La storia della “Flaminia Loraymo” di Raymon Loewy
Nel 1958, Pininfarina espose al Salone di Ginevra la Florida II, un elegante prototipo coupè realizzato sul telaio accorciato della Flaminia berlina. Quest`ultima, a sua volta, era derivata stilisticamente da un altro prototipo, sempre di Pininfarina: la Florida I montato su una meccanica dell`Aurelia. Nel 1959 venne, finalmente, prodotta di serie la Flaminia Coupe` su uno chassis della berlina ridotto di 12 cm. con un motore prima di 2500 cc.,poi di 2800 cc., con un prezzo iniziale di L. 3.200.000.
Lo stesso autotelaio fu utilizzato per realizzare un originalissimo prototipo da Raymon Loewy, famoso stilista degli anni sessanta, cui si deve, fra l`altro, il design dell`universale bottiglia della Coca Cola.
Dal suo genio nacque un originalissimo Coupe` che prese il nome dal suo indirizzo telegrafico: “LORAYMO’. Oggi sarebbe stato il suo indirizzo web.
Il desiderio di possedere un`auto assolutamente unica spinse l`estroso designer a cimentarsi in un mondo solitamente non frequentato. La decisione di scegliere proprio quel telaio fu motivato dalla bontà del “progetto Flaminia” : “…ha un`ottima tenuta di strada e un telaio robusto, inoltre, è confortevole e, anche grazie all`elaborazione di Nardi, molto veloce.”
Per capire la Loraymo bisogna tener presente che fu pensata da Loewy esclusivamente per un suo uso personale senza nessun obbiettivo di industrializzazione e, soprattutto, senza nessun interesse per i giudizi del pubblico o dei critici.
A prima vista la carrozzeria, costruita in alluminio da Motto, colpisce per la sua stravaganza, ma osservandone con attenzione i particolari, si scoprono notevoli innovazioni stilistiche.
L`alettone regolabile, posizionato sopra il lunotto, per esempio, è precursore di quello della Stratos di quindici anni dopo. La dirompente calandra può apparire meno sproporzionata quando si osserva che, in realtà, l`imponente bordatura cromata assolve alla funzione di paraurti, essendo in grado di scorrere orizzontalmente su molle. La forma dei parafanghi è dovuta alla necessità di lasciar libero accesso all`aria per il raffreddamento dei freni, una soluzione innovativa in seguito ampiamente utilizzata.
La finestratura presenta delle novità tese a ottimizzare la visibilità senza incrementare la superficie vetrata, innovativo anche l`inserimento della fanaleria posteriore.
La Flaminia Loraymo venne esposta al Salone di Parigi del 1960 e in seguito se ne persero le tracce.
Nel 1988, il presidente dell`American Lancia Club la ritrovò negli Stati Uniti in pessimo stato di conservazione, tuttavia volle recuperala e ne fece dono al Museo Vincenzo Lancia che l`affidò ai migliori restauratori dell`epoca che, dopo tre anni di meticoloso lavoro, la riportarono al suo stato originale.
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