.

Quelli, come il sottoscritto, che nel 2006 facevano molta ironia su quell’orribile proposta con gli occhi a mandorla adesso sono all’angolo. Li Shufu ce l’ha fatta. Sarà meglio tenersi bene in testa il suo nome.

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